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Sanremo 2020, Junior Cally: "Se avessero potuto, mi avrebbero ucciso"

Sanremo 2020

Prima di Sanremo 2020 è finito nel mirino delle critiche, ora Junior Cally si difende: "Oggi c'è facilità a insultare"

All’anagrafe è Antonio Signore, ma il grande pubblico lo chiama Junior Cally. La sua partecipazione a Sanremo 2020 ha alimentato non poche polemiche, ma lui si fa conoscere con un brano maturo e coinvolgente. “No grazie” ha un sound piace e il ritmo è coinvolgente. In conferenza stampa ha parlato del suo look e dei suoi tatuaggi, del suo ultimo album, “Ricercato”, e del suo brano sanremese. Non mancano neppure i riferimenti alle accuse nei suoi confronti. E ai giovani che inseguono un sogno come il suo ha detto: “Chi prova a ostacolare il tuo sogno lo fa perché non riesce a trovarne uno proprio.

Sanremo 2020, Junior Cally risponde alle critiche

“Voglio farmi portavoce di chi non trova spazio e non ha la mia stessa fortuna. Il mio è un brano politico, questa classe politica non mi rappresenta”. Comincia così la conferenza stampa di Junior Cally, che ha descritto così il suo brano sanremese. Sulla sua esibizione ha detto: “Sull’Ariston mi avete visto come un bimbo emozionato. Mi sono mostrato per quello che sono davvero. Scendendo le scale ho pensato di tutto e di più”.

“Sono cresciuto in un paese di 1800 abitanti, dove il pregiudizio a volte trionfa. A volte può essere motivo e voglia di rivincita. Io misi la maschera per sconfiggere il pregiudizio. Ho messo la maschera con la convinzione che qualcuno sarebbe venuto sotto casa mia con le mia canzoni a tutto volume. Tutto quello che viene detto sui tatuaggi e l’aspetto fisico deve essere un modo per sconfiggere il pregiudizio stesso”, ha aggiunto.

Sulle critiche che lo hanno coinvolto in prima persona alla vigilia del Festival, ha commentato: “Oggi c’è una facilità a insultare. Io e la mia ragazza definiamo Instagram la palestra dei frustrati. Se qualcuno mi avesse messo in piazza e avesse ordinato di uccidermi, qualcuno lo avrebbe fatto. In molti dicevano: “È figlio di una donna di chiesa, come ha fatto a partorire un figlio verso satana?”. Mia mamma ha 60 anni ed è un’insegnante delle scuole elementari, è dentro il rap e conosce il linguaggio. Lo ha capito. Però per un genitore non è carino svegliarsi e sapere che il paese ha fatto una petizione per farmi togliere la residenza. Mia mamma questi insulti se li fa scivolare addosso, ma non tutti riescono a farsi scivolare addosso il cyberbullismo”

“Io ho fatto tutto meno la figura del giocattolino”, ha detto provocatoriamente in risposta alle critiche rivolte da Bugo al rap.