> > Isabelle Adriani: "La mia vita è una fiaba, ma non sempre è stato facile"

Isabelle Adriani: "La mia vita è una fiaba, ma non sempre è stato facile"

Isabelle Adriani carriera

"La mia vita è una fiaba, perché è ciò che ho sempre sognato. Non bisogna perdere la speranza, nonostante gli ostacoli", è il messaggio dell'attrice.

Dolcezza e passione sono un connubio sensazionale che Isabelle Adriani, attrice e scrittrice dalla carriera ricca e rinomata, ha reso il suo cavallo di battaglia. La delicatezza della sua voce fa da fil rouge alle fiabe che racconta e lo spirito intraprendente le ha spalancato le porte del successo. Sensibile, dolce e romantica. Ma anche piena di gioia ed energia. È entusiasta per i progetti che porta avanti, profondamente attaccata alla vita e splendidamente legata ai suoi affetti. Generosa, rispettosa, riflessiva e acculturata. La gentilezza è la sua arma vincente e la sua amorevolezza è davvero travolgente. Studiosa incallita e appassionata, Isabelle Adriani ha recentemente arricchito la sua carriera prendendo parte al thriller politico “Infidel”, di cui è protagonista assieme a Jim Caviezel e con la regia di Cyrus Nowrasteh.

È autrice de “Le fiabe di Isabelle” e voce narrante de “Le fiabe della buonanotte”, in onda tutti i giorni alle 19 su Rai Radio Kids. Autrice di libri per bambini, diplomata in canto, recitazione e danza, ha lavorato in oltre trenta produzioni statunitensi e italiane con stelle come George Clooney, Penelope Cruz, John Cusack e Milla Jovovich. Non sono mancate le collaborazioni con Checco Zalone, Pupi Avati e Paolo Virzì, comparendo nelle fiction di successo “Don Matteo” e “Distretto di Polizia”. Oggi è voce delle “Fiabe dal mondo” per Rai Radio Kids, oltre che doppiatrice de “L’Era Glaciale 3” e di “Alvin Super Star”. Nota anche come fischiatrice melodica e d’opera si è esibita per Al Pacino, Woody Allen, Nicole Kidman, Spike Lee e molti altri a Los Angeles prima della Cerimonia degli Oscar 2019. Il 22 febbraio scorso ha sposato il Conte Vittorio Palazzi Trivelli in un matrimonio da favola. A farle da testimone Eleonora Daniele, conduttrice Rai di “Storie Italiane”.

Nell’intervista esclusiva, Isabelle Adriani ha parlato dei suoi progetti, della sua passione per le fiabe e non solo: ha descritto la sua carriera ed espresso la sua gioia per la vita. Una “sorella Grimm” che ha molto da raccontare.

Isabella Adriani è la giornalista di “Infidel”

Isabella Adriani ha ripercorso la sua carriera, parlando anche degli ultimi progetti sui quali ha lavorato. In particolare, parlando di “Infidel”, ha raccontato: “Un film disponibile in Europa dal 15 dicembre. Un film fondamentale per la mia carriera, dalla regia strepitosa. Con Cyrus Nowrasteh avevo già avuto modo di lavorare nel film “Il giovane Messia”. Mi ha telefonata per chiedermi se volessi interpretare la parte di una italiana. Una volta ricevuta la conferma, siamo partiti per la Giordania. Jim è stato protagonista de “Il Conte di Montecristo”, uno dei miei film preferiti. Lavorare con lui è stato molto emozionante. Una sera mi ha persino invitata a guardare il film insieme e me lo ha commentato in diretta. È un uomo di una profondità straordinaria e di una sensibilità profondissima. Bellissimo anche lavorare con Claudia Carvan: è una donna dalla generosità estrema. Un pregio raro da trovare, io l’ho incontrato in Penelope Cruz prima di Claudia Carvan. Io e lei siamo amiche, una donna fantastica. Mi ha fatto conoscere quei luoghi, che mi sono entrati nel cuore e che ho fatto conoscere anche a mio figlio e mio marito, tanto da averne realizzato un documentario. Claudia Carvan mi ha persino insegnato la salsa: sono una ex ballerina di danza classica, ma nelle uniche serate libere mi ha portata a ballare la salsa”.

