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Marta Pistocchi: "Vi racconto la mia città da un nuovo punto di vista"

Marta Pistocchi Toponomastica

Da un interrogativo curioso nasce l’album di Marta Pistocchi e il suo spettacolo, “Toponomastica”. "Impariamo a guardarci intorno”, è il suo invito.

Cosa ci direbbero i topi se potessero parlare? È da questa domanda che prende le mosse il progetto di Marta Pistocchi, talento sopraffine e raffinato, è una milanese doc, violinista, cantautrice e autrice: nell’intervista esclusiva ha presentato il suo primo album, “Toponomastica”. Un gioco di parole da cui trapela quel pizzico di ironia che fa da fil rouge al disco e riporta in auge una tradizione eterna per la cultura italiana. Recuperando l’eredità dei protagonisti dello scenario milanese, tra i quali spiccano nomi come Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Dario Fo, dà vita a un progetto che valorizza la bellezza del teatro-canzone. Originalità e leggerezza sono il punto di forza dell’album, che dietro la delicata patina pungente e ironica cela interessanti spunti di riflessione, frutto di una scoperta attenta e curiosa tra le vie della sua città. Bravura melodica e animo sensibile, segno di un’artista poliedrica, ci permettono di conoscere i segreti di una città che offre storia, vissuti, piccoli e inestimabili dettagli. Alla superficialità e alla frenesia imperante ai giorni nostri, Marta risponde con un occhio amorevole e attento.

Marta Pistocchi racconta “Toponomastica”

Dalla sua voce trapela vivacità e passione, audacia e autenticità: così Marta Pistocchi ha parlato del suo primo album, “Toponomastica”. Com’è nato il progetto? “Ho coltivato il mio progetto per circa un anno e mezzo, che diventano quasi due se contiamo i mesi di lockdown. Avremmo dovuto debuttare a marzo 2020. Sono nate prima le canzoni, scritte quasi per caso in un periodo in cui avevo poco lavoro. Scrivendo ho concentrato l’attenzione sulla mia città. Mi trovavo a Milano ed è stata lei la musa ispiratrice delle mie canzoni. Partendo dalla musica ho pensato subito di realizzarne uno spettacolo. Il teatro è nelle mie corde: sono principalmente musicista, ma mi sono già sperimentata nei panni di attrice comica, un ruolo che mi fa sentire molto a mio agio”, ha spiegato, dimostrando la sua voglia di mettersi in gioco e crescere. “Scrivendo le canzoni, ho immaginato subito lo spettacolo, che racconta una particolare visione della città”. Si incarna e si porta sul palcoscenico il punto di vista dei topi, grandi abitatori delle vie milanesi, e così nasce il titolo del disco. “Lo spettacolo è una conferenza di topi per topi. In questo gioco viene coinvolto anche il pubblico. I topi sono molto più presenti di noi umani in città e tutto ciò che sanno lo hanno appresso muovendosi per le sue strade”. Ai topi va riconosciuto un grande merito: “Sono molto più capaci di noi di osservare la città, perché sanno guardare i dettagli e gli angoli in penombra, che spesso a noi sfuggono. Noi umani siamo troppo spesso di fretta. Ci addentriamo con frenesia tra le strade della città e non guardiamo neppure ciò che ci circonda”. Uno spunto interessante quello proposto da Marta, “è una provocazione dalla vena ironica: i topi conoscono la città meglio dei suoi abitanti e si stupiscono dei bizzarri comportamenti umani”.

Per la realizzazione del suo album, Marta si è fermata a guardarsi attorno: Milano mi stupisce ogni giorno, nonostante vi sia nata e cresciuta. Milano racconta sempre qualcosa di nuovo a tutte le persone che si concedono il lusso di fermarsi e si guardano veramente attorno”.

Marta Pistocchi non nasconde il suo legame con Milano, che si evince chiaramente nell’album “Toponomastica”. Di Milano ci rivela i luoghi del cuore e i ricordi più speciali che custodisce gelosamente. Con la sua voce così travolgente, da cui traspare una personalità entusiasta e uno spirito solare, ha confidato: “I luoghi del cuore di una città sono diversi per ciascuno, soprattutto per il differente vissuto che ci sta dietro. Il mio segreto sta nell’essermi incuriosita. Così mi sono lasciata ispirare da un murales che c’è sotto casa mia, in via Padova. Ho scoperto che rappresenta una santa popolare peruviana, protettrice degli ultimi e dei disperati, dei ladri e dei delinquenti. Un’immagine che, trovata sui muri di Milano, per me è poesia. Nella mia città, sommersa dall’inquinamento, ho voluto affrontare il tema dell’ecologia, dedicando una canzone a un albero. Non un albero casuale, ma quello più antico di Milano. Si tratta della quercia di Piazza XIV maggio (un tempo, invece, stava nei giardini di Porta Venezia). Per me è esempio di resistenza civile, è una metafora bellissima di come si debba resistere in città: nonostante si è attorniati dallo smog, bisogna continuare a splendere. Come quell’albero che continua a mostrare la sua bellezza e a donare. Perché l’albero è anche simbolo della vita, donandoci ossigeno”. Marta ha in particolare un debole per i “bassifondi, che offrono bellissimi spaccati di vita”. Quindi ha sottolineato: “Milano non è solo la città della moda: c’è un lato più segreto, meno noto, ma altrettanto bello”.

Carriera e progetti

Recupera con entusiasmo e orgoglio, ammirazione e passione, la tradizione del teatro-canzone, facendo tesoro degli insegnamenti offerti dai protagonisti del panorama milanese. A tal proposito, ha commentato: “Adoro la tradizione del teatro-canzone, alla quale mi sono fortemente ispirata. Purtroppo nei tempi moderni è spesso un genere trascurato. Nelle mie scelte lavorative sono sempre stata un po’ fuori dal mainstream, sono più vintage. Anche per il nuovo album ho seguito il cuore. Per lei, infatti: “Si tratta di una tradizione importante che spero di rilanciare”, pur ribadendo la sua più sincera umiltà. “Il teatro-canzone storico pone al centro l’uomo con i suoi vizi e virtù, con la chiave ironica e l’attenzione per la società, che anche Marta è stata in grado di trasformare in melodia.

Non pensa al domani, ma si gode la gioia del momento con “Toponomastica”. “Sono proiettata sul mio disco. Vedremo cosa mi regalerà il futuro. Purtroppo ci troviamo in un momento storico infelice. La ripartenza di maggio è stata una falsa ripartenza, sono le parole di Marta. Si è detta preoccupata per l’attuale situazione d’emergenza sanitaria e teme gli effetti della crisi sul settore musicale e su quello dello spettacolo. “Bisogna fare i conti con la situazione che i lavoratori dello spettacolo devono affrontare. Intanto i fondi non vengono indirizzati alle sale con meno di 100 posti. E sono tantissime. La realtà dei piccoli è messa in grave pericolo e chi vi lavora è messo in ginocchio”, ha dichiarato.

Nonostante anche il nuovo Dpcm non garantisce alcuna tutela al settore, Marta non si perde d’animo e prosegue la promozione di uno spettacolo così originale. “Ci rivediamo il 7 novembre a La Scighera di Milano, è l’invito dell’autrice.