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I predatori: trailer e recensione del film al cinema

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Recensione de I predatori, opera prima di Pietro Castellitto, uscita al cinema e premiata per la sceneggiatura al Festival di Venezia

I predatori è al cinema!

L’opera prima di Pietro Castellitto, premiata all’ultimo Festival di Venezia nella sezione Orizzonti come migliore sceneggiatura, è nelle sale distribuito da 01 Distribution.

Il film, scritto, diretto e interpretato dal giovane Castellitto, è prodotto da Fandango e Rai Cinema.

Il cast del film

I predatori, essendo un film corale con tanti personaggi e vicende, ha nel cast una delle sue componenti più importanti.

Il lavoro svolto in tal senso si apprezza per coesione, coraggio e intelligenza.

Ognuno degli attori voluti dal regista si dimostra completamente a suo agio nel ruolo che gli è stato affidato.

Partirei da Giorgio Montanini, la sorpresa più bella di questo film.

Il noto comico marchigiano, maestro della stand up comedy, nei panni di Claudio Vismara, un padre fascista, vile e succube dello zio, offre una prova attoriale di assoluta credibilità.

Da rimarcare anche la performance dello stesso Pietro Castellitto (La profezia dell’armadillo), alias Federico Pavone.

Si, perché il figlio del grande Sergio, è innanzitutto un attore, e in questo film è riuscito a costruirsi un personaggio su misura per le sue caratteristiche.

Non sprecherei parole per Massimo Popolizio (Sono tornato), una delle poche certezze del nostro cinema.

Del cast fanno parte anche gli ottimi Manuela Mandracchia (Fai bei sogni), Dario Cassini (Poveri ma ricchissimi), Anita Caprioli (Il campione), Marzia Ubaldi (Euforia), Nando Paone (Reality), Antonio Gerardi (Padrenostro) e Vinicio Marchioni (Romanzo criminale – La serie).

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La trama de I predatori

Due famiglie. Una ricca e borghese, l’altra povera e fascista.

Un incidente e la mente contorta di Federico Pavone, figlio della famiglia ricca, portano i due mondi a scontrarsi, facendo uscire tutto il marcio che sta dentro e fuori di loro.

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La recensione del film

I predatori è una commedia nera, corale e irriverente. Un ritratto senza scampo di personaggi negativi, ipocriti, che cercano di nascondere il proprio essere attraverso falsi sorrisi e atteggiamenti.

Non è una novità dal punto di vista dei contenuti ma è scritto indubbiamente bene, tutti gli elementi s’incastrano tra loro in modo convincente.

Dal punto di vista registico è apprezzabile il tentativo di Castellitto di cercare una propria strada, a parte qualche piccola forzatura e alcuni perdonabili scivoloni nel “sorrentiniano” (estetismo fine a se stesso e falso surrealismo).

Lodevole la capacità di gestire l’aspettativa del pubblico e la tensione creata nei vari momenti. I predatori, per quanto sopra le righe e a volte parossistico, paradossalmente puzza di vita vera.

Contiene al suo interno tutto il vissuto del suo autore, le sue ossessioni, rabbie, pensieri ed osservazioni.

Non penso sia un caso che Castellitto abbia costruito su di sé il ruolo di Federico, ragazzo ossessionato da Friedrich Nietzsche (lo è anche nella realtà), figlio della famiglia borghese (sempre reale) e con una madre regista (il cinema fa parte da sempre delle sue mura domestiche).

Quello di Pietro Castellitto penso sia un buon esempio di quello che dicevano i professori della scuola di cinema di New York alla classe di Martin Scorsese: “Fate film solo su cose che conoscete bene”.