Quindi ha sottolineato: “Dal regista e sua moglie all’intero cast: sono persone splendide e attori straordinari, è stata una vera gioia. È un thirller politico che unisce e va visto fino alla fine per capirlo. Il mio ruolo è quello di una giornalista dal carattere misterioso che riuscirà a salvare la vita dei protagonisti”.

Isabelle Adriani carriera

La passione per le fiabe

Anche le fiabe sono un cavallo di battaglia di Isabelle Adriani, che è stata in grado di farle diventare una parte integrante ed essenziale della sua ricca carriera. Per un bambino andare a scuola è un po’ come affrontare il bosco senza sapere con certezza se riuscirà a tornare a casa. C’è Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Pollicino, Cenerentola, la Piccola Fiammiferaia, Pinocchio e molti altri: i bimbi sono affascinati dalle fiabe nelle quali riescono a immedesimarsi. Restano incantati dai personaggi che sentono simili e con i quali condividono passioni, paure, emozioni e successi.

Sul suo amore per le fiabe, Isabelle Adriani ha spiegato: “I miei genitori erano neuropsichiatri. Ho perso mio padre solo pochi mesi fa ed è lui che da bambina raccontava le fiabe a me e mia sorella. Da Rodari a Calvino fino ai fratelli Grimm. Io adoravo mio padre. Eravamo una specie di anima sola. Le fiabe sono una mia passione e rientrano nel mio profondo interesse verso i più deboli. Le fiabe rispecchiano storie di riscatto e sensibilità. I protagonisti spesso sono soggetti emarginati che riescono poi a conquistare il regno, come nel caso di Gianni lo sciocco”.

Quindi ha aggiunto: “Mi interessa moltissimo ritrovare l’origine storica dietro le fiabe. Ho sofferto tanto di bullismo e spesso evadevo da quei momenti orribili leggendo le fiabe. Mi prendevano in giro, avevo sempre la testa tra le nuvole e mi dicevano che le fiabe non esistono. Ero piccolissima, ma giurai a me stessa che avrei dimostrato la veridicità delle fiabe. Mi sono laureata in storia con una tesi sul dna delle fiabe. Ho cercato tantissime fonti. Ho scoperto così la prima Cenerentola della storia. Era una schiava greca che finì per diventare regina d’Egitto, sposando il faraone proprio grazie a una scarpetta rubata da un’aquila mentre lei faceva il bagno nel Nilo e portata sulle ginocchia del suo futuro compagno di vita. Ne sono rimasta meravigliosamente sconvolta. Sapere che esistono personaggi reali dietro le fiabe mi dà speranza e scoprirlo è quasi una missione per me”.

La passione per le fiabe l’ha portata a istituire “una scuola di teatro che ho riattivato a marzo 2020. Durante il lockdown volevo fare qualcosa nonostante fossi, come tutti, chiusa in casa. Ho iniziato a lavorare al fianco di un’associazione che aiuta bambini affetti da autismo, per i quali l’emergenza sanitaria ha generato ancora più difficoltà. Ci siamo sentiti solo virtualmente e in seguito li ho inviati al castello. Raccontavo storie a loro, ma sono stati loro a migliorarmi la vita. Abbiamo scritto, disegnato e inventato sempre con materiali di recupero. Gli scudi, per esempio, sono i coperti delle padelle. La scarpetta di Cenerentola è la pantofola della nonna. Abbiamo fatto corone con la carta e cappelli a forma di cono per fare diventare il bimbo un mago. È stata una trasformazione pratica della fiaba in realtà. I genitori sono stati bravissimi. In quel momento, inoltre, stavo scrivendo il mio libro “Le fiabe di Isabelle”, la base delle fiabe narrate per Rai Radio Kids”.

