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Litiga con il fidanzato poi si impicca davanti al figlio

si impicca davanti al figlio

Rientrata dopo una notte brava, ha litigato con il fidanzato e si è tolta la vita davanti al figlio neonato

Una giovane mamma è stata trovata morta accanto al figlio. La donna pare essersi tolta la vita dopo una lite con il suo compagno. A trovare il corpo senza vita della donna, morta impiccata, sono stati gli addetti ai lavori che l’indomani si sono recati a casa sua per dei guasti alla porta.

Uccisa sotto gli occhi di un neonato

Agnieszka Giza, una giovane mamma di 23 anni, è stata trovata morta accanto al figlio dopo aver litigato con il suo compagno. La vicenda si sarebbe verificata in seguito alla notte brava appena trascorsa. A trovare la donna, impiccata, sono stati gli operai che la mattina seguente sono andati nella sua abitazione. Erano stati chiamati per riparare una porta rotta.

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I lavoratori hanno suonato il citofono e aspettato per diversi minuti che qualcuno aprisse. Dopo un’estenuante attesa gli operati si sono insospettiti. Ad aver fatto scattare l’allarme è stato il pianto del neonato. Gli uomini fuori dall’appartamento, infatti, hanno sentito il bimbo piangere disperatamente. Solo in quel momento sono entrati in casa. Inaspettatamente hanno vissuto lo scioccante sgomento: gli addetti ai lavori hanno trovato il corpo di Agnieszka che penzolava vicino al figlio. Hanno quindi chiamato ambulanza e polizia, ma i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della giovane donna.

Un’inchiesta ha rivelato che Agnieszka era completamente ubriaca quella notte. Lei e il suo compagno erano appena rientrati da un concerto rap: avevano fatto le ore piccole e bevuto qualche bicchiere di troppo. Così, in seguito a una lite, i due si sono separati. Di certo l’uomo non avrebbe mai immaginato che quella banale discussione avrebbe portato la fidanzata al suicidio.

Uccidersi davanti ai propri figli

Era il 3 luglio 2014. Un afoso martedì d’estate. Aleggiava incombente la minaccia di un gesto estremo di fronte ai propri figli. La vittima, in preda a una disperata depressione, era l’attrice Gioia Zanotti di 47 anni. Prima del gesto estremo ha mandato un sms premonitore a un amico di famiglia. “Abbi cura tu dei miei figli”, scriveva. Poi è salita sul terrazzo condominiale e si è gettata nel vuoto, morendo sul colpo a causa del violentissimo schianto sull’asfalto. Il cadavere è rimasto a terra per otto ore, sotto il sole, coperto da un lenzuolo che malamente nascondeva una grossa pozzanghera di sangue. La tragedia si consumato sotto gli occhi dei condomini e dei bambini.

I conoscenti più stretti ricordano Gioia come la “bella signora” che amava esibirsi al teatro, dalla famiglia apparentemente perfetta. Nessuno avrebbe mai immaginato che potesse decidere di farla finita in quel modo così orribile. E’ apparentemente impensabile che una mamma di quattro figli si butti nel vuoto. Tuttavia, in un momento di grande sgomento, una persona non sente più il valore e la grandezza della sua vita, ma solo un infinito senso di vuoto.

I suicidi di questi ultimi tempi ci fanno riflettere. Il rumore e la frenesia del fare denso e routinario sono una dipendenza incontrollabile. Con facilità ci si isola dal proprio Io, dimenticando la propria serenità e non prendendosi cura di sé stessi. Si è sempre più attratti e soggiogati dai mille impegni e dai numerosi impegni esterni. E’ bene ricordare però, per la propria salute fisica e psichica, che la mente ha bisogno di quiete. Deve sentirsi viva ed esprimere le sue potenzialità umane e spirituali. La nostra storia è intessuta d’esperienze, di vissuti gioiosi e dolorosi che richiedono una costante concentrazione interiore per coglierne il significato.

La drammaticità del suicidio

È quella sensazione di vuoto e scoraggiamento a spingere molte persone al drammatico gesto del suicidio. E’ una sensazione che aleggia in molte persone demotivate, che vivono in maniera trascendentale, perse e sole. Vivono fuori da sé stesse, scollegate dal proprio sé. Non hanno desideri, ma solo di emozioni forti e istintività.

E’ necessario agire con forza quando si avvertono i primi sintomi di questo malore intimo e profondo. L’attaccamento alla propria vita e il desiderio di abbellirla di nuove esperienze è all’origine delle scelte importanti. Si tratta di elementi chiave per condurre una vita soddisfacente, nonostante le angosce e gli inevitabili ostacoli. La passione più tenace riguarda certamente la propria vita, il desiderio di vivere nonostante le prove, i lutti, le perdite (sia affettive sia materiali ed economiche).

Con il suicidio si uccide ogni speranza in sé e nei propri cari. Durkheim, padre della sociologia ed esperto delle tendenze suicide, avrebbe molto da dirci in merito a questa piaga attualmente così dilagante. E’ l’utilitaristica società dei consumi ad aver accentuato la dipendenza all’apparenza, al successo, all’avere. Tutto questo a scapito del desiderio del vivere ed esprimere le nostre facoltà interiori. Dalla capacità di pensare e volere, dall’atto di fede all’intensa e sincera capacità di amare. Troppe persone sono sempre più sole e disperate.

Non serve travasare nella testa dei giovani modelli di vita legati al successo e ai beni materiali. Si tratta certamente di soddisfazioni rilevanti, ma nulla conta più della serenità personale. Inutile buttare nelle teste delle nuove generazioni la droga del possedere tutto e subito.