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Oscar 2019: vince "Green Book", Rami Malek miglior attore

Oscar 2019, i vincitori

Inclusione e diversità agli Oscar 2019: "Green book" si aggiudica la statuetta come Miglior film, a Rami Malek il premio come Miglior attore.

È una vittoria a sorpresa quella di Green book, che si è aggiudicato la statuetta più ambita alla cerimonia degli Oscar 2019. La pellicola di Peter Farrelly ha vinto il premio come Miglior film, nonostante, secondo tutti i pronostici, non fosse tra i favoriti. Ma la storia del musicista Don Shirley e del suo autista ha conquistato l’Academy, anche grazie a tematiche quanto mai attuali. Attraverso le vicende di Viggo Mortensen e di Mahershala Ali, il film ha portato sul grande schermo temi quali l’integrazione e l’inclusione, quasi un miraggio in un’America come quella degli anni Sessanta che fa da sfondo alla vicenda. “Questo è un film sull’amore che supera le differenze“, ha commentato il regista. Oltre alla statuetta come Miglior film, Green book ha conquistato anche quella come Miglior attore non protagonista (Mahershala Ali) e Miglior sceneggiatura originale (opera di Nick Vallelonga, attore e sceneggiatore italoamericano).

Malek e King: l’Oscar della diversità

Si parla già degli Oscar 2019 come di una ventata di novità all’interno del panorama cinematografico americano. Un’edizione caratterizzata da una maggiore diversità nella rosa dei vincitori e delle nomination. Tra i protagonisti della serata spicca anche Rami Malek, vincitore della statuetta come Miglior attore protagonista per la sua interpretazione di Freddy Mercury in Bohemian Rapsody. “Sono figlio di immigrati egiziani, americano di seconda generazione. Non ero la scelta più ovvia ma a quanto pare ha funzionato”, è il commento di Malek.

Regina King, nel cast di Se la strada potesse parlare, è stata invece premiata come Miglior attrice non protagonista. Nessuna vittoria, invece, per Glenn Close, considerata la favorita con ben 7 nomination.

Tre statuette per “Roma”

Non è rimasto a mani vuote nemmeno Roma di Alfonso Cuaron. La pellicola, dalla forte connotazione sociale, affonda le sue radici nell’infanzia messicana del regista. Sebbene non sia riuscito ad aggiudicarsi il premio come Miglior film, è stato premiato dall’Academy con tre statuette: Miglior regista, Miglior film in lingua straniera e Miglior fotografia. Cuaron ha dedicato “questo film ai 70 milioni di collaboratori domestici che lavorano nelle nostre case e che di solito sono relegati nello sfondo dei nostri film”.