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Luca Traini, perizia psichiatrica affidata a Massimo Picozzi

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La perizia psichiatrica di Luca Traini affidata al criminologo Massimo Picozzi, che si era già occupato di celebri fatti di cronaca nera italiana.

La Corte d’Assise di Macerata ha deciso che sia il criminologo Massimo Picozzi a effettuare la perizia psichiatrica su Luca Traini, il 28enne che il 3 febbraio 2018 ferì con una serie colpi di pistola sei immigrati africani, per “vendicare” la 18enne Pamela Mastropietro, per il cui omicidio sono stati arrestati tre nigeriani. L’udienza è stata brevissima: il giudice ha solamente affidato l’incarico al professore, facendo giurare quest’ultimo di compiere al meglio il proprio dovere. Picozzi aveva avuto un ruolo chiave in alcuni famosi processi: quello contro Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba e quello nei confronti di Annamaria Franzoni per il delitto del figlio Samuele a Cogne.

Le richieste e la perizia

Il tribunale chiede soltanto di verificare la capacità d’intendere di volere di Traini al momento dei fatti, quella di partecipare al processo e l’attuale pericolosità sociale del giovane. La perizia inizierà a breve e Massimo Picozzi provvederà a consegnarla entro il 23 agosto.
Potranno assistere il consulente della difesa Giovanni Battista Camerini (che ritiene l’imputato parzialmente incapace di volere in quanto affetto da un disturbo bipolare), quello della Procura di Macerata Marco Marchetti, esperto in crimini d’odio, e altri periti nominati dalle parti civili. La prossima udienza nei confronti di Traini è fissata per il 12 settembre. Il legale di Jennifer Otioto, una ragazza ferita nell’agguato, ha nuovamente chiesto il sequestro conservativo dei beni di Traini, del valore di 750mila euro.

Luca Traini

L’esperto incaricato dal giudice

Massimo Picozzi è un noto psichiatra, spesso ospite di trasmissioni televisive che trattano di cronaca nera e conduttore su Radio 105 di un programma dedicato a vari gialli italiani del passato. Il criminologo aveva indagato su alcune vicende che avevano destato molto scalpore: l’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi a Cogne e la strage di Erba, della quale, lo ricordiamo, fu vittima anche un bambino di due anni e mezzo, Youssef Marzouk, morto sgozzato.

Perizie per l’omicidio di Cogne e la strage di Erba

Il professionista aveva concluso che la compatibilità del profilo dell’assassino di Samuele con quello della madre del bimbo fosse “alta”. Secondo Picozzi Annamaria aveva ucciso suo figlio, ma non per via di un impulso improvviso, dovuto a un comportamento del piccolo. Lo psichiatra riteneva che la giovane donna soffrisse di depressione, per la quale assumeva farmaci, e avesse “una personalità fragile e dipendente”. Probabilmente, inoltre, si sentiva sola, stanca della propria vita di casalinga, dedita al marito e ai figli.

Picozzi e altri criminologi, che si erano occupati della strage di Erba, avevano affermato che una “mattanza” come quella, non aveva precedenti nel nostro Paese. Semmai bisognava “andare a ritroso nel tempo quando le tecniche investigative non erano sofisticate come quelle di oggi”. C’era stata “un’esplosione di violenza” in cui colpiva “l’assoluta mancanza di proporzione tra l’eventuale offesa subita e quella perpetrata ai danni dei “nemici” “, identificati da Rosa e Olindo in Raffaella Castagna, mamma di Youssef, e nella sua famiglia.

Massimo Picozzi

Le accuse nei confronti di Traini

Il giovane è accusato di tentata strage, tentato omicidio plurimo, porto d’armi e danneggiamento, il tutto aggravato dall’odio razziale, che lo ha portato a sparare contro alcuni sconosciuti di origine africana.

La difesa dell’imputato

Il legale cerca di ribaltare letteralmente l’impianto accusatorio, affermando che, per quanto sembri strano, Luca sia “un gigante buono, non uno xenofobo. Ha avuto un momento di defaillance a livello psicologico – continua l’avvocato – dovuto a un evidente disturbo di personalità”. Il dolore e la rabbia per l’atroce delitto di Pamela Mastropietro, di cui sono accusati tre nigeriani, gli avrebbero fatto perdere la ragione, portandolo a volersi “vendicare” colpendo africani a caso, uomini e donne.