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Ferragni, Starbucks, Cracco e l’acqua santa: il marketing, i soldi e la moda spiegati bene

Chiara Ferragni e la polemica per l'acqua Evian

Esplode la polemica sugli 8 euro della bottiglia di acqua Evian firmata Chiara Ferragni: venderla (e comprarla) è follia o libero arbitrio?

Chiara Ferragni come Re Mida: tutto ciò che tocca diventa oro. Compresa una bottiglietta d’acqua. I 750 ml della celebre Evian firmata Ferragni sono in commercio alla modica cifra di 8 euro. Ma per i più facoltosi esiste anche la possibilità di acquistare la confezione da 12 bottiglie a 72 euro. Un affare.

Prevedibile e, per certi aspetti, comprensibile la polemica, che però arriva con notevole ritardo. La limited edition è infatti in commercio già da un paio d’anni e nessuno se ne era accorto. Ma non appena la notizia è diventata virale, ecco che il web è stato invaso da grida di protesta e commenti ironici. Costa tanto perché contiene nientemeno che delle lacrime versate dalla neo sposa il giorno delle sue nozze, spiegano sul sito Trash Italiano.

Chiara Ferragni e la bottiglia di acqua Evian

Tutta colpa di Chiara Ferragni?

Che 8 euro per meno di un litro d’acqua in una bottiglia di plastica sia un prezzo elevato e non in linea con il tenore di vita della stragrande maggioranza degli italiani (ma non solo), è fuori discussione. Ma l’ondata di indignazione sul web, questa volta, ha raggiunto dimensioni spropositate, fino a entrare nei palazzi delle istituzioni. Di Chiara Ferragni si parla persino a Montecitorio. Dopo le lamentele del Codacons, Giampiero Maffoni, senatore di Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e dell’Istruzione. Come osa la Ferragni lanciare un messaggio del genere – spendere 8 euro per un bene primario – ai suoi 15 milioni di follower, in maggioranza giovanissimi?

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al 2008, anno in cui la Evian decise di puntare sulla collaborazione con personaggi della moda e dello spettacolo per realizzare edizioni limitate e volutamente costose. Come aprifila venne scelto lo stilista francese Christian Lacroix. Dopo di lui, tutte le edizioni imitate prodotte dal brand sono state presentate al pubblico al medesimo prezzo: 8 euro a bottiglia. Niente di più e niente di meno del caso Chiara Ferragni. Con un’eccezione: la bottiglia firmata Gautier ha raggiunto i 14 euro al pezzo. Polemiche, in quel caso? Nessuna.

Madonna Evian

Chi grida allo scandalo forse è poco esperto di marketing e di come funziona il mercato, soprattutto quello che sfrutta le celebrità. La Evian non è né il primo né l’ultimo brand a creare edizioni limitate in collaborazione con volti noti. Alcune bottiglie di Disaronno sono state disegnate da Donatella Versace e Roberto Cavalli. Persino la Coca Cola, considerato uno dei marchi più pop in assoluto, per il Natale 2009 ha fatto firmare le sue lattine da stilisti come Moschino, Cavalli, Trussardi e Ferré. Firme che hanno un costo, ovviamente. Da ben prima che Chiara Ferragni diventasse una celebrità.

Del resto, non bisogna dimenticare che parliamo di Evian, una delle acque di lusso più conosciute al mondo. Lo è dal 1789, quando il conte Jean-Charles de Laizier le attribuì una serie di straordinari benefici salutistici e decise di mettersi in società con il proprietario della sorgente, imbottigliare il prezioso liquido e venderlo in farmacia, destinato a un pubblico selezionato: quello che si poteva permettere le bottiglie prodotte dalla cristalleria Souchon-Neuvesel (oggi Danone). Una strategia di successo, tanto che Agatha Christie nomina l’acqua di Laizier nel suo celebre Assassinio sull’Orient Express.

Ironia sulla Evian by Chiara Ferragni da parte di Trash Italiano

Le acque dei veri ricchi

E se vi siete indignati per gli 8 euro della Evian, forse vi stupirà scoprire che il marchio francese non compare neppure nella lista delle acque più costose al mondo. Può competere (ma solo nella limited edition) soltanto con la Talismanian Rain, ricavata dalle piogge australiane, o con la Royal Deeside, l’acqua scozzese che ogni giorno accompagna i pasti della famiglia reale britannica. Ma deve arretrare già davanti alla Ogo Oxigen, l’oligominerale delle top model che promette miracoli per il metabolismo al prezzo di 10 euro a bottiglia. O con la Ten Thousand B.C., proveniente da un antico ghiacciaio canadese, o la Bling H2O, racchiusa in una bottiglia tempestata di Swarowski. I suoi 36 euro fanno la felicità di moltissime (e ricchissime) star di Hollywood.

