> > 1992: la serie sulla storia d'Italia degli anni 90

1992: la serie sulla storia d'Italia degli anni 90

1992: la serie sulla storia d'Italia degli anni 90

Tangentopoli è iniziata proprio da lì, dal Pio Albergo Trivulzio, noto ai milanesi anche come la "Baggina", l'istituto di ricovero per anziani a cui capo c'era l'esponente socialista.   Chiesa si intasca una bella mazzetta, gli inquirenti ascoltano tutto grazie a una mic...

Tangentopoli è iniziata proprio da lì, dal Pio Albergo Trivulzio, noto ai milanesi anche come la “Baggina”, l’istituto di ricovero per anziani a cui capo c’era l’esponente socialista.

Chiesa si intasca una bella mazzetta, gli inquirenti ascoltano tutto grazie a una microspia e irrompono quindi nel suo ufficio. A nulla servono le scuse di Chiesa e quelle del suo avvocato. Le banconote sono tutte siglate, una ad una, e anche fotocopiate. Quindi non c’è via d’uscita. La tangente, pagata dall’imprenditore Luca Magni ( ben sette milioni di lire, la prima di due rate, per un appalto totale di 140 milioni), dà quindi il via all’inchiesta passata alla storia come “Mani pulite”.

Nasce così Tangentopoli che, nel giro di pochi mesi, farà crollare un’intera classe politica sotto i duri colpi della magistratura. La serie tv di Sky “1992” inizia così, con Antonio Di Pietro subito come protagonista.

Al centro della storia sei persone comuni, la cui vita si intreccia con i conflitti politici, civili e sociali innescati dalla maxi inchiesta. I personaggi che sono di fantasia, si muovono in parallelo a quelli reali. Questo per permettere agli autori un certo margine di libertà nello sviluppo della storia, che si sviluppa lungo i binari della realtà. Nelle prime due puntate trasmesse da Sky vengono subito ben delineti tutti i protagonisti: Leonardo Notte (Stefano Accorsi), il rampante pubblicitario esperto di marketing che lavora per Publitalia; il poliziotto Luca Pastore (Domenico Diele), che entra a far parte del pool di Mani pulite proprio quando inizia l’inchiesta; Bibi Mainaghi (Tea Falco), la figlia viziata di un imprenditore milanese colluso con la politica; Veronica Castello (Miriam Leone), la bella showgirl disposta a ogni compromesso pur di sfondare in tv e Pietro Bosco, l’ ex militare rientrato dall’Iraq che inizia un’avventura politica militando nella nascente Lega Nord.

Accanto a loro i protagonisti reali, a partire da Antonio Di Pietro (che è interpretato da Antonio Gerardi), da Piercamillo Davigo (interpretato da Natalino Balasso), e Francesco Saverio Borrelli (interpretato da Giuseppe Cederna) e infine Gherardo Colombo (interpretato Pietro Ragusa). Tra i personaggi veri c’è anche Marcello Dell’Utri (interpretato da Fabrizio Contri), che fin dall’inizio apprezza le doti di Notte.

Il racconto è ritmato e gli attori sono veramente bravi. Belle e adatte le musiche, tutte rigorosamente di quel periodo (“Non amarmi”, di Aleandro Baldi e Francesca Alotta, “Everybody hurts” dei Rem), interessanti anche gli spezzoni dei tg dell’epoca.

In “1992” è chiaro che si vuole andare a parare in una certa direzione, che non si vuole riprodurre le esatte verità. Il messaggio viene messo proprio in bocca a Dell’Utri, che parlando con il rampante Notte (Accorsi) senza mezzi termini gli indica il suo obiettivo, con un mix tra spregiudicata filosofia, ironia, politica e un pizzico di marketing: “Bisogna salvare la Repubblica delle banane”.

E il riferimento non è tanto all’impresa (ovvero Publitalia) quanto alla politica, la nuova formazione che dà lì a pochi mesi vedrà la luce. Per il resto molta la superficialità e presente una grande banalizzazione.

1992 è infatti una serie con ottimi spunti, e la qualità è andata crescendo con il susseguirsi delle puntate, che a volte hanno addirittura rasentato l’eccellenza: alcuni attori sono davvero in gamba, la colonna sonora è splendida, e gli efficaci cliffhanger dimostrano che gli autori sanno davvero come si scrive una serie.

Alla luce di quest’ultima affermazione, non si riesce però a capire come la produzione possa aver commesso errori di calcolo tanto grossolani.

Come il pilota, l’episodio che farà decidere alla maggior parte degli spettatori se seguire la serie o meno. Il pilota di 1992 è probabilmente il peggiore mai visto nella storia della TV.

Le poche note positive di 1992 vengano proprio da chi sul piccolo schermo si è visto relativamente poco, per esempio Guido Caprino, molto bravo nel ruolo del Leghista Pietro Bosco, e la brava e versatile Miriam Leone (una Miss Italia che sa fare qualcosa? WTF?!) e Antonio Gerardi, con un ottimo Di Pietro, determinato e tormentato da manie di persecuzione.