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Discoteche chiuse, Gaia Bianchi furiosa: “Non andrò a scuola”

gaia bianchi

Gaia Bianchi, caos sul web dopo il suo video sulla chiusura delle discoteche.

Il decreto ministeriale sulla chiusura delle discoteche ha scatenato sul web e per le strade grandi polemiche. Molti influencer hanno appoggiato la decisione del Governo, mentre altri, invece, si sono scagliati contro. Tra questi anche la giovane Tiktoker Gaia Bianchi. La ragazza è finita in una vera e propria bufera mediatica. Tramite il suo profilo Instagram, infatti, aveva condiviso un video in cui esprimeva tutto il suo disappunto per la chiusura delle discoteche e ci è andata giù pesante con alcune affermazioni. “Se chiudete le discoteche io non vado a scuola”, aveva dichiarato la Tiktoker, sostenendo le sue idee con motivazioni alquanto discutibili. Il web non perdona e Gaia è stata fortemente attaccata da ragazzi e adulti. In molti hanno anche ricordato di quanto la 16enne, per partecipare ad una festa, aveva violato la quarantena lo scorso aprile.



La polemica sui social

Su tutti i social ha spopolato l’#Gaiabianchiisoverparty, ad indicare il fatto che, secondo moltissime persone, la Tiktoker, anche questa volta, l’ha fatta davvero grossa. Nonostante gli attacchi, Gaia ha continuato a mantenere le sue idee. “Ieri ho messo tre storie dove parlavo in modo superficiale e ironico della chiusura delle discoteche, dove dicevo che se chiudevano non andavo più a scuola. Quello che voglio farvi capire è che non sono io, che da ragazza 16enne voglio andarmi a divertire, il problema sono quei 4 babbi che abbiamo al governo, che hanno tenuto le discoteche aperte fino a ferragosto. Il problema è questo governo di mer** che non sa da che parte muoversi e adesso vogliono dare la colpa a noi ragazzi che non ‘rispettiamo il decreto’, anziché darla a chi dovrebbe controllare la situazione nelle discoteche o in qualsiasi altro posto. Hanno addirittura messo che dalle 18 in poi c’è l’obbligo della mascherina anche all’esterno, come se il virus si svegliasse a un orario! Questo perché dalle 18 in poi si crea la così detta ‘movida’ tra noi ragazzi ed è poi facile scaricarci la colpa”.