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Andrea Fontana relatore SEO&Love 2019

ANDREA-FONTANA

L'anno scorso si era presentato vestito da chef, quest'anno invece sarà Man in Black per insegnare a gestire le percezioni sul web.

Andrea Fontana sarà uno dei relatori presenti a Seo&Love 2019. Un professionista nell’ambito della comunicazione e delle strategie di impresa, direttore della collana editoriale Storyline e presidente dell’Osservatorio Italiano di Corporate Storytelling. Ha scritto diversi libri di cultura manageriale ed è un esperto di comunicazione di impresa. Dal 2005 insegna “Storytelling e Narrazione d’Impresa” all’Università di Pavia e dal 2001 “Metodologia della formazione” all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. L’anno scorso si era presentato vestito da chef; quest’anno, invece, sarà Man in Black: il suo obbiettivo è insegnare a gestire le diverse percezioni provenienti dai racconti, dalle immagini e dai meme presenti sul web.

Qual argomento affronterai al SEO&Love?

Cercherò di concentrarmi su un passaggio fondamentale di cui ancora siamo poco consapevoli. L’impatto percettivo che i deep media (smatphone, wareable device, etc) hanno su di noi e sulle nostre attività personali o professionali. Pensiamo che un meme, un link, un’immagine siano solo semplici “oggetti” all’interno di un mare di informazioni. Il mio scopo è far vedere come siano invece precisi strumenti di influenza di tutte le nostre percezioni. Con i meme oggi ci si fa la guerra, non solo commerciale, ma anche militare. Con un’immagine o un video, oggi, ti imponi sui mercati o mandi a monte reputazioni affermate.
Presenterò l’avvento di questa nuova disciplina: il perception management e cercherò di mostrare come nel content continuum in cui siamo immersi, per individui, aziende e organizzazioni sia indispensabile imparare a leggere e gestire le percezioni dei propri pubblici.

Perché ti “travestirai” da Man in Black?

Perché viviamo in un tempo in cui il racconto e le tecniche dello storytelling sono diventate abituali prassi di vita e lavoro. Testi, post, video-stories, foto-gallery sono solo alcuni degli strumenti che usiamo tutti i giorni per esprimerci e rappresentare noi stessi, le nostre marche o i nostri prodotti. Ma un racconto non è mai neutro! Ha sempre ripercussioni percettive, tanto che può cambiare la percezione dei fatti di una realtà (politica, sociale o commerciale).
Come dei “Man in Black” bisognerà imparare a uscire dal sistema del “content continuum”, non farne più parte, esserne al di là, andare oltre per poter gestire il nuovo mondo delle percezioni. Solo allora potremo dire: “Noi siamo quelli, siamo loro, siamo gli uomini in nero”. Ovviamente è una provocazione e un gioco didattico che farò con il pubblico, ma spero di far riflettere su questo tema. Per questo ho deciso di intitolare il mio intervento: Siamo tutti “Man in Black”. Come raccontarsi nell’epoca della post-verità, con il “management delle percezioni”.

Tre keyword fondamentali del 2019

1. Percezione, non solo fisica ma anche cognitiva. Dobbiamo diventare capaci di capire come i contenuti che incontriamo ci cambiano letteralmente la vita. Svegliandoci o facendoci dormire.
2. Consapevolezza, l’uso della tecnologia oggi richiede più che mai scienza e coscienza. Abbiamo in mano media che deformano (nel bene e nel male) la nostra realtà; la manipolano, la cambiano. Non essere consapevoli di questo
è un gesto criminoso.
3. Media immersivi: tutta la tecnologia sta diventando sempre più pervasiva e presente nella nostra vita. Dobbiamo prepararci a questo nuovo mondo.

Tre keyword che definiscono il SEO&Love

1. Connessioni, perché puoi stabilire diverse nuove sinergie.
2. Divertimento, nel senso latino del termine, ossia divergere, perché puoi cambiare strada e fare scoperte.
3. Riflessione personale e professionale, perché torni a casa con nuove conoscenze, esperienze, idee, punti di vista.

Quali sono i tuoi attuali progetti e attività?

Con Storyfactory, la società di consulenza di cui sono AD, sto portando avanti diversi progetti di Storytelling d’impresa e di marca, sia verso i pubblici esterni per coinvolgerli nel racconto aziendale, sia verso i pubblici interni per renderli testimoni credibili del racconto stesso. E stiamo sempre più sviluppando approcci alla narrazione che tengono conto del management delle percezioni. Quindi oltre a fare Storytelling aiuteremo le aziende a leggere e gestire le tante percezioni che sui media e i diversi device comunicativi oggi impattano su reputazione, fiducia,
credibilità, coinvolgimento (http://www.storyfactory.it).

Con l’Osservatorio di Storytelling dell’Università di Pavia, associazione di ricerca scientifica di cui sono Presidente, continuiamo le nostre attività di divulgazione delle discipline legate alle scienze della narrazione (http://www.storytellinglab.org). Abbiamo anche una rivista dedicata che si chiama Narrability Journal
(http://www.storytellinglab.org/rivista-narrability-journal/). Poi, insieme ad alcuni colleghi dell’Università di Pavia, negli ultimi 3 anni abbiamo creato il master in Marketing Utilities & Storytelling Techniques (MUST), di cui sono direttore didattico, che è il primo master universitario italiano di I livello che rilascia un titolo di studio accreditato in Corporate Storytelling Specialist (http://www.u-must.it). E quest’anno parte la III edizione.
Insomma, tante iniziative per attività e discipline indispensabili alla nostra contemporaneità.