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Essere single ai tempi del Coronavirus

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Netflix, maschere per il viso, pizza sul divano: essere single ai tempi del coronavirus ha i suoi vantaggi. Usiamo l'ironia per sconfiggere l'ansia.

Quando hai quarant’anni o giù di lì, sei single e vivi a Milano, ti senti una dea. Puoi uscire, frequentare chi ti pare e quando ti pare, dormire fino a tardi dopo una festa in cui ti sei concessa il bicchiere della staffa, permetterti il lusso di pranzare alle quattro del pomeriggio guardando per l’ennesima volta le repliche di Una mamma per amica, o di rimanere a leggere tutto il giorno sul letto.

Quando hai quarant’anni o giù di lì, sei single e vivi a Milano ai tempi del Coronavirus, invece, ti senti come un calzino spaiato in un cassetto pieno di calzini appaiati. Sola. E un po’ ti ritrovi a invidiare le amiche in coppia, ad avere bisogno del conforto dell’abbraccio di un uomo, del tuo uomo, quello a cui hai giurato nella buona e nella cattiva sorte.

“Almeno loro possono fare sesso”, pensi, ragionando sul fatto che per te la prossima volta, se tutto va bene – e tutto andrà bene – sarà dopo il 3 di aprile, data che per chi si trova nella zona rossa (ormai estesa a tutta l’Italia), è come la domenica di Resurrezione a Pasqua. Già. Perché, tu che non sei in coppia dalla festa del terzo liceo e sei una persona coscienziosa, sai bene che questo non è il momento di uscire da casa per andare a cena con quel ragazzo che ti scrive da tempo, né quello di sfogliare pigramente la home di Tinder, scartando facce e profili come fossero figurine Panini, alla ricerca di qualcuno con cui uscire. Anche perché, nel caso in cui decidessi di farlo, dovresti comunque rispettare la distanza di un metro. E baciarsi a distanza di un metro non è facile, a meno che tu non sia la figlia segreta di una contorsionista del Circo Togni.

Insomma essere single ai tempi del Coronavirus è meno divertente di quanto poteva esserlo prima del suo arrivo funesto. E quel che è peggio è che non puoi nemmeno cercare consolazione in zuccheri e carboidrati, perché quando tutto finirà – e tutto presto finirà, se usiamo la testa – ti ritroverai a pochi mesi dalla prova costume. Da questa storia ne dobbiamo uscire. Ma questo non significa che ne dobbiamo uscire per forza grasse e con il colesterolo a mille come il cuore di Calcutta. La chiusura dei centri estetici a Milano, gestiti per lo più da adorabili, esperte e professionali ragazze cinesi, ci ha già messo a dura prova, obbligandoci a fare in casa la ceretta da sole, con esiti spesso tutt’altro che incoraggianti. Evitiamo pertanto, in questi giorni di quarantena, di trasformarci nella copia della Bruttina Stagionata, protagonista del celebre romanzo di Carmen Covito. In caso contrario, potremo scordarci di continuare la felice vita da single che conducevamo prima che il malefico virus si diffondesse.

Certo, è altresì vero che essere single ai tempi del Coronavirus, ma soprattutto esserlo in quarantena, può presentare numerosi vantaggi. Per esempio: usare tutte le maschere viso idratanti che ti eri riproposta di fare nella lista dei buoni propositi stilata a Capodanno, circolare per casa con uno spesso strato di crema all’argilla color puffo senza fare venire il coccolone a nessun uomo, leggere tutti i libri che giacevano sul comodino mentre eri troppo impegnata ad avere una straripante vita sociale e/o cercare l’ennesimo uomo sbagliato, fare una maratona di serie Tv su Netflix senza sentirti giudicata da nessuno, fare i cruciverba come fanno i vecchietti al mare, senza che questo nuoccia al tuo sex appeal. E molte altre cose amene, come per esempio mangiare la pizza unta (una volta a settimana, altrimenti il rischio è quello di cui sopra) direttamente dal cartone e con le mani, in pigiama e sul divano, guardando Titanic, cantando e piangendo quando arriva la scena in cui Di Caprio dice a Kate Winslet: “Ti fidi di me?”. Del resto quando hai una pizza margherita calda e una birra fredda in mano, che te ne fai dell’amore?