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Marco Berry presenta Yes it's possible: "Sogno di diventare astronauta"

Marco Berry astronauta

Nell'intervista esclusiva, Marco Berry ha presentato il suo progetto "Yes it's possible!" e svelato il suo sogno di diventare astronauta.

Un progetto spaziale quello di Marco Berry: mago e illusionista, Iena, conduttore tv, si è già fatto conoscere per la sua voglia di adrenalina e la sua energia. Ma questo nuovo progetto è davvero unico. Il suo sogno è quello di diventare astronauta ed essere il primo civile a raggiungere lo spazio. Vuole dimostrare che davvero “niente è impossibile” e lottare per raggiungere i propri obiettivi, nonostante gli ostacoli che la vita può sottoporre. Un messaggio speciale quello dello showman piemontese, che trae l’idea da una promessa fatta a una ragazzina di 13 anni, che “ha rinunciato a combattere, sorpresa o bloccata da una vita troppo difficile”. La missione di Marco prevede un duro sforzo fisico e psicologico: dovrà allenarsi duramente ogni giorno, conseguire una preparazione fisica, scientifica e mentale ineccepibile, persino conoscere più lingue (ripassare l’inglese e imparare il russo, per esempio). Per realizzare un sogno serve passione, dedizione e sacrificio. Marco seguirà un protocollo ben preciso e propedeutico, affiancato da un nutrizionista, un mental coach, uno psicologo, una equipe medica e tanti altri esperti. Nell’intervista esclusiva Marco Berry ha confidato il suo sogno di diventare astronauta, svelato le prove nelle quali si dovrà mettere in gioco e spiegato il suo progetto, fino a mandare un importante messaggio, simbolo di forza e speranza.

“Non facciamo che piangerci addosso. Non smettiamo di lamentarci per ogni cosa. Abbiamo smesso di reagire. Ma la cosa più grave, più triste, è che abbiamo smesso di sognare. Il sogno è una ricchezza, una fonte inesauribile di passione, una forza che ti permette di superare qualsiasi ostacolo e raggiungere obiettivi che possono sembrare irrealizzabili. Se ci credi e se lotti, i tuoi sogni sono possibili e la parola impossibile perde di significato, non esiste.
Ma devi crederci, lottare e ricominciare a sognare Da ragazzino avevo un sogno: “Diventare un astronauta!”. Mi hanno convinto tutti che era irrealizzabile e infatti non ci ho neppure provato. Oggi ho superato da un pezzo i 50, molti alla mia età si sentono arrivati, spesso credono che sia tardi per sognare. Faccio una promessa: inizierò a prepararmi e allenarmi per tentare di superare tutte le prove, ogni test per riuscire a diventare il primo civile ad andare nello spazio. Yes it’s possible!, dice Marco Berry.

Marco Berry, il suo sogno

Marco Berry ha spiegato l’idea che ha dato vita al progetto, spingendolo a mettersi in gioco in prima persona per raggiungere il suo scopo: diventare un astronauta. “Da qualche anno mi lascio incuriosire dallo spazio. Per caso ho conosciuto l’astronauta Maurizio Cheli, che mi ha fatto presentare il suo libro. Dopo averlo letto, mi sono innamorato della sua vita e del lavoro incredibile che ha fatto per raggiungere il suo obiettivo. Fino a quel momento non conoscevo niente dello spazio. Così ho ampliato le mie conoscenze e mi sono lasciato travolgere da passione e curiosità. Lo spazio è interessantissimo, ci sono storie meravigliose. Ci sono persone che lavorano in team per raggiungere un sogno. Se lo immagini puoi farlo. Nei primi anni Sessanta Kennedy disse che nell’arco di 10 anni gli americani avrebbero portato l’uomo sulla luna. Nessuno però racconta la reazione che ebbero gli ingegneri della Nasa: non si sentivano pronti, più arretrati rispetto alle avanguardie sovietiche. Pensavano di non farcela, il Presidente non si era confrontato con loro prima di rilasciare quella dichiarazione. Da quel momento, il capo della Nasa pose nel loro ufficio una gigantografia della luna: per 10 anni lavorarono con il loro obiettivo appeso alla parete. E alla fine lo raggiunsero”, ha fatto sapere.

