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Il demone sotto la pelle: recensione dell'horror di David Cronenberg

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Recensione di Il demone sotto la pelle (1975) di David Cronenberg, pellicola che presnta sin da subito tematiche portanti dei suoi film successivi

In streaming su Amazon Prime Video la pellicola horror Il demone sotto la pelle (1977) del regista canadese David Cronenberg.

Trama

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Il famoso scienziato Emil Hobbes è uno studioso del comportamento umano che tenta di riportare in vita gli istinti più bestiali dell’essere umano attraverso l’uso di alcuni parassiti inoculati nei suoi “pazienti” attraverso un misterioso liquido in una siringa.

Lo scienziato vive ne paradisiaco e idilliaco complesso Arca in cui intrattiene un rapporto sessuale con Annabelle Brown che utilizzerà come paziente zero per il proprio esperimento, non sapendo però che Annabelle conta numerosi amanti all’interno del complesso a cui passerà il parassita che comincerà a diffondersi.

Roger St. Luc (Paul Hampton), dottore della clinica privata del complesso, comincerà ad indagare sulla diffusione del parassita che renderà tutti gli abitanti belve assetate di sangue per trasferire il parassita anche al di fuori del complesso.

Il cast della pellicola

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Lynn Lowry, interprete dell’infermiera Forsythe, prima del successo della pellicola di Cronenberg era già stata notata da George Romero che la inserì nel cast del film cult La città verrà distrutta all’alba (1973).

Joe Silver che nella pellicola interpreta Rollo Linsky lavorerà ancora con lo stesso Cronenberg nel film subito successivo Rabid – Sete di Sangue (1977) che ricorda nelle tematiche e messa in scena proprio Il demone sotto la pelle di qualche anno prima.

Recensione

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Il demone sotto la pelle rappresenta il primo grande tassello all’interno della filmografia di David Cronenberg che con questo film comincia a esplorare le tematiche portanti della sua intera filmografia successiva. Con questa pellicola infatti inaugura la poetica del body horror e della malattia come evoluzione dell’essere umano.

Un evoluzione che però non deve essere intesa come un cambiamento positivo ma come qualcosa che probabilmente rende l’essere umano più forte e migliore in cambio però della totale assenza di umanità e la perdita di qualsiasi empatia verso l’altro, le uniche caratteristiche che ci rendono diversi dagli esseri umani.

Attraverso il genere horror il regista canadese ci parla anche del diffondersi e proliferarsi dell’HIV attraverso rapporti sessuali non protetti, che in quegli anni stava emergendo sempre con più frequenza creando una vera e propria pandemia che oggi conta decine di milioni di morti.

A livello tecnico Cronenberg si “limita” a riprendere l’orrore con inquadrature fisse e molta macchina a mano con cui insegue i poveri malcapitati muoversi negli stretti corridoi dello stabile con le mura bianche che si tingono di rosso sangue, ricordando in alcune inquadrature lo stile di George Romero, altro grande maestro dell’orrore nonché creatore dello zombie moderno.

Un film che apre le porte di un nuovo sottogenere dell’orrore che il regista svilupperà con i suoi film successivi, di cui possiamo scorgere l’apice nella pellicola Videodrome (1983), diventandone massimo esponente.