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Simone Cristicchi si racconta: "Il più grande dolore della mia vita"

Simone Cristicchi morte padre

Il cantante spiega di aver trovato conforto soltanto nel disegno, passione che coltiva ancora oggi.

Ospite di Silvia Toffanin, Simone Cristicchi ha raccontato di aver subito un grave lutto, quello della morte del padre, quando era ancora bambino. Ha poi spiegato come, grazie all’arte, è riuscito a trasformare quel dolore in qualcosa di positivo.

Simone Cristicchi: la morte del padre

Il cantante si è lasciato andare ai ricordi della sua infanzia, “una vita normale trascorsa in una famiglia normale in una periferia romana“. Un periodo in cui è nato il suo amore per il disegno, scaturito dalla volontà di abbandonare un dolore subito per concentrarsi su qualcosa di positivo.

All’età di dodici anni infatti, Cristicchi ha perso suo padre, all’epoca 41enne. “Diventare orfano è stato un enorme problema. Da un momento all’altro mi sono ritrovato ad essere diverso e per questo mi autoemarginavo“, racconta. E spiega la tristezza provata nel vedere i suoi compagni di scuola avere una famiglia al completo. Tutti gli dicevano che il papà era volato in cielo e che un giorno l’avrebbe rincontrato, ma lui lo sapeva benissimo: non c’era più e mai l’avrebbe rivisto.

Da quel giorno è scattata in lui una ribellione verso il mondo che l’ha portato a chiudere la realtà fuori dalla sua stanza. Così ha iniziato a disegnare, passando giorni, mesi e anni nella sua fantasia, “in un mondo dove non poteva accadermi niente di brutto e che riuscivo a tenere sotto controllo perché ne ero io l’artefice“. Un mondo fatto di fumetti e personaggi comici, che gli permettesse di evadere da quel dolore e pensare a qualcosa di positivo.

Una passione, quella del disegno, che coltiva ancora oggi perché, spiega, “l’arte ti può salvare la vita“.