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Cani Arrabbiati: recensione del pulp italiano di Mario Bava

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Recensione del pulp italiano Cani Arrabbiati (1973), il film di Mario Bava che ispirò l'immaginario del regista Quentin Tarantino

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Disponibile in streaming su Amazon Prime Video la pellicola pulp Cani Arrabbiati (1974) diretto dal maestro del cinema italiano Mario Bava.

La trama

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Quattro banditi assaltano un portavalori uccidendo due guardie, ma nella fuga in auto viene ucciso anche uno dei banditi. I tre rimanenti (chiamati con dei soprannomi come il capo della banda “Dottore”, “Bisturi” e “Trentadue”) fuggono in un parcheggio sotterraneo dove prendono in ostaggio una donna (Lea Kruger) per fuggire dalla polizia.

Mentre sono fermi ad un semaforo cambiano auto prendendo in ostaggio il guidatore Riccardo (Riccardo Cucciolla) e il piccolo figlio gravemente malato con la febbre altissima che dorme nei sedili posteriori.

I rapinatori costringono Riccardo a prendere l’autostrada per allontanare gli inseguitori. Da qui una serie di eventi porterà la tensione sempre più alle stelle tra tentativi di fuga e colpi di scena che metteranno in pericolo tutti i personaggi all’interno della vettura.

Il cast

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Nel ruolo di Riccardo l’attore e doppiatore Riccardo Cucciolla che divenne noto al grande pubblico nel 1970 grazie alla propria interpretazione dell’attivista anarchico Nicola Sacco nella pellicola Sacco e Vanzetti del regista Giuliano Montaldo per cui ottenne il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes.

Inoltre ha svolto anche un importante attività di doppiatore, ha per molti anni dato la voce all’agente 007 interpretato da Roger Moore, e direttore del doppiaggio scelto da importanti registi come Fellini, Sergio Leone e Bernardo Bertolucci per le proprie pellicole.

George Eastman, pseudonimo di Luigi Montefiori e interprete di “Trentadue”, è stato uno dei collaboratori storici del regista di genere Joe D’Amato per il quale ha scritto il cult dell’horror estremo italiano Antropophagus (1980) in cui ha anche recitato. Inoltre ha collaborato con importanti registi come Federico Fellini, Lamberto Bava, Pupi Avati e Lina Wertmuller.

Lamberto Bava, figlio del regista che intraprenderà la stessa carriera del padre, ha partecipato al film nel ruolo di aiuto regista ed è stato testimone dei problemi che hanno avuto sul set a causa delle scarse finanze del produttore Roberto Loyola.

Recensione

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Cani Arrabbiati non è stato solamente una pellicola dalla complessa lavorazione sul set, ma ha anche attraversato una complessa vicenda distributiva dato che, sebbene sia stato girato nel 1973, è uscito dall’oblio solo nel 1998 prima negli USA e poi in Germania con il titolo di Kidnapped per poi arrivare in Italia grazie a Raro Video, rivelando ancora una volta come Mario Bava sia stato anticipatore e apripista di un nuovo gusto: il pulp.

La pellicola di Bava è un road movie atipico in cui l’incipit ricco d’azione e adrenalinico va via via spegnendosi rinchiudendo tutta l’azione all’interno dell’abitacolo della macchina di Riccardo che si trasforma in un luogo per approfondire sempre di più il rapporto complesso che si instaura tra rapinatori e ostaggi.

La macchina da presa di Mario Bava si trasforma in una lente d’ingrandimento sull’umanità più marcia e crudele per cui non sembra esserci alcuna speranza se non quella di rivelarsi ancora più peggiore di come ci viene presentata, come viene mostrato allo spettatore in un finale tanto geniale tanto inaspettato.

Il regista sanremese mette in gioco anche una nuova estetica con l’abbondante, ma mai fastidioso, uso della macchina a mano, sia negli sterni che negli interni, e dello zoom con il quale cattura ogni espressione e goccio di sudore dei personaggi, anticipando gran parte delle derive di genere che prenderà da lì a poco il cinema occidentale.