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Lisa Jobs: tutto su mio padre. Il successo lo rese un demone

Lisa Jobs mio padre

Un padre severo, un uomo che il successo ha trasformato in un demone. La figlia di Steve Jobs, Lisa, si confessa e rivela il lato oscuro del padre

Gettano alcunune ombre scure sulla figura del padre fondatore di Apple Steve Jobs le prime indiscrezioni su quello che sarà il contenuto del libro della figlia Lisa, “Small Fry”. La ragazza, nata dalla relazione tra Jobs e Chrisann Brennan, rivela tra le pagine del racconto autobiografico, alcuni dettagli intimi del rapporto con il padre. Che lei ricorda come “un demone” trasformato dal successo.

Lisa Jobs e quel padre difficile

Nata nel 1979, da una relazione arrivata al capolinea proprio con’l’annuncio della gravidanza, Lisa Brennan Jobs non è stata subito riconosciuta dal padre. La sua nascita è stata dunque il preludio di una complessa e conflittuale relazione tra una figlia, che ha sempre sognato l’amore e le attenzioni di un padre, e un uomo severo e critico, che, a detta della ragazza, non avrebbe mai mancato un’occasione per ricordarle la sua inadeguatezza. Un’immagine per nulla coincidente con quella narrazione di grande umanità che Jobs ha sempre promosso per sé stesso, e alla quale tutti abbiamo sempre creduto.

Il successo lo ha trasformato in “demone”

Passerà alla storia il discorso che Jobs pronunciò dinnanzi alla platea di neolaureati di Stanford. Con lo slogan “siate affamati, siate folli” si chiuse il discorso di un uomo che tutti ricordano come genio, un’ispirazione. Il fondatore di un impero che ha cambiato per sempre la relazione tra prodotto e consumatore, dell’uomo che ha costruito un marchio realmente capace di fidelizzare il cliente con un rapporto che prescinde quello del consumo ed entra nella sfera emotiva. Un uomo appunto, prima che un grande imprenditore e magnate.
Le dure rivelazioni di Lisa Brennan Jobs, prima di 4 figli, promettono di ribaltare per sempre l’immagine pubblica di Steve Jobs.

Una figlia scomoda

Un figlia di serie b, così Lisa si sarebbe sempre sentita agli occhi del padre rispetto ai suoi fratelli, nati dal matrimonio del fondatore di Apple con Laurene Powell, con lui fino alla sua scomparsa, il 5 ottobre del 2011, all’età di 56 anni.
Uno degli aneddoti raccontati dalla ragazza hanno a che fare con il nome di uno dei prodotti della Apple, un computer di nome Lisa, che ingenuamente la ragazza pensò avere una correlazione con lei: “Niente affatto mia cara: è una sigla che sta per Local Integrate System Architecture” è stata la dura risposta del padre. Invece quel computer si chiamava così proprio per lei, ma ci vollero però 27 anni perché Steve lo ammettesse alla figlia.

Sempre trattata con durezza da Jobs la ragazza racconta di quando gli chiese se e per caso un giorno le avrebbe mai relegato la sua Porche fiammante: “Assolutamente no. Non avrai niente, capito?” le rispose il padre. “Intendeva la macchina o qualcosa di più grande? Non lo sapevo. La sua voce era acuta, nel mio petto” racconta con sofferenza la figlia. Questi solo alcuni dei tanti episodi di crudeltà riportati da Lisa: “Mi disse che puzzavo di toilette” scrive la ragazza, perché il profumo alle rose che indossava gli piaceva.

“Rovinavo la storia della sua ascesa”

Grande motivatore e fonte d’ispirazione per tanti giovani non altrettanto capace nelle relazioni familiari. Quella di Lisa, che oggi è una scrittrice e vive a New York, è una confessione sofferta. La vita del co-fondatore di Apple è sempre apparsa agli occhi del mondo come la perfetta fusione di genio e umanità, imprenditorialità ed emotività. Una vita che oggi appare sotto una luce completamente diversa.

Salire in alto, il potere, la ricchezza, la popolarità celano sempre un lato oscuro e Jobs pare non ne fosse immune. Inghiottito dalla fama e dai soldi si era trasformato in un demone, rivela Lisa, che invece da lui ha sempre e solo voluto una normale rapporto padre-figlia. Non della stessa idea era il padre che, stando ai racconti “Little Fry”, pare fosse più preoccupato a tutelare la sua pubblica immagine. “Rovinavo la storia della sua spettacolare ascesa. La mia presenza nel mondo non corrispondeva con la narrazione di grandezza e di virtù che lui voleva per se stesso” la frase che forse racchiude meglio il nodo della relazione conflittuale con Jobs.

La versione di Chrisann

Quella che “Little Fry”, il libro la cui uscita è prevista per settembre, ci offre è una versione non ufficiale che arriva direttamente dal lato più profondo e privato della vita del noto imprenditore. Una versione che Chrisann Brennan, madre di Lisa, ha confermato nella sua biografia. I due si amarono in gioventù per 5 anni e quando nacque la figlia ne avevano solo 23. Ora la donna ricorda di come l’ex compagno la avesse trasformata in “oggetto della sua crudeltà” proprio per via delle numerose cause legali ingaggiate dalla Brennan per ottenere il riconoscimento della figlia, che arrivò solo dopo un test di paternità.