> > Lo scenario di Russell Mead: “O Putin cade o sarà di nuovo Guerra Fredda”

Lo scenario di Russell Mead: “O Putin cade o sarà di nuovo Guerra Fredda”

Carri T 90 russi in marcia

In uno scenario molto simile a quello dell'invasione dell'Ungheria arriva la cruda analisi di Russell Mead: “O Putin cade o sarà di nuovo Guerra Fredda”

Lo scenario di Walter Russell Mead in una intervista a La Stampa è netto: “O Vladimir Putin cade o sarà di nuovo Guerra Fredda”. L’esperto internazionale di scenario geopolitici lo ha spiegato con chiarezza: “La Nato non combatterà mai per l’Ucraina, questo è chiarissimo”. Vero è però che la Russia è sempre più in difficoltà perché “non si aspettava la reazione compatta e immediata dell’Occidente, anche se le sanzioni non sono ancora riuscite a fermare la guerra”. Il rischio di un ritorno alla Guerra fredda in upgrade però c’è tutto.

Lo scenario: “O Putin cade o sarà di nuovo Guerra Fredda”

Ha detto l’esperto degli Usa: “Ora tutti si stanno adoperando per trovare soluzioni rapide, improvvisano perché quel che doveva succedere non è accaduto”. E poi ci sono i limiti dell’alleanza atlantica: “Siamo in uno scenario per alcuni versi simile a quello del 1956 in Ungheria o del 1968 in Cecoslovacchia. C’era poco da fare dinanzi all’avanzata dei carri armati sovietici. Ma non abbiamo ancora visto in moto la macchina della cyberwar se non con qualche attacco ai siti governativi russi”.

La guerra “elemento di sopravvivenza per Putin”

Poi il vero core del problema, quello di un Putin che non controlla più gli eventi: “Quando inizi un conflitto immediatamente perdi il controllo degli eventi. La guerra è diventata un elemento di sopravvivenza non solo per Putin, ma anche per il regime e per l’élite russa associata al suo potere. Usano la propaganda per dire che l’Occidente è compatto contro la Russia e questo consente di ricorrere a toni patriottici. Poi dice che la Nato arma gli ucraini per uccidere i bravi soldati russi. L’unità dell’Occidente diventa un’arma per giustificare la repressione e salvare il regime”.