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L'importanza di monitorare il rating per le nostre aziende

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Il rating è il risultato di un algoritmo complicato che considera una serie di variabili, ciascuna delle quali viene pesata tenendo in particolare conto la dimensione dell’impresa.

ll rating è un giudizio sull’idoneità di un’Azienda a rimborsare un prestito. Monitorare i rating deve essere un ‘must’ per l’impresa. Infatti qualsiasi sia il sistema di valutazione scelto tra diversi metodi alternativi dalla banca vi sono tematiche comuni a tutti e su queste occorre focalizzarsi senza esitazioni. Il rating è il risultato di un algoritmo complicato che considera una serie di variabili, ciascuna delle quali viene pesata tenendo in particolare conto la dimensione dell’impresa. Le variabili considerate sono le seguenti: Andamentale, Quantitative, Informazioni qualitative, Informazioni ambientali e settoriali, Valutazione della banca.

È palese che, l’analisi andamentale è essenziale per poter prevenire possibili default. Le informazioni interne in possesso di ogni banca e che vengono prese in considerazione per il rating sono legate alle modalità con cui si svolge il rapporto cliente/banca e si deducono anche dall’analisi del cosiddetto Credit Position Control (CPC). Le aree informative spaziano dall’operatività all’analisi della centrale rischi e del bilancio. C’è poi l’analisi dei prodotti utilizzati come ad esempio il portafoglio sbf, gli anticipi su fatture , i mutui e le relative statistiche.

Si evidenziano poi gli eventuali fenomeni riscontrati quali ad esempio le fatture insolute nel semestre gli importi delle fatture eventualmente richiamate/radiate; gli effetti impagati sul totale presentato al sbf , la restituzione di effetti a fornitori , gli impagati su operazioni a scadenza. L’operatività analizza invece gli utilizzi medi degli affidamenti gli indici di utilizzo eventuali sconfinamenti (e nr giorni sconfino). L’analisi della cr verifica eventuali sconfinamenti. Il cpc raccoglie le tendenze a maggior rischio derivanti dall’operatività più frequente. Mentre il solo rating di bilancio costituisce un peso imperfetto stante l’inelasticità di visibilità ‘catturata’ una sola volta all’anno.

Purtroppo alle volte la poca formazione/esperienza degli amministrativi di alcune aziende non hanno aiutato a migliorare il loro rating. Cosa allora è necessario fare? Anzitutto utilizzare correttamente gli affidamenti concessi; L’utilizzo corretto può essere quantificato nel 50-60% dell’accordato ma si potrebbe arrivare, saltuariamente, anche fino all’80%; l’utilizzo del fido a revoca deve divenire un’eccezione; se invece il fenomeno diviene continuativo probabilmente l’Azienda ha una situazione finanziaria squilibrata ed è meglio che corra ai ripari quanto prima. Comunque il prolungato utilizzo del fido a revoca costituisce per banca una anomalia.

Evitare tassativamente sconfini che vengono poi segnalati alla Centrale Rischi divenendo visibile al sistema. L’analisi andamentale esterna (CR) permette poi di monitorare il grado di fiducia che il sistema nutre verso l’impresa e di venire a conoscenza in un tempo differito oggi al massimo di 60 giorni di fenomeni indicatori di difficoltà finanziarie. Evitare anche insoluti dei clienti che vanno a peggiorare il giudizio di merito della banca verso l’Impresa. Ogni istituto giornalmente può poi monitorare, per esempio, il puntuale pagamento delle fatture anticipate (ad esempio fatture non scaricate per oltre 90/120 giorni oltre la scadenza), finanziamenti import in essere per oltre 90 giorni dalla relativa scadenza, giorni medi di ritardo nei pagamenti dovuti; il numero di operazioni effettuate per periodo, giro fondi ripetuto da un istituto all’altro, ; il grado di frazionamento del portafoglio presentato.

Un’avvertenza che a volte non si ha è quella di porre attenzione ai fidi a scadenza. Non intervenire per tempo con proroghe oppure con l’estinzione, comporta la segnalazione di uno sconfinamento, circostanza che verrà letta da tutte le banche. Appare quindi evidente come l’introduzione dei modelli di rating abbia in un certo senso rivoluzionato il rapporto banca/cliente con l’obiettivo di raccogliere un maggior numero di informazioni e rendere piu’ efficace ed efficiente la relazione. Il rating ed il cpc consentono un’analisi più approfondita, obiettiva e tecnica dei fenomeni aziendali . Una foto ‘immediata’ della posizione del cliente che facilita le relazione tra operatori economici rendendola più trasparente e obiettiva.

Il Funzionario bancario valuta attentamente la capacità dell’azienda di affrontare efficacemente il mercato e quindi di adottare scelte strategiche vincenti. L’analisi spazia dal settore e “storia” dell’azienda, tipo di governance; organizzazione aziendale; esistenza delle funzioni di controllo di gestione e di pianificazione pluriennale La presenza o meno di successori; l’impatto ambientale; eventuali tensioni interne; L’analisi di quanto sopra si concretizza spesso con la compilazione di un questionario qualitativo che si allega a tutti i fenomeni sopra descritti (rating cpc).

Migliorare il proprio rating è quindi possibile; oltre a quanto sopra esposto l’Azienda dovrebbe equilibrare il rapporto tra capitale investito ed indebitamento bancario; nonchè la composizione del debito fra debiti a MLT e debiti a BT. Ma soprattutto intervenire sugli oneri finanziari. Il rapporto oneri finanziari e fatturato ha un certo peso nella determinazione del rating. Se gli interessi passivi sui debiti bancari avessero un’incidenza di più del 4% del fatturato significherebbe che l’impresa è troppo indebitata. Fondamentale poi la gestione del capitale circolante. Un circolante gestito bene può generare liquidità. Al contrario un circolante gestito male assorbe liquidità.