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Matteo Macchioni, ex tenore di Amici: "Serve positività per la ripartenza"

Matteo Macchioni tenore

Nell'intervista esclusiva a Matteo Macchioni, il tenore ha spiegato la sua lettera al premier Conte e al ministro Franceschini in difesa del teatro.

Il periodo d’emergenza sanitaria ha costretto gli italiani a stravolgere le proprie abitudini, modificando il proprio stile di vita e adattandosi a una quotidianità completamente differente. Oggi però c’è voglia di riassaporare la normalità di sempre, pur nella sua diversità. Dopo giorni in cui il lutto più cupo, la sofferenza più profonda e quell’imperante senso di vuoto hanno avuto la meglio nello stato d’animo di ciascuno, c’è bisogno di positività. È questo il messaggio di Matteo Macchioni, tenore sapiente e raffinato, dalla vocalità delicata e profonda, che in molti ricorderanno per la sua partecipazione ad Amici di Maria De Filippi: per difendere il settore della musica e dello spettacolo e richiedere le giuste garanzie per artisti e tecnici che lo animano, ha scritto una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini.

Matteo Macchioni tenore: lettera a Conte

Il tenore emiliano ha scritto una lettera in difesa dei lavoratori del settore del teatro italiano. Apprezza le offerte in streaming fortemente aumentate e potenziate nel corso del prolungato lockdown, ma sottolinea l’esigenza di tutelare e dare garanzie a un mondo “fondamentale e strategico come quello dei teatri italiani, dove si diffondono e producono musica, opera lirica, danza, prosa ed ogni altro tipo di manifestazione culturale”, ha giustamente sottolineato. Non si dimentichi, infatti, che in questi mesi a soffrire sono anche “i lavoratori dello spettacolo, in particolar modo i liberi professionisti con partita iva, ma in generale tutti coloro che ricoprono una mansione attinente al mondo della produzione culturale”. Nella lettera conclude: “L’Italia non perderà i teatri, ma rischia di perdere coloro che li rendono vivi, gli artisti.

Nell’intervista esclusiva a Matteo Macchioni, il tenore ha spiegato: “Ho scritto la lettera il 4 maggio, nel frattempo pare ci siano state delle svolte e dal 15 giugno ci sarà una parziale riapertura. Sono contento che ci siano delle risposte. Ho voluto esprimere dei suggerimenti e delle idee, ma le ho messe in campo con la massima umiltà, affinché chi deve prendere decisioni possa farlo avendo un confronto con gli artisti che si muovono in questo settore”.

Matteo Macchioni tenore

Difficile mettersi ora nei panni delle istituzioni, lo stesso Matteo Macchioni fatica a immaginare quali potrebbero essere le soluzioni che adotterebbe se fosse lui al governo. A tal proposito ha commentato: “È un momento di estrema difficoltà e crisi. Credo sia stato usato buon senso, ma stando dall’altra parte della barricata c’è la componente emotiva che mi spinge a chiedere di ripartire. Serve positività, ma questa dev’essere bilanciata dalla prudenza”.

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Un post condiviso da Matteo Macchioni (@matteo_macchioni) in data: 4 Mag 2020 alle ore 4:45 PDT

Come sarà la ripartenza

“La mia speranza è che quello che sento io nel cuore lo sentano anche le altre persone. C’è voglia di vita e di fare le cose che siamo abituati a fare, ora da riadattare con le dovute misure di sicurezza. Dovremo stare attenti per tutto il tempo che sarà necessario, almeno fino a quando la minaccia globale sarà solo un ricordo”. Così, nell’intervista a Matteo Macchioni, il tenore immagina la ripartenza, nella speranza che la gente non abbia paura e torni ad animare i teatri.

