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Ivan Cottini "Il calendario? Una fiaba per mia figlia"

Ivan Cottini, il calendario con la figlia

Ivan Cottini, ex modello, è il primo malato di sclerosi multipla al mondo a ballare e ha posato con la figlia Viola per un calendario benefico.

Quando gli è stata diagnosticata la sclerosi multipla, Ivan Cottini aveva 27 anni e una carriera come fotomodello già avviata. Oggi è tornato a posare per un ultimo lavoro, ma con una compagna speciale: la figlia Viola. L’occasione è la realizzazione di un calendario benefico. Il progetto, dal titolo Tutto l’amore di un padre, finanzierà una raccolta fondi a favore dell’associazione Gena Zare.

Ivan Cottini “Una fiaba per mia figlia”

Com’è nata l’idea del calendario?

“Prima di ammalarmi facevo il fotomodello. Nei primi anni della malattia, quando ancora avevo una buona padronanza del corpo, ho continuato a farlo per cause benefiche. Ma da ormai due anni avevo detto basta. Poi un mio carissimo amico [Fabrizio Perotto], che è un parlamentare di San Marino e opera per un’associazione in Etiopia, ha tanto insistito e mi ha dato carta bianca. Io avevo un desiderio: fare qualcosa da lasciare a mia figlia. Allora ho fatto questo calendario benefico per raccogliere fondi per la realizzazione di una scuola per bambini con disabilità in Etiopia. In questi 13 scatti (non 12, come in un calendario classico) ho voluto raccontare la mia fiaba a mia figlia. È come se io, da seduto, cominciassi a raccontare la favola di questi miei trent’anni di vita e di cose belle che mi sono successe”.

Ivan Cottini, lo scatto di aprile

Com’è stato posare insieme a sua figlia?

“Per me sono stati momenti bellissimi. Tra le terapie e le visite nei centri, non riesco mai a vivere mia figlia a pieno, dalla mattina alla sera. Durante il periodo del calendario l’avevo con me per 10-12 ore. Lei sicuramente è stata molto più brava di me, ha sopportato benissimo le tante di ore fuori casa”.

Viola è stata una bambina fortemente voluta, tanto da interrompere le terapie per averla.

“Anche prima di ammalarmi ho sempre avuto il desiderio di lasciare una traccia in questa vita. Ma con tutti i farmaci che prendevo diventare padre era difficile. Allora di punto in bianco, senza consultare i medici, ho sospeso le terapie. Così ho aggravato la mia situazione, ma non avevo tempo da perdere. E dopo qualche mese Viola è arrivata”.

Ivan Cottini e la figlia Viola

Dalla malattia alla danza

Come ha reagito quando le è stata diagnosticata la malattia?

“Sono anche io un essere umano: il primo anno è stato davvero duro. Quando hai 27 anni ti senti padrone del mondo e indistruttibile. Mi sono svegliato una mattina e non vedevo da un occhio, non riuscivo a stare in piedi. All’inizio ho pensato fosse solo stanchezza, mi sono ripromesso di fare una vita più regolare e di riposare di più. Non pensavo certo di stare male. Ma poi la situazione è peggiorata rapidamente e mi sono allarmato. Nel giro di un mese avevo già la diagnosi: sclerosi multipla. Ero diventato pelle e ossa, pensavo che la mia vita fosse ormai finita, senza futuro. Poi mi sono stancato, non ero pronto ad arrendermi”.

Lo scatto di marzo

Cos’è cambiato?

“Ho capito che potevo rimboccarmi le maniche, portare sulle mie spalle il peso della malattia e tornare a sorridere, a essere il protagonista della mia vita. Da malato sono diventato un ballerino. La danza è l’unica cosa che mi permette davvero di prendere a calci la malattia. La SM mi ha tolto la coordinazione: con la danza riesco ad abbattere anche questo muro. Il problema sarà quando non potrò più farlo, ma ora non voglio pensarci. Recentemente sono tornato ad Amici, per il terzo anno di seguito”.

Fa anche incontri nelle scuole. Come reagiscono i ragazzi alla sua storia?

“È molto bello vedere questi ragazzi di 15-16 anni con gli occhi sgranati. Non riescono a credere a ciò che dico e che faccio vedere. Mostro filmati dove ballo, dove sfido Filippo Magnini a nuoto e Massimo Ambrosini ai rigori. Purtroppo tante persone smettono di vivere alla diagnosi, vivono di negazione. In realtà, anche se si è malati, se uno vuole fare una cosa la deve assolutamente fare”.

Ivan, ballerino dopo la malattia

Critiche e minacce

Ha ricevuto anche delle reazioni negative?

“Sì, ho ricevuto insulti sui social, attacchi a me e alla mia famiglia, mi hanno minacciato… Un po’ perché in questo momento storico siamo tutti molto invidiosi gli uni degli altri. I social ci spingono ad essere migliori del nostro vicino. La gente vede in me un malato felice, che si realizza, che riesce a fare quasi tutto: questo dà fastidio. Non sono molto amato”.

Perché questa avversione proprio da parte di altri malati?

“L’idea è questa: il malato deve fare il malato. Non può essere una persona sorridente e realizzata. Tanti mi accusano di aver sfruttato la malattia per arricchirmi. Ci sono malati che vivono con la rabbia, che si chiedono ‘perché proprio a me?’, che vogliono tutto a portata di disabile. Io sono semplicemente tornato a vivere la mia vita. Mi sento una persona normalissima“.

Calendario Ivan Cottini, maggio

L’incontro tra Cottini e Mattarella

È il più giovane Cavaliere della Repubblica italiana. Cos’ha provato quando Mattarella le ha conferito l’onorificenza?

“Avevo già fatto altri incontri più ‘pubblicitari’, a cui diversi politici hanno partecipato e dove ho parlato di sclerosi multipla. Pensavo che anche con Mattarella sarebbe stato così, ma invece è stato tutt’altro. Mi ha parlato di fatti personali, del dolore che ancora prova per la scomparsa della moglie malata di cancro. Si è emozionato tanto nel raccontarlo che ha dovuto sospendere l’incontro per qualche minuto. Mi ha ringraziato perché riporto il sorriso a tanti malati, persone che ascoltando la mia storia hanno ripreso in mano la propria vita. Ha fatto pressioni al capo del governo, che allora era Gentiloni, per l’approvazione di un decreto per farmi nominare Cavaliere a 33 anni (invece di aspettare i 35 come vuole la legge)”.

Ivan con il presidente Mattarella