> > Morgan, sfratto rinviato 25 giugno: "Sto male, non saprei dove andare"

Morgan, sfratto rinviato 25 giugno: "Sto male, non saprei dove andare"

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La data di sfratto è stata posticipata al 25 giugno. Morgan, infatti, ha presentato un certificato medico attestante problemi di salute.

Lo sfratto di Morgan dalla sua abitazione doveva essere lo scorso 14 giugno, ma l’ufficio giudiziario ha deciso di rinviarlo per motivi legati alla salute dell’artista monzese. La nuova data fissata per lo sfratto è il 25 giugno. Marco Castoldi, in arte Morgan, ha infatti presentato un certificato medico che attesterebbe un piccolo malore del cantante. L’intervento subito in seguito avrebbe reso impossibile lo spostamento dal domicilio. Tuttavia, l’abitazione dell’artista è stata pignorata e messa all’asta del Tribunale di Monza.

La salute e lo sfratto

L’artista monzese, ex leader dei Bluvertigo, giudice e coach in molti talent show ha guadagnato alcuni giorni per trovare una soluzione al pignoramento della sua abitazione. Riguardo la sua salute, però, Morgan dovrà seguire un periodo di assoluto e completo riposo prescritto dal medico. Dopo aver accolto i giornalisti a casa sua, Marco si è confidato ammettendo di sentirsi la vittima di tutta questa situazione: la sua è un’ingiustizia. Morgan, però, aveva contratto diversi debiti con lo Stato e per questo motivo quest’ultimo avrebbe disposto lo sfratto. Tuttavia l’artista ha accusato lo Stato stesso di aver venduto la sua abitazione a un terzo del prezzo reale dell’immobile e ha chiesto un appello ai giudici. I magistrati gli hanno dunque concesso qualche settimana in più per permettergli di acquistare un’abitazione, forse di nuovo la sua. Le ultime parole dell’intervista di Morgan erano preoccupanti: “Cosa farò se la trattativa andrà male? Non lo so, non saprei dove andare e non potrei più lavorare”.

Il cartello

Qualche giorno prima del rinvio dello sfatto, sul portone di casa di Morgan era affisso un cartello che riportava alcuni articoli della Costituzione italiana. Tra gli altri c’erano il diritto al lavoro, all’inviolabilità della libertà personale, allo sviluppo della cultura da parte della Repubblica. Anche la madre della sua seconda figlia, Jessica Mazzoli, si è battuta in sostegno dell’artista monzese.