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Luca Morisi, quando la Lega invocava l’arresto anche per la modica quantità di droga

Luca Morisi con Matteo Salvini

Quando la Lega invocava l’arresto anche per la modica quantità di droga: l'indagine su Morisi fra sospetti di doppiopesismo ed effetto boomerang

Indagine per droga sull’ex guru del Carroccio Luca Morisi, ovvero quando la Lega invocava l’arresto anche per la modica quantità di droga a fronte di un atteggiamento molto più “prog” registrato in queste ore dal suo leader Matteo Salvini. Una contraddizione che non è sfuggita ai media e a molti cittadini e che merita di trovare il “puntello” non solo del doppiopesismo di Salvini, ma perfino nella linea che il partito invocava in punto di Diritto e cercava di far passare in punto di legislazione attiva. Una proposta di Legge della Lega infatti, proposta non passata, avrebbe messo Morisi in guai molto più seri di quelli, tutto sommato mediatici, che l’inventore della “Bestia” sta passando oggi. 

Luca Morisi e la Lega che invocava l’arresto: l’inflessibile Molinari e la linea durissima sulla droga

Antefatto: ci sono tre giovani che avrebbero asserito (non è dato sapere se verbalizzato) di aver acquistato la droga da Morisi, che è indagato per violazione dell’articolo 73 della vecchia legge 309/del ‘90 confluita nel Testo Unico sulle sostanze stupefacenti. Una legge che era finita al centro delle smanie di riforma draconiana di un alto leghista molto vicino a Salvini, Riccardo Molinari. In che senso riforma draconiana, cioè più dura? Molinari era un fautore fierissimo dell’arresto obbligatorio anche in caso di possesso di modiche quantità di principio psicotropo attivo di qualunque tipo di droga. 

La Lega che invocava l’arresto, Salvini che dal Viminale sputava fuoco ed ora spunta il caso Morisi

E quella linea, manco a dirlo, aveva trovato in Salvini un entusiasta sparring etico, tanto che nel 2019 il leader leghista da titolare del Viminale diceva: “Non esiste modica quantità. Ti becco a spacciare, vai in carcere con le misure cautelari. A me interessa togliere dalle strade chi spaccia: poi quello che fa ognuno non mi interessa. I venditori di morte li voglio veder scomparire dalla faccia della terra”. Oggi Salvini, a proposito di Morisi, sembra aver letto un libro di Don Mazzi e seraficamente ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi”. 

La Lega, l’arresto, il caso Morisi e una legge più rigida che invocava ciò che oggi è boomerang per il Carroccio

Dal carcere per uno spinello all’arrabbiatura didattica con annesso perdono per due grammi di cocaina la strada non è breve ed è di certo strada prog, tuttavia il dubbio che la “conversione” di Salvini e l’imbarazzo della Lega siano solo frutto dell’arrivo di certi guai “in casa loro” e non di un cambio di rotta etico c’è e legittimamente resta. Il testo della legge caldeggiata da Molinari esordiva così:  “La presente proposta di legge reca disposizioni sul trattamento sanzionatorio delle fattispecie di reato di lieve entità relative alla produzione, al traffico e alla detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope”. E ancora: “La presente proposta intende porre un freno al dilagare di tali reati prevedendo, da un lato, che sia possibile procedere all’arresto in flagranza e, da un altro lato, che siano aumentate le pene edittali e non sia previsto un trattamento di favore qualora i reati in oggetto siano commessi da una persona tossicodipendente”. Ecco.