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Nomi vietati per legge: le otto regole da seguire

neonato

La legislazione italiana regola la lista di requisiti e restrizioni alla fantasia dei genitori nell'assegnare un nome ai propri figli.

A volte, trovare il nome giusto per il proprio bimbo diventa difficile e, spesso, può diventare motivo di grossi litigi con il proprio partner. Una scelta, quella del nome, molto importante che influirà inevitabilmente sulla vita del nascituro. Proprio per questo motivo, come non tutti sanno, la legislazione italiana ha deciso di adottare delle norme per limitare la fantasia e la creatività, a volte esagerata, dei genitori. L’obiettivo è quello di permettere al bambino di non avere problemi nel relazionarsi con gli altri causati dall’ilarità e dall’imbarazzo del proprio nome.

I requisiti minimi

I nomi con valenza legali devono seguire questi principi:

  1. I bambini non possono avere lo stesso nome della madre, del padre o di altri fratelli e sorelle. Anche l’appellativo statunitense ‘Junior’ è stato bandito. Questo è importante per non avere problemi burocratici e crearsi un’identificazione personale.
  2. Non si può usare un cognome come nome.
  3. Non si possono usare nomi ridicoli. Per ridicoli la legge intende quei nomi che rimandano a handicap fisici e insulti. In questa categoria appartengono anche quei nomi che abbinati al cognome possono diventare causa di ironia e vergogna.
  4. Non si possono utilizzare nomi di personaggi storici come Adolf Hitler, Josif Stalin o Benito Mussolini etc.
  5. Sono ritenuti illegali nomi che rimandano alla letteratura come Moby Dick, Pinocchio, Dracula etc.
  6. Sono proibiti nomi di fantasia o completamente inventati dai genitori.
  7. Non si possono impartire nomi del sesso opposto a quello del bambino. Ovvero, non si può dare un nome femminile ad un maschietto e viceversa. Unica eccezione riguarda il nome Andrea che si può utilizzare per entrambi i sessi.
  8. Un bambino non può avere più di tre nomi.