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Café Society: trailer, cast e recensione del film su Netflix

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Recensione del film scritto e diretto da Woody Allen, disponibile in streaming su Netflix, con Steve Carell, Jesse Eisenberg e Kristen Stewart

Café Society è disponibile in streaming su Netflix!

Il film scritto e diretto da Woody Allen arriva sulla famosa piattaforma e promette di conquistare gli abbonati desiderosi di storie sull’amore e le sue complicazioni.

Cafè Society è il primo lavoro del maestro newyorkese a essere stato girato in digitale. Venne presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes 2016.

A Novembre era prevista l’uscita in sala di Rifkin’s Festival, la sua ultima fatica, speriamo di poterlo vedere presto.

Il cast di Café Society

Il cast è ricco di star e fascino, come di consueto trattandosi di un film di Woody Allen.

Abbiamo Jesse Eisenberg (Zombieland – Doppio colpo) nei panni di Bobby Dorfman, seguito dagli altri componenti della famiglia Dorfman:

Jeannie Berlin (Vizio di forma), Corey Stoll (First Man – Il primo uomo), Ken Stott (Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato) e Sari Lennick (A Serious Man).

Steve Carell (Crazy, stupid, Love) da il solito contributo sostanzioso nei panni del potente zio Phil Stern.

Blake Lively (Le belve) interpreta la sontuosa divorziata Veronica Hayes.

Ruolo importante per Kristen Stewart (Seberg – Nel mirino) che interpreta la complessa segretaria Veronica “Vonnie” Sybil.

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La trama del film

Anni ’30, New York. Bobby Dorfman è il figlio più piccolo di una famiglia ebrea. Sua sorella Evelyn è un’insegnante, mentre suo fratello Ben è un gangster.

Insoddisfatto della sua vita, Bobby decide di trasferirsi a Hollywood, dove inizia a lavorare per suo zio Phil, un potente agente cinematografico.

Bobby s’innamora della segretaria dello zio, Veronica, detta Vonnie, ignaro che la ragazza abbia già una storia proprio con lo zio Phil.

Quando lo scopre decide di affrontare la questione. Vonnie sceglie Phil visto che pare intenzionato davvero a lasciare la moglie per lei.

Bobby allora torna a New York dal fratello malavitoso, ma il passato verrà a bussare…

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La recensione di Café Society

Woody Allen è uno degli autori più prolifici. Praticamente ogni anno sappiamo che una delle “novità” delle uscite cinematografiche sarà il suo nuovo film.

Questo non è per forza un bene, anzi. Produrre con una frequenza simile rende pressochè impossibile garantire una qualità eccellente e una qualche novità nel discorso filmico.

Se poi ci aggiungiamo che parliamo di un autore che ha già detto tutto quello che doveva dire, in termini artistici/tematici, almeno una ventina di anni fa, converrete con me che la questione si complica parecchio.

Per carità, Woody Allen stesso è troppo intelligente per non saperlo, e infatti gira film perchè non ne può fare a meno, in maniera ossessivo compulsiva, non di certo perché sente di dover aggiungere ancora qualcosa al suo cinema.

Tanti altri cineasti, di fama analoga, preferiscono invece fare il contrario, e realizzare film solo quando c’è l’urgenza di comunicare qualcosa. A ciascuno il suo, insomma.

Il modus operandi di Allen presuppone, quindi, dati visivi alla mano, che in media stia sull’1 su 3.

Ovvero, mi permetto di dire che ogni tre film fatti ce ne sia uno buono. Cafè Society possiamo ascriverlo a questa categoria, quella dei lavori validi di Allen.

Lo stile, l’atmosfera e il mood di questo film sono quelli canonici del suo leggendario autore.

Il solito inconfondibile umorismo, la disarmante facilità nel costruire dialoghi sinuosi, efficaci e pertinenti, come fosse un compositore di musica, l’eleganza della regia e del montaggio, la fotografia geniale di Vittorio Storaro (Apocalypse Now).

Il film nel suo complesso sa di già visto, per i motivi che ho spiegato, probabilmente dopo un po’ dimenticherete di averlo visto, a parte forse il finale…