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Lo Yad Vashem presta la collezione per mostra su Shoah a Berlino

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Berlino, 25 gen. (askanews) - Il memoriale dello Yad Vashem in Israele per la prima volta in 70 anni ha prestato alcuni pezzi della sua collezione permanente alla Germania per una mostra a Berlino: 16 cimeli di famiglia, tanti quanti il numero di Laender tedeschi, oggetti che fanno riemergere rico...

Berlino, 25 gen. (askanews) – Il memoriale dello Yad Vashem in Israele per la prima volta in 70 anni ha prestato alcuni pezzi della sua collezione permanente alla Germania per una mostra a Berlino: 16 cimeli di famiglia, tanti quanti il numero di Laender tedeschi, oggetti che fanno riemergere ricordi di sopravvissuti e vittime della Shoah. La curatrice, Ruth Ur:

“Questi sono 16 piccoli fuochi che abbiamo acceso per risvegliare l’interesse nelle città e, ovviamente, al Bundestag, nel cuore della democrazia tedesca. In quste storie, che sono storie tedesche”.

L’esposizione è stata allestita nella hall della Paul Loebe Haus al Bundestag. Tra gli oggetti esposti uno stetoscopio appartenuto al medico Herman Zondek, che fuggì dalla Germania nazista per vivere in Israele, dove curò, tra gli altri, il primo ministro Ben Gurion. E poi una menorah, il tradizionale candelabro ebraico, un manufatto della Torah e una valigetta di un sopravvissuto.

“Ci stiamo avvicinando, purtroppo, ma anche inevitabilmente all’era dei post-sopravvissuti, l’era in cui nessuna persona sarà capace di alzarsi in piedi e dire ‘è successo a me’. Sarà l’happy hour per i negazionisti della Shoah”, spiega il presidente dello Yad Vashem, Dani Dayan.

Al centro della mostra un pianoforte, spedito via nave ad Haifa nel 1939 e una bambola, Inge, appartenuta a Lore Mayerfeld, 85 anni, sopravvissuta all’Olocausto, e che si vede in una foto con il suo giocattolo nel 1941. Oggi dice: “Ha un grande significato per me. IL pigiama che indossa era il pigiama che io indossai la Notte dei Cristalli, il 9 novembre 1938. Avevo sol un anno e mezzo. Un pigiama che la mia bambola indossa con un doppio significato”.

Quella notte suo padre fu portato a Buchenwald, lei e sua madre si nascosero da alcuni vicini, i nazisti arrivarono e distrussero la sua casa e le vetrine dei negozi, mentre fuori la sinagoga bruciava.