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Fratello, dove sei?: trailer e trama del film

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In streaming su Netflix la commedia grottesca Fratello, dove sei? (2000) dei registi Ethan e Joel Coen con protagonista George Clooney

In streaming su Netflix la commedia grottesca Fratello dove sei? (2000) di Joel ed Ethan Coen con protagonisti George Clooney, John Turturro e Tim Blake Nelson.

La trama

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Ulysses Everett McGill (George Clooney), Delmar O’Donnell (Tim Blake Nelson) e Pete Hogwallop (John Turturro) sono tre galeotti costretti ai lavori forzati in Mississipi durante la Grande Depressione.

I tre decideranno di fuggire dalla prigione per recuperare un tesoro da un milione di dollari frutto di una rapina ad un blindato della polizia sepolti dallo stesso Everett vicino ad un fiume; inizia così un viaggio attraverso l’America più rurale della Grande Depressione durante il quale incontreranno vari personaggi che sconvolgeranno l’itinerario del loro viaggio.

Il cast del film

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Capo della banda di galeotti un istrionico George Clooney alla prima apparizione in un film dei fratelli Coen, con i quali collaborerà in altri film come Prima ti sposo poi ti rovino (2003) e Ave, Cesare! (2016). Ricordiamo poi alcune interpretazioni in film entrati nell’immaginario comune come Dal tramonto all’alba (Robert Rodriguez, 1996) e la trilogia di Ocean’s Elevn diretto da Steven Soderberg.

Al suo fianco John Turturro, anche lui attore feticcio del duo di registi, che ha recitato in numerosi film come Il Grande Lebowsky (Joel & Ethan Coen), Fear X (Nicholas Winding Refn, 2003) e in Fa’ la cosa giusta (Spike Lee, 1998). Inoltre apparirà in The Batman di Matt Reevs, in uscita nel 2022, nei panni del malavitoso Carmine Falcone.

Il tonto Delmar è interpretato da Tim Blake Nelson che, dopo una gavetta televisiva, viene scelto nel ruolo dell’agente dell’FBI in Donnie Brasco (Mike Newell, 1997) e in seguito nel war movie d’autore La sottile linea rossa (1998) di Terence Malick.

Nella pellicola appaiono poi in vari ruoli altri attori importati come John Goodman, Wayne Duvall, Charles Durning e Michael Badalucco.

Recensione

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Il viaggio dei tre detenuti è una chiara rilettura e reinterpretazione in chiave moderna e americana dell’ Odissea, opera attribuita al mitico cantore greco Omero, tanto che appaiono molte figure riconducibili ad cluni dei personaggi più iconici del poema epico, come Polifemo, le sirene, Tiresia e lo stesso Omero.

Una rilettura trasportata nei turbolenti anni ’30 degli USA catapultati dopo anni di crescita economia nella grande crisi economica in seguito al crollo della borsa di Wall Street del 1929.

Di questo periodo vengono messi sotto al lente d’ingrandimento alcuni dei problemi che tutt’ora affliggono gli Stati Uniti come quello del razzismo e del Ku Klux Klan che viene mostrato al pubblico con grande ironia, come una setta di completi idioti. Un modo di leggere la realtà a cui Tarantino si ispirerà per alcune scene del film western Django Unchained (2012).

Una commedia divertentissima che mette nuovamente in luce una coppia di registi di straordinario talento, sia per quanto riguarda la regia sia per la fase di sceneggiatura, che hanno già lasciato un segno influente sulla prossima generazione d’artisti.

Da notare anche l’uso sempre perfetto della fotografia tendente al color seppia, per far entrare meglio lo spettatore nelle ambientazioni del film, messa in scena da un maestro del cinema come Roger Deakins che ha curato anche la fotografia di film come Blade Runner 2049 (Dennis Villeneuve, 2018) e L’assassino di Jessie James per mano del codardo Robert Ford (Andrew Dominik, 2007).