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Sylvie Lubamba: "Ho problemi economici ma non piango in tv"

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Sylvie Lubamba ci racconta in esclusiva come procede oggi la sua vita e ci rivela la verità sulla presunta richiesta di reddito di cittadinanza.

Sono passati due anni dal momento in cui Sylvie Lubamba ha detto addio alle sbarre del carcere per tornare in libertà. Sulla sua vita si è raccontato un po’ di tutto, dai giorni precedenti alle sbarre, all’incontro con il Papa, fino ad arrivare alle notizie degli ultimi giorni che l’hanno tratteggiata come un personaggio in decadenza, immersa in una vita di stenti e sull’orlo della crisi. Ma su Sylvie e sulla sua attuale situazione ci sarebbe molto di più da raccontare e da dire. Quale voce migliore per farsi raccontare una storia, quindi, se non quella della protagonista?

La verità sul reddito di cittadinanza

La prima domanda che è d’obbligo farti riguarda la recente notizia secondo la quale avresti chiesto il reddito di cittadinanza. Vorremmo sapere il come mai della richiesta e soprattutto se si tratta della verità.

“Veramente al momento sono solamente delle intenzioni, per ora non ho fatto alcuna richiesta di reddito di cittadinanza. Tuttavia ho intenzione di farla a breve dopo alcuni momenti di indecisione e alcuni consulti. Per quanto riguarda la casa popolare sono invece in graduatoria ormai dal 2016. Attualmente infatti io vivo a Milano, ospite a casa di mia madre.

Riguardante le ultime notizie mi piacerebbe fare una precisazione su chi mi definisce al verde” o con termini simili. Lo ritengo offensivo, soprattutto nei confronti della mia famiglia che si occupa di me. Vorrei sottolineare che non ho bisogno di umiliarmi nei salotti televisivi e presentarmi come un personaggio caduto in disgrazia. Non penso ci sia alcuna dignità in questo. Non credo che né da parte del soggetto, ma nemmeno da parte dei congiunti, si provi alcun tipo di piacere a rivelare a tutt’Italia che si sta vivendo un momento di fallimento”.

Sylvie Lubamba: La vita dopo il carcere

Ho letto una tua dichiarazione nella quale dicevi: “sento spesso che la gente fa fatica ad arrivare a fine mese, io invece faccio fatica ad arrivare alla terza settimana”. Ci vuoi raccontarci la tua situazione lavorativa successiva all’uscita dal carcere?

“In seguito alla mia scarcerazione sono stata ospite di vari programmi di intrattenimento per raccontare della mia esperienza: “dalle stelle alle stalle”. Successivamente, grazie al cielo, l’estate porta sempre con sé manifestazioni come concorsi di bellezza, piuttosto che eventi legati alle onlus per progetti a scopo benefico, quindi di tanto in tanto sono stata contattata come guest, come madrina o presentatrice. D’estate quindi la mia vita professionale è più attiva e la condivido sulle mie pagine social come potete vedere.

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Ciò nonostante da quando sono stata scarcerata il lavoro in televisione è discontinuo. Insomma la televisione mi ha abbandonata. Ogni tanto tuttavia capita che alcuni salotti, tra l’altro impegnativi e di approfondimento politico, mi chiamino e mi coinvolgano. Tre settimane fa sono stata ospite da Paolo del Debbio a Dritto e Rovescio, dove abbiamo affrontato la tematica dell’immigrazione. Di quella serata ho apprezzato molto che non mi sia stato chiesto del carcere e che si sia invece parlato di tutt’altro argomento, che comunque mi tocca come immigrata di seconda generazione”.

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A distanza di due anni dall’uscita dal carcere come ti senti?

“Sono riuscita a riambientarmi ma è stato faticoso e questo non me l’aspettavo; mi sentivo spossata e scombussolata”.

Tu sei uscita in anticipo per buona condotta giusto?

