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M5S e Lega: UE esprime criticità sul contratto di governo

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L'Unione Europea ha attaccato il contratto di governo, tra tematiche politiche ed economiche le reazioni sono state diverse.

Dure le reazioni dell’UE al contratto di governo: “Bilancio pubblico, uscita dall’euro e politiche migratorie”. Sulla migrazione Dimitri Avramopoulos, commissario della Unione, interviene : “l’Italia non cambi le politiche migratorie” mentre sui temi economici il vicepresidente europeo Jyrki Katainen ribadisce: “Nessun compromesso sul patto di stabilità”.

Criticità UE, le preoccupazioni

Le dure critiche provenienti dall’Unione si basano su un contratto di governo che ha scandito lo scenario politico del 15 maggio. Si nota come la retorica, portata avanti in campagna politica, si manifesti anche in direzioni anti-europeiste che rischiano di danneggiare i rapporti con i maggiori partner europei. Le preoccupazioni più importanti sono legate dall’ipotetica uscita dall’Euro” (questione smentita a posteriori) fino all’annullamento delle sanzioni con la Federazione Russa, ma anche a più specifiche tematiche di politica economica.

Sommersa da una spesa pubblica pubblica esagerata, l’Italia rischia di non rispettare gli accordi di bilancio “DEF” inseriti in costituzione nel nostro paese e che ne stabiliscono la riduzione complessiva. Tutto ciò risulta in controtendenza con il forte interventismo statale in merito alla questione delle pensioni e sul “reddito di cittadinanza” . Ultima importante criticità in materia di politica migratoria è la posizione del leader della Lega Matteo Salvini su un’eventuale modifica del “piano Minniti”.

Il contro-attacco di Salvini e Di Maio

Alle critiche dell’Unione Europea sono succedute le rispettive risposte, via Facebook, dei due artefici del contratto di governo. Prima l’invito di Salvini: “l’Unione non interferisca in queste questioni” mentre Di Maio invece attacca direttamente i ministri definendoli “eurocrati”. Gli attacchi congiunti dei due leader mostrano che l’intesa sulle questioni di politica estera potrebbe essere ipotizzabile. Non è la prima volta che i due leader prendono posizioni analoghe su questioni internazionali: anche sul “Russia Gate” i due politici si sono schierati apertamente contro l’espulsione dei 2 diplomatici russi, intesa che invece risulta molto più problematica in materia di politica interna.

In sintesi, le tensioni tra l’UE e il bel paese rischiano di protrarsi anche dopo un accordo tra le parti. Frizioni che, ad oggi, non sembrano aver avuto interferenze sulla ripresa economica che nel nostro paese resta in lenta crescita. Ma il nodo però rimane sul medio-lungo periodo: il timore per una parte dell’opinione pubblica, è legato al rischio di un possibile inasprimento dei rapporti con le istituzioni europee: parte integrante di un processo di crescita economica.