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Il gioco di Gerald: recensione dell'horror tratto da Stephen King

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In streaming su Netflix l'horror Il gioco di Gerald (2017, Mike Flanagan) tratto dall'omonimo romanzo del celebre scrittore Stephen King

Su Netflix è disponibile in streaming la pellicola horror Il Gioco di Gerald (2017) diretto da Mike Flanagan, già regista di Doctor Sleep (2019) e della serie originale The Haunting (Netflix, 2018), e tratto dall’omonimo romanzo del celebre scrittore horror Stephen King.

Trama

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Gerald (Bruce Greenwood) e Jessie (Carla Gugino) sembrano, agli occhi di amici e parenti, la classica coppia perfetta che non ha alcun difetto e nessun intoppo, ma in realtà le cose non stanno così.

I due decidono di trascorrere un weekend in una baita sul lago per passare un po’ di tempo insieme. Gerald svelerà le sue perversioni sessuali a cui la moglie deciderà di sottostare per poi tirarsi indietro una volta legata al letto con le manette.

Gerald sta per liberarla quando improvvisamente ha un attacco di cuore che lo fa cadere atterra ferendolo gravemente alla testa. Jessie ora rimane da sola, legata al letto e impossibilitata a liberarsi.

Riuscirà a salvarsi e a far fronte alla fame e alla sete prima che sarà troppo tardi?

Cast del film

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Gerald è interpretato dall’attore canadese Bruce Greenwood, caratterista famoso per i suoi ruoli in film come Rambo (Ted Kotcheff, 1982), Io, Robot (Alex Proyas, 2004) e Truman Capote – A sangue Freddo (Bennett Miller, 2005). Tuttavia ha anche avuto ruoli da protagonista come quello del Capitano Pike nella serie di film Star Track diretta da J. J. Abrams.

Nei panni di Jessie l’attrice Carla Gugino diventata famosa verso il grande pubblico per il ruolo di Ingrid Cortez nei primi tre capitoli della saga di Spy Kids diretta e creata da Robert Rodriguez.

Ha poi partecipato a vari film campioni d’incassi come Sin City (Robert Rodriguez, 2005), Una notte al museo (Shawn Lecy, 2006) e American Gangster (Ridley Scott, 2007).

Nel piccolo schermo ha un ruolo da protagonista nella miniserie Political Animals (USA Network, 2012), per poi tornare nuovamente a collaborare con Flanagan nella serie tv horror The Haunting prodotta e distribuita da Netflix.

Recensione

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Il libro statico e povero sia di ambientazioni sia di personaggi, da cui è tratto il film, avrebbe potuto generare un film incredibilmente noioso ma per, nostra, fortuna Mike Flanagan adotta vari stratagemmi narrativi e registici per tenere incollato allo schermo lo spettatore.

Flanagan ci fa entrare nella mente di Jessie che per via della solitudine e di quello che le accade intorno comincia a sviluppare sempre più frequenti visioni e allucinazioni che la faranno dialogare con la propria proiezione mentale in una sorta di seduta autoanalitica che tenterà di rendere la donna libera non solo dalle manette, ma anche nella psiche spronandola a combattere i mostri della propria interiorità.

Non a caso scopriremo che la donna ha subito degli abusi psicologici in famiglia e che li vedrà reincarnati in un mostro misterioso che verrà a farle visita più volte durante la sua prigionia.

Nel complesso ci si trova di fronte ad un film godibile che stuzzicherà la curiosità e la fantasia degli spettatori che rimarranno con il fiato sospeso per tutto il film, grazie ad un buon uso della suspense affidata ad una buona sceneggiatura e un’ottima interpretazione attoriale.