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Gf 16, come Martina Nasoni spenderà il premio da 100mila euro

Grande Fratello

La bella Martina si racconta in un'intervista al "Corriere della Sera", rivelando cos'ha intenzione di fare con i 100mila euro della vincita.

Giubilo in casa Nasoni. La bella Martina ha conquistato il podio della 16esima edizione del “Grande Fratello“, portandosi a casa un ricco montepremi del valore di 100mila euro. La 21enne ha ricevuto il 60 percento dei voti del pubblico attraverso il televoto, alla fine di un’esperienza durata 63 giorni che non le ha risparmiato polemiche e litigi. Tra un’intervista e l’altra, la ragazza dal cuore di latta ha raccontato la sua storia e le sue aspirazioni per il futuro, rivelando dove andrà a finire il premio della vittoria.

Un cuore d’oro e di latta

Martina Nasoni, il cui soprannome è dovuto a una cardiomiopatia ipertrofica di cui soffre sin da piccola, è riuscita ad aggiudicarsi il primo premio, nonostante le polemiche ricevute durante la sua permanenza nella Casa. In un’intervista al “Corriere della Sera”, la musa ispiratrice di Irama ha svelato come spenderà il premio: “Aiuterò i miei genitori, li ripagherò in parte di tutti i sacrifici che hanno fatto per me” ha dichiarato la 21enne di Terni, che si è detta dubbiosa sul proprio futuro. “Ho fatto dei corsi di recitazione, vedremo se succederà qualcosa” ha affermato, alludendo a una possibile carriera nel mondo dello spettacolo.

La vincitrice del reality, inoltre, ha raccontato di non aver partecipato al programma con l’obiettivo di diventare famosa. Quando è stata agganciata per partecipare al “Grande Fratello”, infatti, aveva appena deciso di fare un corso di attuatrice. “Mi sono detta: proviamo, perché no? Non l’ho fatto per diventare famosa, ma per fare un’esperienza diversa” ha spiegato al “Corriere”.

La fama della Nasoni, tuttavia, precede la sua partecipazione al “Grande Fratello”. Tutto è cominciato con il suo incontro con Irama, che ha deciso di raccontare la sua storia nel testo di una canzone, “La ragazza con il cuore di latta”, appunto.