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Chiambretti: "Sanremo senza pubblico? Covid problema serio"

Piero Chiambretti

Piero Chiambretti ha voluto commentare la situazione di Sanremo, sottolineando che il Covid è un problema serio.

Piero Chiambretti ha voluto esprimere la sua opinione riguardo la situazione del Festival di Sanremo, questione che ha coinvolto la Rai, Amadeus e il ministro Dario Franceschini. Il conduttore ha avuto il Covid e ha perso la madre proprio a causa di questa malattia, per cui sa perfettamente di cosa sta parlando.

Le parole di Piero Chiambretti

Il conduttore, al Corriere della Sera, ha spiegato che in verità hanno un po’ ragione tutti e di conseguenza non ha realmente ragione nessuno. “Ma se da un lato do totale solidarietà al Festival, dall’altro ci sono riflessioni che vanno in altro senso” ha aggiunto Chiambretti. “Il fatto è che il Covid è un problema serio, lo posso dire con la massima serenità. Non è che ti contagi se scali a petto nudo l’Himalaya, basta prendere il tram: mia mamma stava benissimo e in cinque giorni è morta. Chi minimizza sbaglia e la vita deve essere la priorità: prima la salute, poi canta che ti passa. Questa cosa incrocia Sanremo come ha incrociato il resto. Si può saltare un’edizione, si è detto, ma è come abdicare, un’occasione mancata: facendo di necessità virtù si può invece riempire il vuoto pneumatico di un teatro con le idee” ha spiegato Piero Chiambretti, che ha invitato la Rai e Amadeus a ripensare al Festival in un’ottica diversa, che vada oltre la presenza del pubblico.

Un Festival che va avanti da 60 anni nello stesso modo ci rasserenerebbe, certo. Una bolla di evasione perfetta. Ma potrebbe anche risultare stridente, non aderente a una realtà che riguarda tutti. Da appassionato di record, dopo lo sconforto iniziale mi tufferei nell’organizzare un Festival che passerebbe alla storia. Giocherei la partita pensando non ai 400 che non sono lì, ma ai dieci milioni che guardano da casa. Magari con effetti speciali altrimenti impensabili. E idee. Su due piedi proporrei un unico spettatore in una sala, magari Franceschini” ha dichiarato il conduttore. Un’altra idea possibile sarebbe quella di spostare il Festival in uno studio televisivo, abbandonando l’Ariston per quest’anno. “Se apri quel teatro devi pensare agli altri. Si potrebbe spostare tutto in uno studio tv con figuranti. Ma giocherei di fantasia con un modello diverso, perché è un anno diverso. Il Festival è uno specchio della realtà: il Paese è in ginocchio e anche lui lo è. Quest’anno potrebbe iniziare Morandi cantando ‘In ginocchio da te’… magari è la soluzione” ha concluso il conduttore.