Sul progetto che ha dato vita a “Yes it’s possible!”, ha aggiunto: “Inizialmente avrei voluto farne un programma televisivo, nel quale raccontare lo spazio in 6 puntate. Tuttavia, così facendo, avrei “bruciato” un’esperienza molto più ricca, che non si può limitare a così poche puntate. Per questo motivo, ho deciso di raccontare il progetto in un anno. Il tempo resta molto limitato, ma in un anno mi sottoporrò a una serie di test per prepararmi fisicamente e mentalmente a questa esperienza. Magari non mi manderanno nello spazio, ma io mi presenterò pronto, con tutte le carte in regola per partire”.

Le prove e la preparazione

Marco Berry spiega che l’astronauta non deve necessariamente eccellere in qualche disciplina con il massimo dei risultati. Deve però avere una media standard di buon livello in ogni ambito. Per questo è necessario prepararsi sotto tanti punti di vista, con una curva di apprendimento molto alta. Per raggiungere il risultato prefissato, Marco dispone di solo un anno. Preparazione atletica e mentale, alimentazione controllata, lingue da imparare e percorso di studi da fare: è questo il cammino a cui sta andando incontro. Addestramento in acqua, simulazione di gravità ridotta, no gravity – Il Volo Parabolico Zero G, jump, accelerazione nella centrifuga, grotte (per studiare le dinamiche di gruppo) sono alcune delle prove a cui Marco Berry dovrà sottoporsi per prepararsi a diventare astronauta. Ma anche: stare in acqua per 24 ore, prova di sopravvivenza (Siberia), preparazione nella Galleria del Vento (Londra), in volo con aereo ad alta prestazione e corso da pilota.

Ma qual è lo spirito con cui Marco Berry intraprenderà ogni prova per essere finalmente un astronauta? E quale l’avventura che più lo intimorisce?La prova più difficile è superare i limiti presenti nella nostra testa. Bisogna partire dalla consapevolezza che passo dopo passo possiamo farcela. Se non vogliamo che nulla accada, basta non muoversi. Nella vita si può sbagliare: l’importante è accorgersi dell’errore, valutarlo, rimediare e alzare sempre la nostra asticella personale. La mia più grande paura è deludere una ragazzina di 13 anni alla quale ho insegnato che nella vita è possibile inseguire i propri sogni. Non è importante il risultato, ma la prestazione. Arrivare pronti davanti a una sfida significa avere già vinto”.

Poi ha svelato: “Fino a una decina di anni fa, saltavo con il paracadute. Ma sono molti anni che non ripeto l’esperienza, che pure mi divertiva moltissimo. È questa la prova che mi suscita più tensione: forse perché l’ho fatta per diversi anni e l’idea di superare di nuovo quella tensione mi fa un po’ paura. Le altre prove, anche se probabilmente molto più complesse, per me sono del tutto nuove, quindi non so ancora a cosa andrò incontro”.

Ma Marco Berry non nasconde neppure la fatica che il suo sogno richiede: “Le prove per diventare astronauta mi stimolano moltissimo e il progetto mi diverte tantissimo. Mi sprona a superare le difficoltà quotidiane: faccio tesoro della bellezza di superare la pigrizia, per esempio in quei momenti in cui non ho voglia di cambiarmi o di andare a correre. A volte vorrei bere un bicchiere di vino: sarebbe più facile cadere nella tentazione, ma è più figo bere una bottiglia di vino o non berla?”. Quindi ha commentato: “È tutta una questione di testa”.

Il messaggio di Marco Berry

Dietro al sogno di Marco, cioè diventare un astronauta, c’è un messaggio più speciale che ci tiene a sottolineare. Vuole dimostrare la capacità, la forza e la passione di credere in un obiettivo, senza mai smettere di lottare. A chi lo segue, infatti, dice: “A lungo ho messo la faccia nell’elettrodomestico meno indispensabile: senza la televisione si vive lo stesso. Per raggiungere i propri obiettivi bisognerebbe guardarsi dentro e chiedersi: “Ma io chi sono?”. È una domanda a cui forse non si saprà dare una risposta. Dovremmo capire che il successo non è solo il risultato, ma è tutto ciò che ci sta dietro. Per arrivare dove si vuole serve rimboccarsi le maniche, soffrire, fare fatica. La performance non è mai casuale”, a conferma che nella vita servono sacrifici e nessuno regala niente.

La sua prova, così faticosa, coraggiosa e invogliante al contempo, ha un valore aggiunto: un bel messaggio di speranza in tempi difficili, in cui l’emergenza sanitaria ancora in atto sta facendo perdere il desiderio di sognare e lottare per i propri obiettivi.