Sono delle parole molto forti e potenti quelle che la senatrice Liliana Segre ha pronunciato in occasione dell’esposizione dei fascicoli della Cittadella degli Archivi legati al censimento degli ebrei nel 1938 al memoriale della Shoah di Milano.
Segre ha affermato, seppure con un velo di amarezza: “Io so solo che ricevo, oltre all’abbraccio affettuoso delle persone, anche insulti e minacce. Sono la donna più vecchia in Europa a 92 anni che per l’odio antisemita ancora ha bisogno di essere protetta e questo credo sia una grande vergogna del mondo che mi circonda”
Liliana Segre vive sotto scorta: “Desidero che il memoriale della Shoah diventi molto conosciuto”
Nel corso della sua lunga riflessione la senatrice ha auspicato che il memoriale possa diventare un luogo conosciuto anche dagli stessi milanesi: “Io sono una delle pochissime ancora in vita che ricorda, perciò torno in questo posto e desidero che diventi conosciutissimo almeno dai milanesi”, quindi ha osservato: “Quando non avevo la scorta, sino a tre anni fa spesso prendevo un taxi e se parlavo del Memoriale della Shoah ai tassisti, novantanove su cento, mi dicevano ‘Eh?'”.
“Bisognerebbe fare il giro del memoriale in silenzio”
Liliana Segre ha concluso volgendo anche lo sguardo a quanti minori hanno perso la vita in Ucraina. Ecco dunque che, a detta della senatrice “andrebbe fatto il giro di questo Memoriale in silenzio. Uomini, donne, bambini, come quei bambini che oggi muoiono in Ucraina, sono stati deportati da qui e arrivati a destinazione venivano uccisi immediatamente questo è uno dei pochi luoghi storici italiani, si parte da qui”.