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Lina Wertmüller vince l'Oscar alla carriera: "Molto orgogliosa"

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La regista italiana Lina Wertmüller si racconta in un'intervista rilasciata a Los Angeles Times in occasione della cerimonia per l'assegnazione dell'Oscar alla Carriera.

A poche ore dai Governor Awards – la cerimonia in cui vengono assegnati gli Oscar alla carriera e gli Oscar per meriti umanitari intitolati a Jean Hersholt e Irving G. Thalberg – una delle vincitrici di quest’anno, la regista italiana Lina Wertmuller, si racconta in un’intervista rilasciata al Los Angeles Times. La Wertmüller ripercorre la sua carriera iniziata negli anni ’60, soffermandosi inoltre sul ruolo che ricoprono le donne registe nel mondo del cinema di oggi.

Lina Wertmüller vince l’Oscar alla carriera

“Certamente è stato qualcosa di molto bello. È stato molto emozionante”, così la Wertmüller descrive le quattro nomination all’Oscar ricevute nel 1977 con il film Pasqualino Settebellezze, ambientato durante la seconda guerra mondiale con protagonista l’attore feticcio della regista italiana: Giancarlo Giannini. La Wertmüller fu infatti la prima regista donna al mondo ad essere nominata agli Oscar, anticipando di oltre trent’anni la prima vittoria di una donna nella stessa categoria, avvenuta nel 2010 con Kathryn Bigelow che vinse l’Oscar alla regia con il suo The Hurt Locker.

La nomination all’Oscar altro non era però che il risultato di una ben più lunga ascesa nell’olimpo cinematografico che durava già da alcuni anni. Film come Mimì metallurgico ferito nell’onore o Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza avevano infatti corso negli anni precedenti per la Palma d’Oro al Festival di Cannes e la stessa Wertmüller era ormai considerata un creatrice di capolavori iconici al pari di Federico Fellini. Malgrado il successo di queste pellicole però, i successivi film della Wertmüller non incontrarono il favore dell’industria cinematografica, la quale in gran parte voltò le spalle alla regista 91enne. Proprio durante l’intervista la Wertmüller afferma di non sapersi spiegare come mai ci sia voluto così tanto tempo all’Academy per conferirle questo riconoscimento.

Il linguaggio cinematografico

Nell’intervista la cineasta spiega inoltre il suo approccio schietto e diretto nel trattare all’interno dei suoi film tematiche ritenute scottanti se non addirittura tabù. Il suo saper mescolare sapientemente la satira con il dramma e la farsa con i buoni sentimenti suscitava negli anni passati accesi dibattiti tra i critici che ricordano quelli emersi in occasione della presentazione di film come Jojo Rabbit, di Taika Waititi, ambientato nella Germania degli anni ’30 dove un bambino ha come amico immaginario nientemeno che Adolf Hitler.

Proprio in merito al mischiare tragedia e umorismo e a come gestire tematiche difficili la Wertmüller ha spiegato: “Quando hai qualcosa come i nazisti che sono in circolazione da molto tempo, puoi decidere di parlarne o di non parlarne affatto. Sento tuttavia che è meglio parlarne e affrontarlo senza pregiudizi di sorta”.

Il ruolo della donna nel cinema

Parlando infine di cosa ha significato essere una donna regista in un mondo di soli uomini, la Wertmüller ha posto l’accento sulla sua natura anticonformista e sul suo aver voluto sempre avere l’ultima parola suoi suoi progetti cinematografici: Dato che sono sempre stata in grado di essere me stessa, sono sempre stata in grado di fare il tipo di film che mi andava di fare. Se dovessi trovare qualcuno che improvvisamente non volesse più sostenere le mie idee, semplicemente andrei da un altro produttore e troverei un altro modo per poter girare il mio film”.

La regista 91enne è infine fiduciosa della futura ascesa delle direttrici femminili e di come l’industria cinematografica abbia saputo adattarsi al nuovo tipo di autorialità, emersa recentemente proprio grazie a loro: “Le cose cambiano e si evolvono continuamente. Negli ultimi anni, le donne hanno fatto di più, è vero. Si sono ribellate”. Con l’Oscar alla Carriera che ricevera il 27 ottobre, Lina Wertmüller diventerà la terza regista donna a ricevere un simile riconoscimento dopo l’americana Kathryn Bigelow nel 2010 e la belga Agnès Varda nel 2018 (quest’ultima anch’essa alla Carriera).