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Lo scudo Nato, la prima ed ultima difesa contro gli attacchi missilistici

Lo scudo Nato è un sistema difensivo

Dal primo allarme al coordinamento in Germania fino al lancio coordinato: lo scudo Nato, la prima ed ultima difesa contro gli attacchi missilistici

Lo scudo Nato è di fatto la prima ed ultima difesa contro gli attacchi missilistici, a contare che oggi i vettori a razzo possono portare testate di potenza immensa, sia convenzionali che nucleari. Non è errato perciò definire il sistema di protezione Bmd, nato nel 2010, come il baluardo con cui Usa e Ue tengono a bada situazioni critiche come quella che si è creata con l’attacco della Russia all’Ucraina. Il fondamento giuridico dello scudo è l’articolo 5 del trattato Atlantico, che impegna tutti i Paesi membri a intervenire nel caso uno di loro fosse oggetto di un attacco armato, tuttavia lo scudo Nato risponde più ad una esigenza difensiva collettiva e coordinata.  

Lo scudo Nato, la prima ed ultima difesa

Il sistema di protezione missilistico Bmd (Ballistic missile defence) è di fatto una piattaforma difensiva avente le caratteristiche di una missione, è foraggiato da un budget fisso e dai contributi nazionali volontari. Gli Usa ad esempio hanno una loro piattaforma, la Epaa. Lo scudo ha la mission di proteggere popolazioni e i territori dei Paesi membri dai missili balistici. Come? Rilevando con i sensori e neutralizzando con le armi. In caso di allarme il comando di Ramstein, in Germania, analizza i dati di flusso e classifica l’eventuale minaccia. Poi l’info passa ai centro comando e ad una rete di sensori come gli americani AN/TPY-2 a terra e gli olandesi Smart L Radar in mare su sono boa. 

I sensori, l’allarme, il lancio e l’intercettazione

Quei sensori identificano e tracciano il missile in arrivo. A traiettoria palesata scatta la difensa con il lancio di razzi da piattaforme su gomma o con il sistema Aegis. Un video Nato spiega che “in questo scenario ipotetico il missile viene distrutto nello spazio”. Questo per missili balistici nella fase in cui viaggiano a quote stratosferiche, mentre invece quelli “che rientrano nell’atmosfera diventano responsabilità di altri sistemi, come il Patriot System usato dalla Germania, dall’Olanda e dagli Stati Uniti, e SAMP/T System usato dalla Francia e dall’Italia”.