“Il fuoco che hai dentro, la positività e la voglia di tornare a vivere certe emozioni credo siano la spinta più grande insita in ciascuno di noi e penso che questo non scemerà mai. La paura è inevitabile, ma penso verranno messe in campo tutte le misure necessarie per farci vivere in sicurezza anche fuori dalle mura domestiche”. Poi ha ricordato il “nutrimento che può dare la cultura”.

“Essere positivi e propositivi è quello che io sento e penso che siano sentimenti di cui abbiamo tutti bisogno in questo momento”, è il messaggio che vuole dare e che Matteo ha più a cuore.

Matteo Macchioni tenore

10 anni di carriera

Matteo Macchioni coltiva da sempre una smisurata passione per la musica. Nel 2007 consegue, con il massimo dei voti, il diploma accademico di secondo livello in pianoforte, coltivando parallelamente lo studio e la passione per il canto lirico. 3 anni dopo la svolta.

Matteo Macchioni tenore

Nel 2020 festeggia i suoi primi 10 anni di carriera dal debutto televisivo nel talent Amici di Maria De Filippi (primo tenore nella storia del programma) e da quello teatrale nel ruolo di Nemorino nell’Elisir d’amore di Donizetti, diretto dal Maestro Daniel Oren al Teatro Giuseppe Verdi di Salerno. A tal proposito, ha confidato: “A Salerno sono arrivato per la prima volta nel giugno del 2010: sono contento perché potrò festeggiare la ricorrenza, senza dover essere costretto al lockdown”.

Matteo Macchioni tenore

Parlando della sua carriera, ha commentato: “Sono stati 10 anni variegati. Dopo la laurea in pianoforte ho fatto le mie prime esperienze. Ho avuto la fortuna di intraprendere l’esperienza televisiva, nel 2009-2010, e dopo pochi mesi c’è stato il mio debutto al teatro di Salerno. Gli anni successivi sono stati molto duri: ho studiato molto per perfezionarmi ed essere competitivo nel mondo del canto lirico dal vivo. Serve una giusta predisposizione mentale e ci vuole anche quel pizzico di fortuna sempre necessario per vedersi aprire le porte giuste”. E ancora: “Dal 2014 sono iniziate le attività di più alto livello e ora sto riuscendo a portare la mia voce nel mercato internazionale: in Europa, America Latina e Asia. Sto continuando un percorso di perfezionamento e carriera solida”.

Matteo Macchioni tenore

“Ho iniziato come uno studente del canto lirico, sia quando sono entrato nella scuola di Amici sia una volta arrivato a Salerno. Portavo con me tante paure, ma poi si sono trasformate in energia mentre cantavo”, ha aggiunto. Poi ha spiegato: “Noto che c’è grande passione e interesse per la musica lirica, ma l’età media degli spettatori di opere liriche in teatro è più alta in Italia rispetto ai paesi del Nord Europa”. Quindi ha espresso il suo augurio: Spero si possa puntare di più sulla cultura, fin da quando i bambini sono piccoli, così da formare un orecchio più acculturato. Sarà quello il pubblico di domani”.

Non mancano i progetti per il futuro. A tal proposito, ha spiegato: “Il 2020 sarebbe dovuto essere pieno di impegni. I mesi autunnali potranno essere i migliori per tornare a cantare e fare tutto ciò che non è stato possibile fare finora a causa dell’emergenza coronavirus. Il mio tour in Danimarca è stato cancellato, ma riprenderà a gennaio 2021. Intanto pare sia confermato “Il Barbiere di Siviglia” a Cardiff. Tutto però dipenderà da quali saranno le possibilità di viaggiare e quale sarà la situazione. Dipenderà anche se sarà necessario fare la quarantena una volta arrivato all’estero”. Però ha tenuto a ribadire: “Il calendario è giù pieno”. Quindi ha fatto sapere: “L’ottica è di ripartire a settembre, speriamo ci siano tutte le possibilità. Resto in attesa delle disposizioni governative, delle informazioni che di volta in volta verranno diramate e della disponibilità dei teatri”.