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Coronavirus, Paolo Brosio a Conte: "Dovevi affidarti a Dio"

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Il governo ha le chiese e lasciato aperti i tabaccai: Paolo Brosio ha criticato le scelte del Premier Conte nell'affrontare l'emergenza coronavirus.

Paolo Brosio non ha mancato di nascondere le sue rimostranze nel modo in cui il governo Conte sta gestendo l’emergenza coronavirus. Il suo principale errore è secondo lui quello di essersi affidato totalmente alla scienza senza aver chiesto aiuto a Dio.

Coronavirus: Paolo Brosio contro Conte

Secondo il giornalista l’esecutivo guidato dal Movimento Cinque Stelle non è interessato ai valori cristiani. E in un momento come questo a suo dire è indispensabile appellarsi all’autorità divina senza dipendere solo dalla scienza, “altrimenti avremmo risolto tutto con la bacchetta magica“.

Secondo Brosio il governo ha pensato a tutto tranne che alle fede e l’ha invitato, come fatto anche da Matteo Salvini, a riaprire le chiese. Ovviamente con le dovute precauzioni e nella garanzia del rispetto delle distanze interpersonali fornite dalla comunità scientifica. La sua polemica verte sul fatto che è possibile andare nei tabaccai, nei supermercati, nelle edicole e comprare persino un cacciavite mentre è impedito l’accesso ai luoghi di culto.

Perché non tenerle aperte almeno per le messe feriali? Bisogna tornare a Dio e anche di corsa perché quello che sta avvenendo è un segnale ben preciso“, ha aggiunto. La sua proposta è quella di allestire un altare leggero dove il sacerdote sul sagrato possa parlare dal microfono e la gente da fuori, con mascherina, guanti e distanza, può ascoltare e prendere l’ostia. “Se non fai la confessione come fai a toglierti il peccato dall’anima?“, si è chiesto indispettito.