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Fabrizio Corona, tentato omicidio: "Tanti mi vogliono morto"

Fabrizio Corona

I racconti di Fabrizio Corona sulla sua vita privata e sui tentati omicidi commissionati contro di lui.

Fabrizio Corona si è confessato a Candida Morvillo sul Corriere della Sera, in occasione dell’uscita della sua autobiografia “Come ho inventato l’Italia“, pubblicata da La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi. Corona ha parlato del suo lavoro, delle sue storie d’amore, della sua ossessione per il denaro e della criminalità, ammettendo di essere stato nel mirino di alcuni tentati omicidi commissionati contro di lui.

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Le confessioni di Fabrizio Corona

Fabrizio Corona, durante l’intervista, ha raccontato la storia di uno dei due presunti tentati omicidi commissionati contro di lui. Un giorno, due albanesi, si sarebbero presentati nel suo ufficio per chiedere dei soldi per un creditore, ex cliente nipote di un uomo potente, che gli aveva fatto causa. La questione è finita in rissa, poi un emissario di una “famiglia balorda” lo ha contattato per dirgli che “sono venuti due albanesi per comprare una pistola e noi, prima di vendere una pistola, vogliamo sapere a che servirà” e che i suoi “si sono messi di mezzo perché mi rispettano“, come ha raccontato l’ex fotografo. Quella pistola, probabilmente, serviva per fargli del male. “Io penso che morirò ammazzato. Ho fatto sei anni di carcere, anche con criminali efferati di cui ho dovuto essere amico per salvare la pelle e che, quando escono, sanno dove trovarmi. Ora, arrivano e dicono: prestami diecimila euro. E io: ‘sto cavolo’. Poi, dai domiciliari, esco per andare allo Smi, un centro di recupero di esecuzione penale, e lì ci sono altri criminali, che pure vogliono favori. Prima, davo retta, ora, fingo di non sentire, li mando a quel paese. E questa è gente che se la prende. Tanti mi vorrebbero morto” ha spiegato Fabrizio Corona, che ha affrontato anche il Covid.

L’ex fotografo ha spiegato che i soldi sono sempre stati la sua “grande malattia“, perché gli danno “il senso del raggiungimento del successo e dell’identità“, ma al momento sta cercando di curarsi. “Non voglio più esser quel Corona che va contro le regole, che va in discoteca, litiga” ha aggiunto. Corona ha anche ammesso di voler trarre una docuserie dal suo libro e di voler affidare la regia alla sua ex Asia Argento. “Io non sono mai stato un criminale, sono un furbo navigato che non ha fatto male alla povera gente, ma ha sfruttato e fregato un sistema già di per sé corrotto” ha spiegato Corona, che ha spiegato che aveva l’obiettivo di vendicare suo padre che era stato sconfitto da quel sistema. “Se non fossi un dio, ora sarei, brutto, grasso, finito. Invece, continuo ad andare in tv e fare cinque punti di share, ogni anno faccio un marchio diverso e la gente lo compra e, se non fossi ai domiciliari, sarei ancora il più richiesto nei locali. Se tornassi a fare Fabrizio Corona sarei ancora un uomo da tre milioni di euro l’anno” ha aggiunto l’ex fotografo, che ha ammesso di rivivere dei flashback del carcere ogni notte. Per quanto riguarda l’amore ha ammesso che non era vero né con Nina Moric né con Belen Rodriguez. Il figlio Carlos, secondo lui, ha “dei momenti psicotici. Quando arrivano, essendo un’anima fragile, si fa influenzare da terzi“. Nel suo libro Corona spiega che quel figlio all’inizio era un “progetto editoriale“, ma che ora non è più così. “A quei tempi, non esistevano i social, però c’era la copertina, la sfilata col pancione, l’esclusiva del parto… Oggi, il 99 per cento degli influencer ha figli come progetto editoriale. Fedez e Ferragni coi figli aumentano le visualizzazioni, vendono emozioni, monetizzano” ha concluso.