> > Petite Ceinture, futuro incerto per la linea ferroviaria abbandonata

Petite Ceinture, futuro incerto per la linea ferroviaria abbandonata

Uno scorcio della Petite Ceinture

La corsa agli alloggi mette in pericolo il futuro della Petite Ceinture, la linea ferroviaria abbandonata luogo di identità sociali diverse.

Parigi è indiscutibilmente tra le città europee più belle, di quelle che non ci si stanca mai di scoprire e rivisitare. Ma in pochi probabilmente nei loro viaggi hanno messo da parte la baguette per armarsi di torcia e fare il pieno di avventura, inoltrandosi verso una Parigi diversa. Un luogo misterioso ospitato dalla capitale francese è proprio la Chemin de Fer de Petit Ceinture.

petite ceinture fiori

Oggi Parigi é una cittá cosmopolita che fagocita spazi urbani e dove i prezzi delle case sono alle stelle. Questo bisogno disperato di nuove aree residenziali ha portato la proprietà di RFF, le ferrovie francesi, a mettere in vendita lotti interi destinati al recupero edilizio. Un processo che molti considerano ineluttabile ma che mette in pericolo quello che negli ultimi anni si é trasformato in museo all’aria aperta, ritrovo di associazioni civiche e rifugio di senzatetto.

Cos’é la Petite Ceinture

Si tratta di una linea ferroviaria circolare che nacque dopo la Rivoluzione Francese, a metà dell’Ottocento. Nata per collegare le cinque stazioni principali all’interno delle fortificazioni delle città, divenne un simbolo di recupero e di benessere per l’economia di quegli anni.

Si estende per 32 km, con il tempo da cinque le stazioni diventarono 30 e nel 1900 arrivò a trasportare 39 milioni di persone. Con l’arrivo della metropolitana e delle automobili, il suo declino arrivò al culmine nel 1934, con la definitiva chiusura e l’abbandono di questa linea ferroviaria parigina. I treni sono stati sostituiti dall’invasione di oltre 200 specie di piante e 70 specie animali, con grandi difficoltà e impedimenti d’accesso.

petite ceinture parigi

Negli ultimi anni amministratori locali e abitanti della zona hanno dato avvio a un processo di riqualificazione – con successo a per il parco acquatico di Stack Rock Fort – con l’apertura anche di bar (il più famoso è forse La Recyclerie situata nella stazione Ornano) e ristoranti al posto di vecchie stazioni. C’è poi la convergenza di opinioni fra chi vorrebbe preservare l’eredità parigina così com’è, e chi vorrebbe renderla un parco pubblico sul modello della High Line newyorkese.

Petite Ceinture, identitá e spazi verdi

Tra i vari progetti e affezionati al luogo, si distingue il fotografo Pierre Folk con la sua raccolta di fotografie “By the silent line”. L’artista ha vuoluto indagare il rapporto fra la società e l’ambiente, e le tracce fisiche che quelle società hanno lasciato. In particolare, in riferimento alla Petit Ceinture, è estremamente a favore del processo di riqualificazione, e il progetto più importante sarebbe riabilitarla o riconvertirla.

Vagoni abbandonati

Dal 2011 Folk si addentra nell’esplorazione della Petit Ceintuire, immortalando le zone più inaccessibili e abbandonate. Ma non è il solo artista, essendo la ex ferrovia diventata luogo di incontro per artisti di strada e occupanti. La Petite Ceinture si è dunque trasformata in un luogo dove gli artisti condividono idee e suggestioni, e dove si incontrano street art e nuova concezione dell’arte contemporanea perchè la natura s’è appropriata dei suoi spazi trasformandola in una vasta area verde.

petite ceinture

Tra i gruppi nati attorno la Petite Ceinture il piú numeroso e motivato é Jardins du Ruisseau. Nata nel 1998 grazie ai vicini del 18th arrondissement, l’associazione conta oggi con circa 450 soci che nel corso di questo ventennio hanno messo in atto espresssioni di guerrilla gardening ripulendo le piazzole e decorando l’arredo urbano abbandonato di fiori e piante. L’associazione realizza diversi progetti sociali, tra cui la suddivisione equa di appezzamenti incolti e aiuti agli studenti bisognosi. Un’altra associazione che aiuta gli indigenti è CASP, che ha trasformato dei vecchi vagoni letto in dormitori per i senzatetto. Tutti queti esempi di convivenza urbana e riappropriazione collettiva di spazi ed arredi potrebbero adesso mano a mano sparire a causa delle esigenze residenziali di una cittá alla continua ricerca di nuovi alloggi.