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Lucy May, il cartone Anni Ottanta su una famiglia emigrata in Australia

Lucy May in Australia

Il cartone Lucy May, storia di una bambina inglese che va a vivere in Australia con la sua numerosa famiglia affrontando numerose difficoltà fino all’happy end: avere una fattoria propria.

Informazioni “tecniche”

Lucy May è un cartone animato giapponese della Nippon Animation ispirato al romanzo Southern Rainbow (“Arcobaleno del Sud”) della scrittrice australiana Phyllis Piddington (Melbourne, 9 ottobre 1910 – 8 luglio 2001). La serie è stata trasmessa in Giappone dalla Fuji TV, per la prima volta in Italia su Italia 1 nel 1983 e di nuovo su Rete 4 nel 1986. Il 17 giugno 2010 è stata invece riproposta sull’ex canale di Mediaset Premium Hiro. La sigla “Lucy” era sempre cantata da Cristina D’Avena. La storia ha come protagonista Lucy May Popple, una bambina inglese di 8 anni che nell’Ottocento si trasferisce con i genitori e i fratelli in Australia con tutte le difficoltà che comporta la nuova vita.

I Popple

Trama

Il 7 novembre del 1827 la famiglia di Lucy May arriva nella città di Adelaide, nell’Australia del Sud – dove si vede “l’arcobaleno” che dà il titolo al libro – dopo tre mesi di viaggio dall’Inghilterra. L’intenzione è quella di impiantare una fattoria all’avanguardia contando sulla distribuzione gratuita dei terreni ai coloni da parte del governo – la colonizzazione del Paese sotto il dominio britannico è iniziata da poco –. Tuttavia la famiglia Popple avrà più difficoltà del previsto, anche perché i coloni non vengono ben accolti dalla popolazione locale e il luogo è ancora piuttosto primitivo. Oltretutto l’assegnazione dei terreni avviene inaspettatamente in modo molto lento. Il padre di Lucy May, Arthur, sarà costretto a lavorare in cave di pietra e alla costruzione di strade, ma tutta la famiglia, inclusa la bambina, collaborerà per migliorare le proprie condizioni di vita. La prima parte del cartone si conclude con i Popple che riescono finalmente a ben inserirsi nella società di Adelaide e con Lucy May che deve iniziare la scuola – prima di allora era vissuta per quanto possibile spensierata in mezzo alla natura con gli animali del posto –.
La seconda parte del cartone inizia anni dopo, nell’ottobre del 1830: la famiglia della piccola protagonista si trasferisce in una casa più grande, ma la fattoria rimane ancora un miraggio a causa di una serie di vicissitudini. Papà Arthur cade in depressione e si rifugia nell’alcol, ma sostenuto dai suoi cari, riuscirà a smettere di bere e a rimettersi in gioco. La terza parte, infine, si apre con l’uomo assunto nella grande fattoria di Frank Princeton, un facoltoso signore la cui moglie, Sylvia, vede in Lucy May la figlia scomparsa, Emily. I Princeton cercano di convincere Arthur a lasciare loro la bambina in cambio di un grande appezzamento di terra per impiantare la famosa fattoria, ma naturalmente lui rifiuta, lasciando il lavoro. Troverà un impiego come muratore, ma poco dopo tornerà ad essere un alcolizzato. Allora Lucy May pregherà Frank Princeton di adottarla in cambio del pezzo di terra, allo scopo di salvare il padre: ora è Princeton a rifiutare, ma commosso dal gesto della piccola, vende il terreno ad Arthur, consentendogli di pagarlo a rate. La storia avrà un happy end: nell’aprile del 1832 i Popple possono finalmente impiantare l’agognata fattoria di loro proprietà e trasferirvisi.