“Si sono uscita il 25 dicembre, un giorno speciale, quello della rinascita, il giorno in cui tutto comincia di nuovo. Come sanno tutti durante la mia carcerazione ho avuto un incontro ravvicinato con il papa. Tra 250 detenute sono stata scelta per la lavanda dei piedi, è stato un evento per me inaspettato e straordinario. Tutt’ora io sono incredula”.

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Per quanto riguarda i rapporti affettivi e lavorativi nell’ambiente dello spettacolo: come sono stati modificati dalla tua carcerazione?

“Durante il mio periodo in carcere pochissime persone si sono palesate. L’ambiente del carcere fa paura, dietro ci sono ancora molti preconcetti e pregiudizi. Qualcuno forse pensava che semplicemente scrivendomi una lettera o una cartolina sarebbe stato coinvolto in chissà quale situazione. Questa è una forma di ignoranza che avevo anche io.

Voglio rassicurare i vostri lettori. Se avete degli amici che per qualsiasi motivo sono incarcerati potete comunque incontrarli o sentirli, non succede assolutamente niente, non sarete coinvolti in situazioni losche. Invito le persone che ci stanno leggendo a stare vicini ai propri cari in carcere, frequentare un detenuto non è assolutamente compromettente”.

Reality in vista?

Tornando al mondo della televisione, alcuni anni fa partecipasti a “La Talpa”, saresti ora disponibile a tornare a partecipare ad un reality?

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“Si, come dichiarato precedentemente al Corriere della sera lo rifarei. Ho dichiarato che mi piacerebbe tornare a fare reality per presentare e far conoscere una Sylvie Lubamba un pochino diversa rispetto a quella dei tempi in cui lavorava con Piero Cambretti. In secondo luogo ho tanto da raccontare, e non parlo solo del carcere. Vorrei avere la possibilità di interloquire con il pubblico italiano quotidianamente. Quale contenitore migliore quindi si un reality come potrebbe essere il GF Vip piuttosto che l’Isola dei Famosi?”

Sylvie Lubamba: io e mia madre

Abbiamo letto tanti tuoi commenti sul rapporto con tua madre nei quali la ringraziavi. Ci parli di lei?

“Mia madre mi è stata vicina nei momenti più duri della vita e continua a farlo e a supportarmi, non solo economicamente, ma soprattutto moralmente. Mia madre crede molto in me e mi sostiene quindi in quelle che sono le mie scelte, anche professionali. Mi è stata accanto anche nel periodo successivo al carcere nel quale è difficile reinserirsi a livello sociale. Non parlo della amicizie, parlo proprio del tessuto sociale.

Quando stai tre anni chiuso in un posto e sei privato della libertà l’impatto con l’esterno diventa difficile a livello psicologico. Per quanto nel periodo successivo al carcere vieni assistito da diversi psicologi, in realtà chi poi è in grado di cambiare le cose sei tu con la tua forza d’animo, e nel mio caso sono stati importanti l’amore e l’affetto della mia famiglia, degli amici e dei nipoti. Insomma l’aiuto dei professionisti non è sufficiente”.

La scorsa settimana si è intravisto il tuo volto in una delle storie Instagram di Manila Gorio. Ti abbiamo quindi vista sulla passerella di una sfilata, ce ne parli?

“Si certo, ho aperto la Mad Mood Milano Fashion Week sfilando per una stilista di Termoli, Pasquy Altieri, che mi ha dato questa possibilità. Insomma sono stata l’apripista, ho rotto il ghiaccio. Non era certo la mia prima sfilata ma è pur sempre un’emozione e una responsabilità. Alla fine però è andata bene, tutti erano soddisfatti, compresa la stilista della quale ho indossato l’abito anche da Paolo del Debbio in prima serata”.

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Abbiamo letto che saresti disposta a fare un lavoro anche “comune”. Lo confermi?

“Si anche se in realtà non mi sono mai proposta e candidata per un lavoro normale, ma in ogni modo lo farei. Lo farei anche per alleggerire mia madre che si occupa di me e di lei solo con la sua pensione. Lo farei per venirle in conto con quelle che sono le spese di casa”.

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