> > Tale e Quale Show è razzista? Una polemica sterile che non combatte le vere ...

Tale e Quale Show è razzista? Una polemica sterile che non combatte le vere discriminazioni

Tale e Quale Show la polemica Blackface: Bonanno fa Beyoncè

Tale e Quale Show è stato investito da critiche sui social per il caso blackface. È tutta una polemica pretestuosa?

Accade che un programma del venerdì sera di Rai1, tendenzialmente seguito dal pubblico fedele della Rete e dagli appassionati del genere, venga accusato di razzismo e, la polemica che ne segue, tenga banco per giorni. Stiamo parlando di Tale e Quale Show e del caso Blackface.

Tale e Quale Show: il caso Blackface

Tutto ha origine durante la scorsa puntata, quando una dei concorrenti, Roberta Bonanno, ha dovuto imitare Beyoncé e, per risultare il più somigliante possibile alla cantante, è stata scurita in volto. I social, Twitter in particolare, hanno urlato allo scandalo, rimandando al cosiddetto blackface, una pratica diffusa a fine Ottocento tra gli attori di teatro, che consisteva in un trucco molto marcato e poco realistico per assumere le sembianze di una persona nera.

Secondo i detrattori, gli autori di Tale e Quale Show avrebbero dovuto decidere di non intervenire sul colore della pelle della Bonanno, onde evitare di risultare razzisti. In poche ore il tam tam mediatico ha preso il sopravvento e il programma condotto da Carlo Conti è finito nell’occhio del ciclone. Insulti poco velati, richieste di scuse ufficiali, minacce di non guardare più il programma, accuse di discriminazione, ignoranza e razzismo.

Tale e Quale Show caso blackface: polemica pretestuosa

La polemica appare del tutto pretestuosa e per svariate ragioni. Innanzitutto, Tale e Quale Show è un format che si basa sulla somiglianza canora e fisica con il cantante imitato. I voti dei giudici sono calibrati su questi due parametri. È vero che a vincere è l’artista più bravo a interpretare il collega di turno. Però è altrettanto vero che, alla fine di ogni esibizione, sia Conti sia il concorrente non dimenticano di ringraziare le maestranze Rai, nello specifico trucco e parrucco, vocal coach, coreografo e sartoria, asottolineare che la trasformazione è a tuttotondo e per tale viene valutata.

In secundis, imitare Stevie Wonder, Dionne Warwick, Beyoné travestendosi da Stevie Wonder, Dionne Warwick e Beyoncé, riprendendo non solo la prossemica, ma anche il colore della pelle, non vuol dire scimmiottarli. Tale e Quale è uno show televisivo, che, in quanto tale, lavora sulle immagini. L’immagine deve restituire il cuore del format: la somiglianza tra concorrente e cantante imitato. Per riuscirci, spesso si accentuano caratteristiche fisiche evidenti (ad esempio, i denti sporgenti, un naso adunco o un paio di occhiali per il cantante cieco), ma nessuno si è mai sentito offeso.

Perchè l’imitazione di Beyoncè ha provocato scandalo?

Negli anni il pubblico ha assistito a decine, forse centinaia di imitazioni. Perché, dunque, è proprio quella di Beyoncé a suscitare tanto scontento? Forse perché coloro i quali hanno criticato non avevano mai visto il programma oppure perché, come spesso purtroppo accade, è più facile pronunciarsi sull’ondata del momento, sul sentiment emerso dai commenti social.

In sostanza, è più facile seguire la massa che ragionare con la propria testa. Di certo, la situazione politica nostrana e mondiale vive un momento tutt’altro che tranquillo, ma occorre distinguere tra messaggi razzisti e mero show. Voler trovare accuse razziste anche quando non se ne ravvisano è un mero pretesto per creare un inutile marasma senza fondamento. Insomma, molto rumore per nulla.

Il Politically Correct a tutti i costi

Vi è da dire che negli Stati Uniti Channing Tatum, nel programma Lip Sync Battle, ha imitato Beyoncé senza ricorrere al trucco. Una scelta che in molti in Italia hanno apprezzato, ma che ha il sapore dell’ipocrisia. Il politically correct a tutti i costi non paga, anzi, fa proprio male perché sminuisce il valore vero delle piaghe sociali, di cui il razzismo certamente fa parte.

Mettere sullo stesso piano un varietà che offre puro e semplice svago alla propaganda razzista, è scorretto. La polemica avrebbe avuto ragione di esistere, e anche a gran voce, se la Bonanno avesse deriso, preso in giro, scimmiottato Beyoncé e se l’avesse fatto in quanto donna nera. Così non è stato ed ecco perché il caso blackface non sembra altro che un pretesto per trovare il marcio a tutti i costi.

La Rai non ha ancora preso posizione sulla vicenda e si spera che non lo faccia. Non perché si debba mettere la polvere sotto il tappeto, ma perché bisognerebbe dare il giusto peso alle cose. Bisogna trattare Tale e Quale Show per quello che è: un programma televisivo di intrattenimento.