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Lo scienziato David Goodall sceglie a 104 anni l'eutanasia

muore con eutanasia David Goodall

David Goodall aveva 104 anni e dopo un'intensa carriera da professore e scienziato, decide di morire con il suicidio assistito in Svizzera.

Il professor David Goodall, ha volontariamente deciso di porre fine alla sua vita all’età di 104 anni, con il suicidio assistito. Il nome tecnico della pratica è eutanasia, considerata illegale ancora nella maggior parte dei paesi, compresa l’Australia, il Paese d’origine dello scienziato. Per questo motivo, David Goodall, convinto della sua scelta, si è messo in contatto con una clinica svizzera, appoggiato anche da alcune associazioni australiane che lottano per questa sorta di “diritto alla morte”.

Chi era David Goodall

David Goodall era nato a Londra nel 1914 e si era trasferito in Australia all’età di 34 anni, dove ha iniziato la sua carriera accademica nell’università di Melbourne, ricoprendo poi il ruolo di insegnante anche in altri importanti atenei degli Stati Uniti. Botanico ed ecologista, i suoi studi hanno avuto molta influenza in quegli ambiti. Fino al dicembre del 2016, Goodall era ancora attivo come ricercatore onorario presso il Center for Ecosystem Management presso la Edith Cowan University e redattore capo della serie Ecosystems of the World. Continuava a dimostrare un’energia inesauribile, ed effettivamente è veniva ritenuto lo scienziato più anziano che ancora lavorava in Australia. Tuttavia, non ha mai nascosto la sua propensione per il suicidio assistito, anzi, sosteneva ed è stato per più di vent’anni, membro di Exit International, un’organizzazione internazionale, non a scopo di lucro, che promuove la legalizzazione dell’eutanasia.

Exit International è stata fondata nel 1997 dal dottor Philip Nitschke, il primo medico al mondo a somministrare un’iniezione legale, letale e volontaria ad un paziente. In effetti, la legge australiana permette di porre fine alla propria vita con l’aiuto del medico, ma soltanto ai malati terminali, contrariamente a quanto capita in Svizzera, dove invece anche chi è tutto sommato sano, per lo meno mentalmente, ma desidera porre fine alla sua vita, può richiedere la morte volontaria assistita.

Le ragioni della scelta

Il professore sembrerebbe esser morto serenamente, con un’iniezione di Nembutal, un barbiturico. Prepararsi alla morte di una persona cara è già parecchio complicato, ed è ragionevole pensare che lo sarebbe ancor di più, forse, nel caso in cui fossimo noi stessi ad avere “una scadenza”. David Goodall però, avendo fatto questa scelta, sapeva perfettamente giorno, orario, e luogo, e all’appuntamento si era preparato selezionando come sottofondo musicale l’ultimo movimento dell’Inno alla Gioia di Beethoven e cenando la sera prima, nell’albergo di Basilea, dove ha consumato fish and chips e una fetta di cheesecake, ovvero i suoi cibi preferiti. Tutto pianificato dunque, secondo la sua volontà. Come si è detto, lo scienziato australiano in realtà non era affetto da nessuna grave malattia, ma la qualità della sua vita, stava peggiorando sempre di più ed egli si iniziava a sentire perfino dispiaciuto di aver raggiunto quell’età. Probabilmente per una mente brillante qual’era, accettare un continuo deterioramento in alcune capacità elementari come nei riflessi e nella vista, era diventato insopportabile.

Così, alle 12.30 del 10 maggio 2018, ci ha lasciato volontariamente un grande uomo, dando vita però, ad un nuovo dibattito sul suicidio assistito.