> > Paolo Simoni: "Nel mio album mi metto a nudo e mostro la mia anima"

Paolo Simoni: "Nel mio album mi metto a nudo e mostro la mia anima"

Paolo Simoni Anima

"Ho registrato le mie canzoni in un teatro, realizzando il lavoro più difficile che abbia mai fatto", racconta nell'intervista esclusiva.

Una vena autorale intima e viva, forte e personale, una scrittura introspettiva e poetica: nasce così il nuovo album di Paolo Simoni, “Anima”. Un disco piano e voce anticipato dal singolo “Porno società” e composto da dieci brani: ogni canzone analizza diversi aspetti della società attuale e della vita individuale. Un album variegato, intenso e tutto da scoprire, che vanta persino la collaborazione di Roberto Vecchioni, la cui voce impreziosisce “L’anima vuole”.

“Per un mese mi sono rinchiuso in uno studio tenendo salda a me stesso la promessa di registrare solo quando ne sentivo una particolare disposizione di spirito, senza ansie o tempistiche da seguire. L’idea era quella di arrivare ad avere delle registrazioni non editate o compromesse dal lavoro del computer. Questo lavoro mi ha insegnato che togliere è difficilissimo. “Togliere e mettere” le cose nel loro posto giusto è un’arte sottile”, ha commentato Paolo Simoni parlando del nuovo album, “Anima”.

Paolo Simoni racconta “Anima”

“L’anima vuole” (con Roberto Vecchioni), “Porno Società”, “Cuore di Ragazzo”, “Imparare a vivere”, “Non sono altro che un artista”, “E invece importa”, “Amico mio”, “Eterna estate”, “4 zampe” e “Augh”: sono le 10 canzoni che costituiscono la track-list dell’album. A tal proposito ha spiegato:Il mio disco è un’opera totale e completa. Va ascoltato come si legge un libro. Il mio album si vuole riallacciare alla canzone cantautorale italiana. Quella autentica e slegata dalle sovrastrutture commerciali, che vuole fare dell’arte. Sentivo la voglia e la necessità di fare questo disco. Me lo chiedevano le mie canzoni, che necessitavano uno spazio diverso. E poi ho voluto fosse un atto d’amore sia nei confronti del pianoforte, che è il mio strumento da amore, sia verso l’ascoltatore. Vorrei che l’ascolto fosse intimo e rilassato. Il classico ascolto da salotto, come un dialogo personale tra due amici che si conoscono da sempre. Da anni cerco di fare il musicista e scrivere canzoni: ho voluto dare anch’io il mio apporto alla musica, parlando da anima ad anima.

Sul lavoro che ha dato vita all’album, ha aggiunto: “Dietro il mio progetto ci sono tante scelte attentamente ponderate. Per un mese e mezzo ho registrato le mie canzoni dentro un teatro e ho tenuto solo la traccia che veniva bene. Non ho fatto editing, “buona la prima”. Ho intrapreso il classico percorso degli anni Sessanta e Settanta. Ho fatto anche 20 o 25 volte la stessa canzone, perché il mio intento era quello di ottenere della verità. E registravo solo quando me lo sentivo, quando percepivo quella particolare predisposizione d’animo. Non ho voluto fregare l’ascoltatore usando trucchi di magia”. Quindi ha aggiunto: Oggi siamo abituati a indossare delle maschere: dietro il mio progetto non c’è solo un valore estetico, ma anche una riflessione importante”. Quello di Paolo Simoni è un vero atto d’amore e la sua semplicità, la sua dedizione, quella passione profonda e indescrivibile, quella dolcezza melodica e vocale rappresentano il vero valore aggiunto del suo album, “Anima”.

