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Sandra Milo: "Mi sono concessa a un uomo per pagare i debiti"

Sandra Milo concessa per debiti

L'attrice ha dichiarato di non essere pentita e, in riferimento al suicidio, ha dichiarato: "Una decisione terribile, ma è meno peggio di un'altra".

È una delle attrici di maggior successo del cinema italiano ed è stata la musa di un regista come Federico Fellini, ma Sandra Milo sa anche cosa significa trovarsi in gravi difficoltà economiche. È tornata a parlarne con Eleonora Daniele a Storie Italiane, informa Il Giornale. “Adesso sto molto meglio, le cose stanno migliorando moltissimo e ciò influisce sul mio umore”, ha raccontato. “Il mio avvocato aveva fatto ricorso” dopo il pignoramento sui suoi compensi. “Io ho chiesto la rottamazione delle cartelle esattoriali e grazie alla nuova legge la mia richiesta è stata accolta, mi hanno tolto il pignoramento e quindi mi hanno messo in condizione di pagare le tasse”.

“Mi sono venduta a un uomo gentile”

Ma dietro alla ritrovata serenità economica si celano dei segreti. “Non l’ho mai confessato a nessuno ma mi sono data a un uomo per saldare i debiti“, ha ammesso Sandra Milo. “Io quelle tasse le ho pagate pur non avendo più i denari guadagnati. Per pagarle mi sono venduta a un uomo gentile, carino, meraviglioso, che ha pagato per me le mie tasse, perché io non potevo”. L’attrice ha aggiunto di non essersi “mai pentita delle sue scelte. Anche se è una decisione terribile, è meno peggio di un’altra”.

I pensieri suicidi

La Milo ha infatti recentemente confessato di aver pensato al suicidio proprio in seguito alla confisca dei beni. “Potrei fare un gesto estremo”, ha dichiarato a Verissimo. “Lo Stato mi ha chiesto 3 milioni di euro. Poi, accorgendosi dell’errore, è sceso a 850mila euro, che sono comunque moltissimi soldi. Lavoro, lavoro, ma non guadagno niente perché va tutto all’Agenzia delle Entrate. Mi hanno confiscato tutto. Forse questa è l’ultima intervista che rilascio, voglio ritirarmi dalle scene, non ce la faccio più. Voglio essere una donna qualsiasi, voglio fare un lavoro diverso”.