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Londra e Pechino, essere o non essere in lockdown

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Milano, 25 ott. (askanews) - Essere o non essere in lockdown, questo il dilemma che affronta il governo britannico mentre tornano a salire i contagi Covid causati in parte dalla nuova variante in Gran Bretagna, ma soprattutto dall'allentamento delle misure sanitarie da parte del governo durante l...

Milano, 25 ott. (askanews) – Essere o non essere in lockdown, questo il dilemma che affronta il governo britannico mentre tornano a salire i contagi Covid causati in parte dalla nuova variante in Gran Bretagna, ma soprattutto dall’allentamento delle misure sanitarie da parte del governo durante l’estate.

I londinesi sono preoccupati dai contagi tornati a superare quota 50.000. È la prima volta dopo tanto tempo. Ovviamente non tutti vogliono essere rinchiusi in casa dopo che si sono riabituati a tornare fuori. Ma ci sono modi per evitarlo. Il passaporto vaccinale o le mascherine all’interno.

Ecco cosa ne pensa un passante di Oxford Street: Peter Driver, artista: “Sento – dice – che il governo non sembra prendere la situazione abbastanza sul serio: non hanno imparato dai loro errori dell’ultimo confinamento e da quello precedente in cui sono arrivati troppo tardi e le persone sono morte inutilmente. Le autorità sanitarie avvertono il governo che andranno in crisi e che hanno bisogno che intervengano e introducano misure più severe e il governo le sta ignorando. Penso che sia una cosa molto preoccupante”.

Ma non è solo la Gran Bretagna. Dall’altra parte del mondo e a 100 giorni dalle Olimpiadi invernali un altro problema che sembrava risolto, non lo è: nella Cina dei Cinque cerchi c’è preoccupazione per la diffusione del virus e un suo possibile ritorno. E se a Pechino si testano gli impianti, tutte le regioni sono impegnate a intensificare il monitoraggio per evitare il ritorno della pandemia.

Servizio di Cristina Giuliano

Montaggio Gualtiero Benatelli

Immagini Afp