Roma, 9 ott. (askanews) – L’obesità è considerata come un serio problema sociale; dal 2021 è riconosciuta dall’OMS come una malattia cronica, progressiva e recidivante che colpisce oltre un miliardo di persone nel mondo. In Italia, in particolare, più di 25 milioni di persone sono in sovrappeso e 6 milioni (12% della popolazione) soffrono di obesità. Inoltre, le principali complicanze dell’obesità includono malattie cardiovascolari, diabete tipo 2 e 13 tipi di cancro, e sono tra le principali cause di mortalità globale, senza dimenticare il forte impatto che questa patologia determina a livello economico, sanitario e sociale.
Rocco Barazzoni, Presidente della Società Italiana dell’Obesità, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Circa il 10%, ormai anche un po’ di più, della popolazione italiana è affetta da obesità. Parliamo di più di 6 milioni di persone, se aggiungiamo anche chi è in sovrappeso ecco che quando parliamo di popolazione adulta arriviamo a quasi la metà, se non oltre, quasi a 30/40% che si aggiunge. Questo è un problema gigantesco, speriamo con i nuovi approcci terapeutici di poter essere più efficaci. Questo è un continuum di efficacia che credo, grazie ai nuovi approcci farmacologici, possa migliorare decisamente ed aprire nuove prospettive per affrontare questa patologia grave”.
L’azienda farmaceutica Lilly ha ottenuto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) l’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) per tirzepatide, il farmaco innovativo indicato per il trattamento dell’obesità, del sovrappeso in presenza di almeno una comorbidità, e del diabete tipo 2.
Paolo Sbraccia, Prof. Ordinario di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Il farmaco che realmente segna una sorta di rivoluzione nel campo della cura dell’obesità per la sua efficacia e sicurezza, di fatto è una molecola molto particolare che somma due azioni su due settori molecolari che sono gastrointestinali. Il meccanismo di azione è fondamentalmente al livello di azione del sistema nervoso centrale in aree specifiche grazie alle quali noi regoliamo il nostro appetito e sazietà. Il farmaco agisce di fatto riducendo l’appetito e stimolando la sazietà, e quindi inducendo un calo ponderato. Un nuovo strumento che sarà di estremo interesse per il malato e per i medici”.
Massimiliano Caprio, Prof. di Endocrinologia e Scienze della Nutrizione presso l’Università San Raffaele, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Si tratta di un’opportunità straordinaria in quanto già dopo quattro settimane si raggiunge il dosaggio di 5 milligrammi che è stato in grado di ottenere un calo ponderale del 16% a 72 settimane e se si titola il farmaco fino al dosaggio di 15 milligrammi settimanali, otteniamo risultati senza precedenti raggiungendo il 22.5% di calo ponderale”.
Tirzepatide è il primo, e ad oggi l’unico, trattamento facente parte di una nuova classe terapeutica che attiva i due recettori ormonali del GIP e GLP-1: negli studi clinici il trattamento con tirzepatide ha comportato una riduzione di peso significativa sia nei pazienti adulti con obesità sia in quelli con sovrappeso con almeno una comorbidità ad esso correlata, oltre ad aver dimostrato risultati importanti nel controllo glicemico negli adulti con diabete tipo 2.