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Lockdown per i non vaccinati, Curreri: “Non è incostituzionale”

Il docente di Diritto Costituzionale Salvatore Curreri

Lockdown per i non vaccinati, Curreri: “Non è incostituzionale, una selezione tra possessori di green pass e no già esiste ed è fondata legittimamente"

In tema di lockdown per i non vaccinati e di “Modello Austria”il costituzionalista Salvatore Curreri non è convinto dell’opinione di Franco Locatelli del Cts, a suo parere: “Non è detto che sia incostituzionale”. Il docente di Diritto costituzionale e pubblico comparato presso l’Università di Enna “Kore” ha rilasciato a Fanpage alcune dichiarazioni in merito al giudizio di Franco Locatelli, coordinatore del comitato tecnico scientifico, in merito al lockdown “light” in vigore in Austria dall’8 novembre per chi non è vaccinato contro il Covid

Lockdown per i non vaccinati, il professor Curreri dissente da Franco Locatelli

A parere di Locatelli impedire ai non vaccinati “di accedere a determinati ambiti della vita sociale, come ristoranti, palestre, centri per la cura della persona, hotel, eventi culturali, come da oggi avviene in Austria, non sarebbe consentito dalla nostra Costituzione e non è proponibile”. Eppure Curreri la pensa diversamente, ed ha spiegato: “La dichiarazione di Locatelli è davvero troppo sintetica per poterne comprendere appieno le ragioni. Dai resoconti della trasmissione tv di ieri leggo che la nostra Costituzione non ammetterebbe un obbligo selettivo, come quello che è scattato in Austria”. 

Curreri sul Lockdown “light” per i non vaccinati: “Una selezione qui da noi già c’é”

Perché? Perché a parere di Curreri “una selezione tra possessori di green pass e no già c’è ed è fondata legittimamente sulla minore pericolosità dei primi rispetto ai secondi in termini di contagio. Il punto è: tale distinzione può spingersi ancora oltre, escludendo chi, seppur non vaccinato, ha un tampone negativo?”. Poi la chiosa: 

La “differenza minima con l’obbligo di vaccinazione” e il parere di Curreri sul lockdown per i non vaccinati

“Fermo restando che il tampone permette di constatare il tuo stato di salute nel momento in cui viene fatto, finora tale soluzione è stata ammessa per almeno 48 ore. Vietarla ora significherebbe fare marcia indietro, o meglio dare un’ulteriore stretta in direzione dell’obbligo di vaccinazione, da cui ci separerebbe una differenza davvero minima”.