Ma persino questi prezzi impallidiscono davanti ai veri giganti del settore. Non in molti si possono permettere la Fillico, bottiglia giapponese realizzata dalla fusione di selezionati pezzi degli scacchi (solo re e regine, ovviamente), con rifiniture in oro bianco, e venduta a 195 euro. O ancora la Kona Nigari, acqua marina raccolta sul fondale del Pacifico che aiuta a perdere peso e a ridurre lo stress, per “soli” 365 euro a bottiglia. Niente in confronto alla Supernariwa: un litro di questa autentica pozione magica (è considerata dai giapponesi un elisir di eterna giovinezza) costa 9 mila euro. Prezzo giustificato dalla sua provenienza: la sorgente è situata in un cratere generato da una tempesta di meteoriti e da un’eruzione vulcanica, milioni di anni fa.

Ironia sui social sulla Evian by Chiara Ferragni

Oro liquido e acqua santa

Per finire con l’Acqua di cristallo, un mix di acque provenienti da tutto il mondo a cui vengono aggiunti 5 mg di polvere d’oro a 24 carati. Il tutto imbottigliato in un’opera di design ispirata al pittore Amedeo Modigliani. Il prezzo? 60 mila euro a bottiglia. Prodotti per veri ricchi lontani anni luce dai problemi della gente comune. Eppure, ancora una volta, nessuna protesta.

Preziosa, almeno spiritualmente, è anche l’acqua santa di Lourdes. E se non avete la possibilità di raccoglierla alla fonte, niente paura. Potete sempre ordinarla su Amazon, nel comfort della vostra casa. “Authentic da Lourdes”, recita ogni bottiglietta della Catholic Gift Shop Itd. Con buona pace del senso religioso, della fede e del santuario che ricorda: qui la potete avere gratis. E davvero autentica.

Polemiche sterili: da Starbucks alla pizza di Cracco

Ciò non toglie che 8 euro per una Evian siano sembrati un insulto a chi non può permettersi di spendere questi soldi. O, più semplicemente, non ha alcuna intenzione di farlo. Un ritornello che ricorda un’altra polemica recente: quella scoppiata con l’apertura di Starbucks a Milano. Chissà se le persone che oggi protestano per l’acqua di Chiara Ferragni sono le stesse che hanno demonizzato il gigante di Seattle che pretende 1,80 euro per un caffè e 4,30 euro per un cappuccino. E che magari, terminata l’ondata di indignazione, hanno fatto un passo indietro e hanno persino deciso di spendere quei soldi per restare al passo con la tendenza del momento.

Chissà se gli accusatori della Ferragni sono gli stessi che hanno bollato Cracco come traditore della patria alla vista della sua pizza e che si sono indignati per i suoi 16 euro. Senza sapere che ne esistono di ben più costose, sì, anche nel Bel Paese. Come la Antonius Musa di Catania, farcita con caviale e oro commestibile per 44 euro. O la Pizza Luigi XIII che potete gustare a Salerno alla modica cifra di 12 mila euro.

Ferrarelle vs Ferragni, l'ironia sui social

Il potere del libero arbitrio

Forse tutte queste persone dimenticano che comprare un caffè da Starbucks non è di certo obbligatorio e che a pochi passi dalla roastery di Piazza Cordusio si possono trovare decine di bar dove bere un caffè dal sapore e dal prezzo nostrano. Il pizzaiolo sotto casa continuerà a infornare la sua margherita, con o senza Cracco, ben conscio – lui sì – della differenza tra il proprio prodotto e il piatto gourmet di un ristorante che non tutti si possono (o vogliono) permettere. Ma questo non deve certo impedire a prodotti d’élite di fare la propria comparsa sul mercato. Le due clientele – i consumatori comuni e quelli più facoltosi – difficilmente si rivolgeranno agli stessi produttori. Quindi, cosa impedisce loro di coesistere sul mercato?

Le acque “povere” continueranno a essere vendute nei supermercati, a prescindere dalle strategie commerciali della Evian e da come i più ricchi, in virtù del libero arbitrio di cui – fortunatamente – ancora tutti godiamo, decideranno di spendere i propri soldi. Evian e Chiara Ferragni hanno fatto la loro proposta, ma sta al singolo consumatore e a nessun altro scegliere se aprire o meno il portafogli.

Una scelta che, comunque, hanno fatto in molti. E proprio grazie alle polemiche che hanno acceso i riflettori sulla costosa bottiglietta. In pochi giorni le bottiglie della limited edition sono andate a ruba, tanto da registrare il sold out anche per le confezioni da 72 euro. Anche in Italia, Paese su cui la Evian non aveva mai puntato. Polemiche o meno, insomma, Chiara e la Evian hanno vinto. E nel marketing si conferma valida la vecchia legge: bene o male, purché se ne parli.

C'è chi sfrutta la polemica per farsi pubblicità