Argomenti trattati
- Caso Morisi, la difesa chiarisce sul flacone di liquido indicato dai due ragazzi: “Non era suo”
- Il flacone misterioso, la difesa di Morisi chiarisce: “Non può averlo ceduto perché non gli apparteneva”
- La difesa di Morisi e l’endorsement alla Procura, e sul flacone Pinelli chiarisce: “Non apparteneva a lui”
Nello spinoso caso di Luca Morisi la difesa dell’ex guru social della Lega chiarisce: “Il flacone con il liquido non apparteneva a lui”. Con gli accertamenti della Procura in corso la linea dell’avvocato Fabio Pinelli sconfessa la tesi della “cessione a terzi” e punta a resettare in punto di diritto lo scenario dello “spaccio”.
Caso Morisi, la difesa chiarisce sul flacone di liquido indicato dai due ragazzi: “Non era suo”
Ancora pensieri sul piano politico per la Lega e per Matteo Salvini dunque ma primi passi in procedura, cioè nella sede naturale ed unica (o almeno così dovrebbe essere) della vicenda giudiziaria di Morisi. Il sunto è che l’iscrizione a registro di Morisi era avvenuta dopo il fermo ad agosto da parte dei carabinieri di due ragazzi stranieri.
Il flacone misterioso, la difesa di Morisi chiarisce: “Non può averlo ceduto perché non gli apparteneva”
La coppia aveva di fatto accusato Morisi di aver ricevuto sostanze stupefacenti da lui. Su natura e titolarità di quel flaconcino con del liquido sono in corso gli accertamenti della Procura, ma l’avvocato Pinelli ha diramato una nota: “Il flacone con del liquido non era di Luca Morisi, il quale, evidentemente, non può averlo ceduto a terzi”.
La difesa di Morisi e l’endorsement alla Procura, e sul flacone Pinelli chiarisce: “Non apparteneva a lui”
Poi la chiosa di prammatica e bon ton procedurale: “C’è piena fiducia nel lavoro degli inquirenti e condivisione delle parole del procuratore della Repubblica di Verona”. Quali? Quelle secondo cui per il capo dei requirenti scaligeri “si tratta di un fatto banale per quanto riguarda l’autorità giudiziaria”.