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Lutto nel mondo del giornalismo, morto Maurizio Principato

Giornalista

Il giornalista Maurizio Principato, storica voce di Radio Popolare, è morto a causa di complicanze mediche riscontrate dopo una caduta in bici.

Il mondo del giornalismo è in lutto a causa della prematura scomparsa del giornalista Maurizio Principato, 55 anni, storica voce dell’emittente radiofonica libera e indipendente “Radio Popolare”.

Lutto nel mondo del giornalismo, morto Maurizio Principato

Il giornalista Maurizio Principato, nato nel 1966 a Rivarolo Canavese, è deceduto a causa delle complicanze medichesopraggiunte in seguito a una caduta in bicicletta, verificatasi nelle scorse settimane, e rivelatasi fatale.

Maurizio Principato si era specializzato nei vasti e poliedrici settori del fumetto e della musica contemporanea. Dal 1998, collaborava attivamente con l’emittente Radio Popolare, per la quale gestiva svariati blog e rubriche, come Esteri e Cult. Inoltre, si occupava anche di seguire e raccontare rassegne ed eventi.

Oltre ad essere estremamente attivo in ambito giornalistico, il 55enne aveva ricoperto anche i ruoli professionali di sceneggiatore, storyteller, consulente culturale e di musicista, suonando il basso in qualità di membro della band ufficiale di Radio Popolare. Maurizio Principato, poi, collaborava anche con la Radiotelevisione Svizzera, dando libero sfogo alla propria passione per la cultura e il lavoro da lui svolto.

Il ricordo dei colleghi e di Radio Popolare

La morte improvvisa di Maurizio Principato ha gettato nello sconforto colleghi e amici del vivace giornalista. In molti gli esponenti del giornalismo che stanno manifestando il proprio cordoglio sui social.

Il giornalista Rai Paolo Maggioni, ad esempio, ha ricordato Maurizio Principato descrivendolo come “anima gentile, collega raffinato e dolcissimo” mentre il collega Piero Bosio lo ha definito “una bella persona, colta, ironica, gentile e di grande umanità”.

Anche Radio Popolare ha deciso di omaggiare uno dei suoi più importanti e fondamentali collaboratori, postando sul suo sito il seguente articolo:

Per molti ascoltatori eri la mattina presto o la mezzanotte del martedì. Ovvero le aperture di musica classica della domenica, o la trasmissione nel cuore della notte dove miscelavi le tue musiche di qualità, con racconti di note e di emozioni.

Per il palinsesto della radio però eri molto di più: le rubriche a Esteri e a Cult, le conduzioni in estemporanea ovunque ce ne fosse bisogno, partire come inviato al Medimex di Bari o fare il corrispondente da Tel Aviv per una rassegna musicale…

Per la vita della radio eri altro ancora: potevi indifferentemente suonare il basso con gli Abbo, la resident band aziendale, o affettare i cocomeri alle feste di Ferragosto, oppure cercare uno sponsor o un contratto pubblicitario per una trasmissione. Tutti impegni da incastrare con quelli che avevi fuori dalla radio. E anche qui come varietà non si scherzava.

Presentare un volume di Graphic Novel o organizzare un evento sugli Abba, raccontare il fascino che ti incutevano paesi come la Norvegia o altri lembi del profondo nord. O incantare gli astanti in una di quelle serate dove raccontavi la vita e la musica di artisti che trattavi come fossero stati tuoi compagni di scuola. Per esempio, eri in grado di raccontare David Bowie come se lo avessi conosciuto personalmente…

Dietro ai microfoni della radio o a quelli di una delle tue serate sapevi trasmettere la tua passione per l’arte e la bellezza. E lo facevi con una voce che è quella che vorrebbero avere tutti quelli che fanno radio. E proprio la tua voce, insieme ai tuoi sorrisi e alla tua presenza discreta, saranno una mancanza incolmabile. Ci piace pensare che forse ora potrai farti spiegare da Frank Zappa, il tuo maestro, i segreti delle sue follie che ancora non eri riuscito a decriptare.

Dicevi spesso che “la vita è un viaggio”, ma potevi anche non partire così presto…”