Paolo Simoni Anima

Un disco autentico e intenso, per lui è il lavoro più complicato che abbia mai realizzato. A tal proposito, commenta: Stare scarni, voce e pianoforte, è più difficile rispetto a quando si è accompagnati dall’orchestra. Con quei pochi ingredienti ho dovuto realizzare non qualche canzone, ma un disco intero. L’interpretazione deve essere totale e il lavoro anche tecnico che si cela dietro ogni brano deve essere minuzioso e attento. Non ho voluto accontentare manager o casa discografica, ma ho risposto alla mia arte dopo tanti anni di studi e fatiche, compiendo unlavoro artigianale quotidiano”. Si è detto “molto contento” del lavoro portato avanti, perché riascoltandosi percepisce la “veridicità di fondo” che fa da fil rouge dell’album e non mancano i ringraziamenti nei confronti di chi lo ha accompagnato e assecondato per la concretizzazione del suo progetto. Poi l’invito rivolto ai colleghi: “Oggi i dischi si fanno sempre meno con i musicisti. Va riscoperto il loro valore inestimabile. La macchina non sostituisce l’uomo. Essa è e resterà sempre priva di spirito”.

Paolo Simoni Anima

Dobbiamo “imparare a vivere”

Parlando delle canzoni che compongono il disco di Paolo Simoni, “Anima”, ognuna colpisce per la sua emotività profonda, frutto di una sensibilità dolce e raffinata. “Imparare a vivere” è un brano in perfetta sintonia con i tempi. L’invito è quello di non smettere mai di sorridere, anche quando qualcosa va storto. Anche quando la vita pone ostacoli e difficoltà. L’invito è a non perdere coraggio, accantonare il passato e gli errori commessi per proiettarsi nel presente e guardare al futuro. Imparare a vivere è una delle canzoni che eseguivo in tour con Vecchioni e ho visto che dal pubblico è stata particolarmente apprezzata. Io cerco sempre di migliorarmi e imparare dalla vita. Significa avere una predisposizione d’animo verso l’umiltà, consapevole che quello che so è una piccola parte di tutto il sapere esistente. Non serve presunzione e bisognerebbe accantonare la tendenza egoistica che proietta solo verso sé stessi, mai verso il prossimo. L’errore può essere trasformato in qualcosa di buono“. Quindi ha aggiunto: “Imparare a vivere per me significa anche diventare un uomo altamente morale. Una figura che oggi sta scomparendo. Vorrei regalare gli altri quello che ho imparato. Ma imparare a vivere è estremamente difficile. In molti periodi ho vissuto una vita complicata. Ho commesso errori dei quali ho fatto tesoro e che mi hanno fatto imparare molto. Ho pagato a caro prezzo molti degli errori che ho commesso, ma non li rinnego. Al contrario, benedico i miei errori, perché senza quelli non sarei l’uomo che sono”.

Un inno liberatorio, una rivendicazione verso ciò che nella vita conta davvero. Un messaggio delicato e forte, autentico e intenso. Un invito a non vergognarsi del proprio dolore e a non sorridere quando dentro si sta male. Nasce così “E invece importa”, un brano sul quale ha dichiarato: “Il dolore è parte integrate della nostra vita ed è un aspetto importante della nostra vita. Io parlo del dolore intimo e privato, contro la tendenza di oggi volta alla spettacolarizzazione. Ci sono tante persone che soffrono tutti i giorni e per loro ci vuole rispetto. Il dolore non può essere deriso Trattare la fragilità umana era l’obiettivo della canzone.

Paolo Simoni Anima

L’artisticità di Paolo Simoni

Come recita una sua canzone, “non sono altro che un artista”: e Paolo che artista si definisce? “Mi sono trovato a 36 anni a fare il mestiere dell’artista. Più che un mestiere è una vocazione. Vengo da una famiglia di ristoratori e anch’io prima ero uno chef. Ma fin da piccolo ho maturato un interesse continuo verso musica, libri e alcuni film. Mi sono chiesto chi sono io: non sono altro che un artista. La mia è una dichiarazione di intenti. Io sono questo: un artigiano che fa musica e lavora con le parole. Con le canzoni cerco di distillare la vita, continuo a studiare e osservo scrupolosamente ciò che mi circonda. Non perdo mai l’emozione“.

Quindi ha aggiunto: “Mi sento come un funambolo su un filo di seta: l’artista non cammina su un terreno pianificato, non sa cosa succederà domani. L’artista costruisce il suo terreno giorno dopo giorno“.