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I migliori registi italiani del cinema contemporaneo

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Panoramica sui migliori registi del cinema italiano contemporaneo, da Bellocchio a Garrone

Chi sono i migliori registi del cinema italiano?

Il nostro cinema è stato uno dei più importanti a livello mondiale, fin dalle origini del cinematografo.

Il picco di successo artistico e produttivo il cinema italiano l’ha conosciuto dal secondo dopo guerra fino ai mitici anni ’60, grazie a registi come Federico Fellini, Luchino Visconti, Pietro Germi, Vittorio De Sica, Roberto Rossellini… solo per citarne alcuni.

Poi negli anni ’80 è arrivata la crisi. Da cui non si è più ripreso e che è persino peggiorata nel corso del ventunesimo secolo.

Capita spesso di sentir parlare di rinascita del cinema italiano. Questo succede ogni volta che un film nostrano, putroppo raramente, ottiene un importante successo di critica o pubblico.

Difficile che una vera rinascita possa esserci se il sistema produttivo non cambia. Nell’attesa, vediamo quali sono i migliori registi del nostro cinema.

Marco Bellocchio

Si, lo so. Inserire il nome di Marco Bellocchio tra i migliori registi del cinema italiano contemporaneo fa effetto.

Ma non è colpa mia se lo storico cineasta emiliano (autore de I pugni in tasca e Buongiorno, notte) alla veneranda età di 80 anni gira film con l’energia e il coraggio di un ragazzino.

Andate a vedere Il traditore (premiato quest’anno con 6 David di Donatello incluso quello come Miglior film e Migliore regista).

La sapienza e la lucidità con cui fa cinema è quella di chi è ancora in grado di raccontare storie per immagini come pochi.

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Matteo Garrone

C’è poco da fare. L’autore romano dal punto di vista registico sta segnando il nostro tempo.

Ha studiato molto, e si vede. Il suo stile asciutto ha fatto e sta facendo scuola. Sono molti gli artisti imitatori, al punto che ci si scontra spesso con tanti film che parrebbero essere diretti da lui.

Da Gomorra a Pinocchio ha saputo richiamare l’attenzione di tutti diventando un punto di riferimento per il nostro cinema contemporaneo.

Quello che sorprende dei suoi film è che la sua idea di regia prescinde dalla storia. Anche in narrazioni non brillantissime, la regia di Garrone risulta comunque positiva e stimolante.

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Stefano Sollima

Magari inferiore rispetto ad altri per i contenuti, il regista di Gomorra La serie e Suburra rappresenta un’assoluta garanzia dal punto di vista tecnico.

Figlio d’arte (suo padre Sergio è stato un grande regista di genere) si fa apprezzare in televisione e al cinema per questa sua grande solidità.

Non perde mai il filo del discorso filmico anche nelle scene d’azione e negli inseguimenti più frenetici.

Se ne sono accorti pure in America, affidandogli la regia di Soldato, sequel del famoso thriller d’azione Sicario.

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Leonardo Di Costanzo

Di formazione documentaristica, approda al lungometraggio di finzione molto tardi. Ma quando lo fa, lascia il segno.

Nel 2012 con L’intervallo e nel 2017 con L’intrusa confeziona due opere di grande impatto.

L’aderenza con il materiale reale, la capacità di codificare i temi del contemporaneo, di costruire personaggi e vicende sempre credibili, di dire tanto senza mai urlare, lo posizionano di diritto tra i registi più talentuosi.

A novembre sono previste le riprese del suo nuovo film e io non vedo già l’ora di andarlo a vedere.

Franco Maresco

Citando il grande François Truffaut mi verrebbe da dire che… bisogna amare Franco Maresco!

Inizia la carriera in coppia con Daniele Ciprì (regista di È stato il figlio), realizzando opere cult come Lo zio di Brooklyn. Ad un certo punto i due prendono strade diverse.

Maresco prosegue il suo discorso di cinema drammatico e comico allo stesso tempo, regalandoci Ciccio Mira, il vero supereroe dei nostri tempi, e film enormi, di rara intelligenza, che è persino riduttivo ascrivere ad un genere in particolare.

La mafia non è più quella di una volta (Premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia 2019) è per distacco il miglior film italiano della passata stagione.

guadagnino

Menzioni Speciali

Mi limito a citare solo alcuni altri registi che nel recente passato o ultimamente, almeno in un’occasione, hanno dimostrato il loro valore:

Paolo Sorrentino – per quanto mi riguarda, lui si che non è più quello di una volta. The Young Pope comunque nel complesso non è male, stesso parere sul corto Homemade, girato in casa durante il lookdown, che trovate su Netflix.

Luca Guadagnino – troppo virtuoso ed esteta per i miei gusti, troppa influenza della regia da spot pubblicitario (ne ha girati molti). L’unico suo film che mi è piaciuto è Chiamami con il tuo nome.

Giuseppe M. Gaudino – sarebbe uno dei più bravi. Solo che gira film una volta ogni eclissi. Se vi volete un po’ di bene, recuperate Per amor vostro.

Francesco Munzi – ha sempre fatto bene finora. Speriamo torni presto al cinema perchè sono passati già sei anni da Anime nere.

Matteo Rovere – capacità tecniche e coraggio indiscutibili. Con Veloce come il vento ha girato un Rush a Bologna e dato un nuovo senso alla carriera di Stefano Accorsi.

Susanna Nicchiarelli – l’unica regista donna che al momento mi sento di citare. Un mix di fantasia, anticonformismo e naturalezza. Quest’anno era a Venezia con Miss Marx.

Claudio Caligari – è vero, purtroppo non c’è più. Ma Non essere cattivo è il film italiano più bello degli ultimi dieci anni.