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I prossimi progetti

“Il laboratorio delle fate” è il mio prossimo progetto. Tra gli autori di fiabe si citano sempre uomini, non vengono mai in mente nomi di donna. È una grande ingiustizia storica che voglio sottolineare. In realtà, il Re Sole, a fine Seicento, ha dato vita a una corte maestosa frequentata anche da nobildonne che hanno sprigionato grande fantasia scrivendo tantissimi racconti. “La bella e la bestia” è stata scritta da una donna, per esempio. Ne sono sempre rimasta affascinata. Ci sono fiabe meravigliose che pongono attenzione estrema e accurata alle parole, ai sentimenti e alle emozioni, frutto di una vena artistica prettamente femminile, che per esempio non equivale a quanto fatto dai fratelli Grimm, sebbene straordinari. Tuttavia, loro stessi hanno raccolto storie raccontate da donne della bassa Germania. Lo stesso lavoro fatto tempo dopo da Calvino in Italia. Invece, quelle nobildonne del Seicento hanno scritto fiabe bellissime”, ha raccontato con quella gioia emozionante che traspare in ogni racconto pronunciato da Isabelle.

Quindi ha aggiunto: “Io mi sono messa al lavoro a una nuova edizione de “Il laboratorio delle fate”, che uscirà nel 2022. Si tratta di un progetto corale portato avanti con altre nobildonne europee”.

La fiaba di Isabelle Adriani

“Se Cenerentola e Biancaneve sono davvero esistite, tutto è davvero possibile. Viviamo in tempi bui e, soprattutto in questo momento, bisogna donare speranza. Le fiabe, inoltre, possono essere usate per le terapie con bimbi e non solo. Lo hanno dimostrato molti psicologi: le fiabe diventano archetipi e metafore di vita. C’è un protagonista, l’ostacolo da superare e la meta da raggiungere. C’è una bellissima connessione tra la vita e le fiabe, che spesso fungono da monito. Per esempio, non andare da soli nel bosco o fare attenzione ai pericoli spesso nascosti (come il lupo travestito da nonna). Spesso vengono proiettate dei drammi nelle fiabe, per esempio molti protagonisti sono orfani o devono superare grandi prove. Le fiabe sono una narrazione universale, non solo letteratura per l’infanzia”, ha sottolineato Isabelle Adriani raccontando la sua carriera e dicendosi soddisfatta della sua vita.

Isabelle Adriani carriera

“Nella mia vita faccio solo una cosa: racconto storie. E lo faccio con sfumature diverse: scrivendo fiabe, insegnando teatro o vestendo i panni di attrice. La mia vita è una fiaba perché ho realizzato tutto quello che desideravo. Vivo la vita che voglio vivere”, ha sottolineato Isabelle Adriani parlando della sua carriera e della sua vita privata. Quindi ha aggiunto con il sorriso: “Sui diari da bambina scrivevo che avrei voluto sposare un principe e vivere in un castello… Ce l’ho fatta”. Ma precisa: “La vita è complicatissima e anch’io ho i limiti di tutti gli esseri umani. Mi piacerebbe essere ricordata come una sorella Grimm. Vorrei venire ricordata per essere stata capace di donare un po’ di magia nella vita quotidiana degli altri. Il segreto per la felicità è apprezzare quanto raggiunto dopo ostacoli e sacrifici. Fondamentale, inoltre, non perdere la speranza: ogni giorno bisogna mettersi in gioco per raggiungere il sogno di una vita. Nonostante gli ostacoli, se si continua a credere nei propri sogni, è altamente probabile che questi si realizzino. La bacchetta magica degli esseri umani è la mente, che sa trasformare gli eventi negativi in positivi. Per esempio, io ho visto la scomparsa di papà come l’esigenza di una maggiore responsabilizzazione verso quello che faccio. Così potrò renderlo orgoglioso dalle stelle”.