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L'ultimo uomo sulla terra: trama e recensione del film horror

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Recensione del cult post apocalittico italiano L'ultimo uomo sulla terra (Ubaldo Ragona, 1964) con protagonista Vincent Price

Disponibile su Amazon Prime Video il cult post apocalittico italiano L’ultimo uomo sulla terra (Ubaldo ragona, 1964) diretto da e tratto dal romanzo Io sono leggenda di Richard Matheson.

Trama

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Una tremenda pandemia ha infettato tutta l’umanità trasformando gli uomini in vampiri assetati di sangue che possono sopravvivere solo durante la notte.

L’ultimo uomo sopravvissuto è il dottor Robert Morgan (Vincet Price) che da circa tre anni trascorre in modo identico le proprie giornate: scovando covi di non morti indeboliti ed eliminandoli grazie a paletti di frassino che impianta dentro i loro corpi per poi bruciarne i cadaveri.

L’unico mezzo che ha per trovare altri esseri umani è una vecchia radio che accende ogni sera prima di dormire. Un giorno, mentre insegue un cane, troverà le prove che qualcuno forse è ancora vivo oltre a lui. Parte così la ricerca a presunti sopravvissuti.

Il cast del film

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Nel ruolo del dottor Robert Morgan l’attore icona del cinema di serie b anni ’60 e ’70 Vincent Price che ha collaborato con importanti registi del cinema di genere come Roger Corman e altri maestri del cinema classico come Michael Curtiz, Otto Preminger e James Whale.

La sua ultima apparizione risale al 1990 nel cult drammatico Edward Mani di Forbice diretto da Tim Burton.

La sopravvissuta Ruth è interpretata da Franca Bettoja, attrice italiana che esordì nel lungometraggio L’uomo di paglia (Pietro Germi, 1956) colpendo favorevolmente la critica cinematografica. Recitò anche con altri maestri del cinema italiano come Ettore Scola in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968) e Marco Ferreri con cui girò Non toccare la donna bianca (1974).

Recensione

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La pellicola viene considerata come la miglior e più fedele trasposizione del romanzo di Matheson, nonché anticipatore del cinema di George Romero e del suo capolavoro La notte dei morti viventi (1968), a sua volta precursore dello zombie moderno.

Un film importante che tuttavia non venne considerato alla sua uscita al cinema sia per via del bianco e nero, in un mondo cinematografico dove il colore iniziava ad essere la normalità, e della povertà dei mezzi tecnici di cui disponeva allora il cinema italiano di serie b.

Un film si povero a livello tecnico ma che riesce grazie ad una sceneggiatura solida, una scenografia perfetta e dal sapore post apocalittico (le riprese sono state effettuate all’E.U.R) che riesce a immergere lo spettatore all’interno della storia e un Vincent Price in grado di monopolizzare la scena grazie al suo enorme talento attoriale.

Ubaldo Ragona si dimostra un regista talentuoso che riesce a far trasparire grazie a movimenti di macchina al servizio del personaggio tutto il dramma esistenziale e la solitudine che hanno pesato su Robert Morgan per tutta la sua esistenza sino alla “redenzione” personale nel finale del film.